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Tensione, senza scontri, a Torino per neofascisti e antifascisti in piazza
Negozi chiusi,quasi nessuno per le strade solitamente affollate del sabato pomeriggio, bar che scendono le serrande in anticipo. Un pomeriggio di fine settimana strano a Torino dove si contrapponevano due cortei, uno della Fiamma tricolore e l’altro dei giovani antifascisti, quasi in contemporanea. I manifestanti di destra – secondo gli organizzatori circa mille -di cui molti provenivano da altre città tra cui Milano e Padova – sono partiti da corso Bolzano, nei pressi della Questura, sfilando in corteo con slogan sulla casa come: «Voglio mutuo sociale e casa di proprietà», e anche: «Per ogni clandestino sotto pagato c’è un italiano a casa sottopagato». I giovani di sinistra si sono radunati in un presidio antifascista in piazza Statuto e da lì hanno deciso di sfilare in corteo anche loro verso via del Carmine, corso Valdocco e corso Regina Margherita per arrivare a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà Umanistiche dell’Università di Torino. Un migliaio all’incirca, scortati da cordoni di polizia, hanno camminato dietro lo striscione «Nessuno spazio ai fascisti», firmato da una “Assemblea Antifascista”, sigla che racchiude gli appartenenti ai centri sociali, a Rc e ai Comunisti italiani torinesi. Nella scorsa notte e stamani, gli agenti hanno effettuato vari controlli e bonifiche nelle zone delle due manifestazioni, sequestrando e facendo portare via mucchi di cubetti di porfido e altri oggetti, abbandonati da sconosciuti ma forse depositati in attesa di possibili scontri. Non appena il presidio si è trasformato in corteo non autorizzato, la polizia ha caricato i ragazzi dei centri sociali. Poi dopo un lungo parlamentare, è stata permessa una manifestazione fino a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà universitarie umanistiche
5/2/2007
Per l’estrema destra niente “saluti romani”
La polizia è intervenuta alle 8 per cacciare gli squatter da piazza Lamarmora: un’azione preventiva che ha evitato incidenti
Fiamma da una parte, antifascisti dall’altra e un solo blitz
LODOVICO POLETTO E MASSIMO NUMA
TORINO
Millecinquecento dimostranti da una parte, quella dell’Assemblea antifascista, e mille dall’altra, quella di Fiamma tricolore. Eccoli qui i numeri dei partecipanti, secondo gli organizzatori, ai due cortei del sabato di Torino. Una giornata preceduta da tensioni e qualche incertezza. Ma, alla fine, tutto si è risolto nel migliore dei modi: i cortei non si sono incontrati, i temuti incidenti non ci sono stati, e lo spettro degli scontri di Milano di un anno fa sono stati cancellati. Neanche la sortita degli squatter, che nella notte tra venerdì e sabato avevano occupato piazza Lamarmora, ha turbato gli animi: i trenta dimostranti sono stati sgomberati alle 8 del mattino da un massiccio spiegamento di poliziotti e carabinieri. E piazza Lamarmora non viene occupata. Così come piazza XVIII dicembre, voluta da entrambi i blocchi.
Il resto è la storia di due manifestazioni che la questura ha gestito nel migliore dei modi. I dirigenti della «Fiamma Tricolore», il segretario nazionale Luca Romagnoli e il segretario del Piemonte, Valerio Cignetti, sono euforici: «Abbiamo dato una lezione di civiltà a chi voleva gli scontri a tutti i costi. E’ stata una manifestazione pacifica, dunque una potente dimostrazione di forza». I giovani della «Fiamma» sono arrivati da tutta Italia. Massiccio il servizio d’ordine, formato da militanti «armati» di grosse aste di legno. Slogan e canzoni del repertorio dell’estrema destra, qualche croce celtica sugli striscioni ma – va sottolineato – nessun saluto romano, né cori né canzoni ispirate al fascismo. Solo in corso Matteotti, alle finestre di una soffitta, è comparso un poster rosso con l’immagine di Che Guevara. Quelli della «Fiamma» si sono fermati ed è partito lo slogan più gettonato: «Antifascisti dove siete?».
Più una serie di insulti dedicati ai lontanissimi oppositori che lanciavano, a loro volta, altre frasi poco gentili in merito alla selva di bandiere nere. Ma è stata una parentesi rapida. I manifestanti hanno poi raggiunto la Crocetta e si sono ritrovati davanti all’Unione Industriale. Fotocopia il corteo antifascista. Non si presenta Heidi Giuliani, ma ci sono esponenti dei comunisti italiani (Vincenzo Chieppa) e di Rifondazione (il consigliere regionale Juri Bossuto e il deputato Marilde Provera e il consigliere comunale Luca Cassano). «Torino è antifascista: e questa mobilitazione di massa lo dimostra. Non si possono dimenticare i sacrifici di operai e partigiani che hanno combattuto per la libertà» dicono ai megafoni quelli dell’Assemblea.
La scelta del questore Berrettoni di lasciare piazza Lamarmora libera smorza ogni tensione. I funzionari di polizia che dirigono l’ordine pubblico, Sanna e Di Gaetano, in accordo con il capo della Digos, Petronzi, risolvono ogni guaio. Il sabato più temuto dell’ultimo anno è un guaio solo per gli automobilisti.
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