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iniziative antifasciste a piacenza
L’inizio della rassegna è molto vicino, vi preghiamo perciò di diffondere al più presto questa mail per darne notizia ad amici e conoscenti.
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia / Comitato Giovani “Comandante Muro” – Piacenza
1945-2005 60 anni di libertà
UOMINI E NO
Piacenza. 60° anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo.
In collaborazione con: Associazione Kairos
Comitato di Piacenza per le celebrazioni del 60° anniversario della
Liberazione. Comune di Piacenza
Comitato giovani ANPI “Comandante Muro” – Piacenza
Via X Giugno20, Piacenza tel. 0523/322983
http://www.partigiani-piacentini.net
info: giovani@partigiani-piacentini.net
I “Ragazzi di Salò” e Mussolini brav’uomo. Gli ideali antifascisti
accantonati e screditati. Il ritorno sulla scena politica di nazionalismo, militarismo, razzismo: germi dai quali ci credevamo a torto immuni. La storia messa in dubbio, riscritta, piegata.
IL CUORE NERO
Nessun revisionismo: il fascismo è un mostro che ha devastato
(attraverstao) la storia europea e che, come un’idra dalle mille teste, non è mai sconfitto definitivamente. I suoi frutti avvelenati condizionano ancora oggi la politica e la società italiane.
In Mai morti Bebo Storti dà voce ad un nostalgico delle belle imprese del ventennio fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’ordine pubblico, contro viados, extracomunitari, zingari e drogati.
Mai Morti era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas. A questa formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione antipartigiana, e al magma inquietante del pianeta fascista il personaggio guarda con delirante nostalgia. Mai morti fa riflettere, in modo diretto e crudo, su quanto, in Italia, il razzismo, il nazionalismo e la xenofobia siano ancora difficili da estirpare.
Al pomeriggio ne discutono Lidia Menapace, una staffetta partigiana da sempre impegnata in prima persona nella pratica della democrazia e
della nonviolenza, Saverio Ferrari, studioso dei nuovi fascismi ed
Ermanno Mariani, cantastorie della Resistenza piacentina.
SIAM DEL POPOLO GLI ARDITI
Emilio Canzi (1893-1945) è un’icona del movimento anarchico
piacentino ed italiano, un esempio di vita nel solco della lotta
democratica ed antifascista. Veterano della Grande Guerra;
organizzatore degli Arditi del Popolo a Piacenza; esiliato a Parigi negli anni ‘20 e ‘30; comandante delle Brigate Internazionali nella guerra di Spagna. Sperimenta il confino fascista e il campo di concentramento in Germania, ed è uno dei primi animatori della Resistenza piacentina a Peli, nel ‘43. E’ designato dal CLN comandante unico di zona a Piacenza, unico anarchico in Italia a ricoprire una carica di tale importanza.
Gli dedicano un concerto Les Anarchistes, band di Carrara (città
simbolo del movimento anarchico) che recupera e rivaluta la musica libertaria della tradizione italiana rivisitata in chiave moderna. La scrittura della canzone popolare nella loro interpretazione risulta assai variata nella forma rispetto all’originale, ma questa variazione la rivitalizza, la rinnova e ne preserva intatta la bellezza.
Di Canzi e del contributo anarchico alla lotta antifascista parlano Paolo Finzi, redattore di A Rivista Anarchica e due storici locali: Franco Sprega dell’Istituto Storico della Resistenza e Ivano Tagliaferri, un autore che ha studiato la parabola degli Arditi del Popolo a Piacenza e in Italia e la vicenda degli anarchici piacentini nella guerra di Spagna.
L’AMNESIA DEL MALE
A sessant’anni dalla liberazione di Auschwitz c’è ancora chi nega lo
sterminio per mano nazista degli ebrei (e degli zingari, dei testimoni di Geova, degli omosessuali, dei comunisti…) o che tenta di ridurne la portata numerica e storica. Chi sono, che cosa dicono e quali fini perseguono i negazionisti? La ritualizzazione della memoria è uno strumento efficace contro la manipolazione della storia? Ne parla Francesco Cassata, storico dell’Università di Torino.
Per chi è sopravvissuto alla deportazione, le tesi negazioniste sono un insulto e un sogno. La centralità della memoria ribadita attraverso un paradosso: Nonno Rosenstein nega tutto, reading musicale dal romanzo di Marco Bosonetto, con il Nonno Rosenstein Kletzmer Quartet. “La nostra musica, quella dei ghetti liquidati, degli shtetl distrutti, dovevamo tenerla in vita come un incubo perché chi aveva tentato di spazzarci via sapesse che aveva fallito e noi danzavamo ancora nei cortili, tessevamo foreste di suoni attorno a meravigliose radure di silenzio”