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Il consigliere regionale punta il dito sulla cerimonia di Forza Nuova in Piazza Pola e denuncia le infiltrazioni di destra tra gli ultras del Treviso
Atalmi: il saluto fascista è un reato
Appello a giudici e autorità: legge in vigore, prefetto e questore intervengano
Quella cerimonia paramilitare, quel saluto fascista di gruppo in Piazza Pola, in altri tempi (ma la legislazione non è cambiata) sarebbero stati oggetto di indagine da parte della magistratura. Quel che non può essere – sottilinea Micola Atalmi, segretario regionale del Partito dei comunisti italiani – è che passino nel silenzio. La cerimonia di deposizione di una corona di fiori ai «martiri delle foibe», seguita da una chiara professione di fede da parte degli esponenti di Forza Nuova, diventa un caso politico cittadino. E Atalmi non intende lasciare che ciò che è successo il 10 febbraio in centro città vada in fretta nel dimenticatoio, lasciando che quella cerimonia, surreale quanto concreta, diventi un fiore all’occhiello per gli esponenti dell’ultra-destra. Preceduto, per la verità, da un’incursione provocatoria contro il convegno su «Fascismo e foibe» organizzato dall’Anpi a Ca’ dei Carraresi.
E Atalmi chiede che, a fronte di documentazioni chiare come quelle fotografiche, le autorità intervengano. «Il 10 febbraio, Giornata del Ricordo – scrive il consigliere regionale dei Comunisti italiani – in piazza Pola a Treviso, i soliti fanatici del neofascismo locale si sono esibiti nel saluto romano, che è stato fotografato e riportato dalla stampa. Essi appartengono al micro partito Forza Nuova che propaganda tutto il peggior armamentario di ideologie nazifasciste, strumentalizzando, in questo caso, persino le vittime della tragedia delle foibe. Riteniamo non sia giusto che costoro ostentino a Treviso, città medaglia d’oro della Resistenza, il deprecato saluto che più di sessant’anni fa apparteneva a chi opprimeva, torturava e uccideva i patrioti italiani».
Ma il fatto di Piazza Pola ha abbondanti precedenti, che il consigliere regionale ricorda così: «Lo scorso 27 gennaio, Giorno della Memoria – aggiunge ancora Nicola Atalmi – quei giovani hanno organizzato un gazebo in Piazza Indipendenza, esponendo i simboli di un passato unanimemente condannato. Chi li ha autorizzati non ha tenuto conto di quanto il loro comportamento risultasse offensivo nei confronti delle vittime del genocidio degli ebrei compiuto dai nazisti con la collaborazione dei fascisti italiani. Il 25 aprile di due anni fa, in Piazza Borsa, essi fecero provocatoriamente il saluto romano all’indirizzo dei partigiani di ritorno dall’omaggio ai cippi dei resistenti caduti per la libertà di tutti. Sono note inoltre le aggressioni di stampo squadristico realizzate in varie occasioni nelle vie di Treviso ai danni di altri giovani». Ma Atalmi non rinuncia nemmeno alla stretta attualità legata agli “stadi roventi” del calcio. «Forza Nuova a Treviso – spiega -infiltra militanti tra le fila degli ultras, con le conseguenze tragiche che abbiamo visto recentemente anche a Catania. Si ricorda che esistono delle norme di legge che vietano simili comportamenti, per esempio la cosiddetta Legge Scelba del 1952 (n. 645), la cui efficacia nel nostro ordinamento è stata ribadita con tre successive sentenze della Corte Costituzionale – la n. 1/1957, la n. 7/1960 e la n. 4/1972 – e con la Legge n. 205 del 25 giugno 1993, detta Legge Mancino».
«Ci auguriamo – chiede Atalmi – che il documento fotografico citato, inequivocabile prova di quanto accaduto, spinga finalmente a intervenire chi di dovere (il Prefetto, il Questore ecc.) in modo da far cessare le manifestazioni chiaramente apologetiche del passato regime fascista, come i saluti, le grida, gli slogan e gli atti di violenza esibiti da Forza Nuova nelle piazze della nostra città. Non vorremmo che anche a Treviso l’odio ideologico e la violenza ritornassero di triste attualità».
(13 febbraio 2007)