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segnalato ad infoantifa@ecn.org:
L’ANPI regionale del Lazio contro il revisionismo e la violenza neofascista
Incontro alla “Casa della Memoria” di Roma per il 25 ottobre ’06, alle 17,00.
Ai signori Presidenti / Segretari
Nazionali, Regionali e delle Federazioni dei Partiti politici, dei Sindacati CGIL-CISL- UIL
delle ass. ANCFARGL, ANED, ANEI, ANFIM, ANPPIA, APC, FIAP, Museo di Via Tasso,
Delegato del Sindaco alla Memoria, C. lo Bosio, IRSIFAR, C. lo Giustizia e Libertà., della Fondazione Di Vittorio, Fondazione Gramsci, Fondazione Basso, Fondazione P. Nenni,
Fondazione Sturzo, ACLI, ARCI, Opera Nomadi, della società civile, movimenti.
L’ ondata di revisionismo storico che si esprime in varie forme, pubblicistiche e politiche, ha una ricaduta nelle amministrazioni locali rette dalla destra che intitolano strade e luoghi pubblici a personaggi fascisti del Ventennio ma anche della Repubblica di Salò, e provoca e alimenta, a nostro parere, un rinnovato squadrismo che si esprime, come quello da cui trae origine, con l’ aggressione, specialmente, a giovani della sinistra, o solamente impegnati in attività sociali. I fatti di sangue, bastonature e accoltellamenti, anche mortali, non si contano (solo a Roma e nel circondario ne sono stati denunciati, in questi ultimi tempi, 135). Contemporaneamente si sconciano lapidi e altri simboli della Guerra di Liberazione, si imbrattano i muri, specie in prossimità degli edifici scolastici, con scritte, anche razziste, che irridono alla democrazia, alla convivenza civile, si compiono atti intimidatori contro sedi di partiti e centri sociali.
Rispetto a tutto ciò registriamo l’eccessiva tolleranza da parte delle autorità di polizia che spesso fanno risalire le aggressioni a fenomeni di teppismo, non originato da ideologie politiche o da organizzazioni che le praticano, appunto, in forma violenta.
In alcuni casi, anche recenti, come è accaduto con il raduno internazionale di Marta (Viterbo) – 29 sett. – 1 ott.- manifestazioni neonaziste e neofasciste che secondo la Costituzione norme transitorie e la legge Mancino del 1995 sono proibite, qualificate reati da punire con la reclusione, sono state protette nel loro svolgimento, pretestuosamente, dalle pubbliche autorità come se l’invito alla popolazione a parteciparvi, mediante manifesti e comunicati sulla stampa, non le rendesse pubbliche benché svolte in luogo privato.
Se le manifestazioni fasciste sono il più delle volte assimilabili a squallide forme di folclore praticate da una stretta minoranza, e se riteniamo anche noi che la libertà di riunione ed espressione siano valori primari, tuttavia crediamo che gli episodi su menzionati siano sintomi di un male profondo che se sviluppato, come la storia insegna, può creare serie insidie nei confronti del nostro vivere democratico e alla promozione di una società ancora più libera e più giusta, non essendo state realizzate tutte le istanze che noi partigiani abbiamo avanzato e affidato all’ interpretazione dei padri costituenti, reperibili nelle norme propositive della Carta.
Purtroppo costatiamo che il revisionismo storico, strumentale, non viene affrontato politicamente e culturalmente in modo adeguato dalle forze politiche storicamente espressione della Lotta di Liberazione o partecipi dei suoi valori, ma lungi da noi il volere muovere critiche superficiali, intendiamo sollecitarle ad affrontare, con noi e con le associazione e movimenti della società civile, il tema dell’ antifascismo, ritornato drammaticamente attuale.
Invitiamo pertanto i rappresentanti delle forze politiche, sindacali, culturali e della società civile alla Casa della Memoria e della Storia, Roma, via di San Francesco di Sales 5 , il 25 ottobre alle ore 17 per affrontare realisticamente la situazione dell’ involuzione democratica, e delle sue ricadute, al fine di ricavarne comuni conseguenze e propositi operativi.
Cordiali saluti
Massimo Rendina
Presidente dell’ANPI di Roma e Lazio
Roma, 11 ottobre 2006
anpi.roma@comune.roma.it
http://www.resistenzaitaliana.it/
manifestazioni antifa