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Le attività del gruppo ultrà laziale negli atti della Digos alla Procura. “Il direttivo decideva tutto”
Irriducibili, violenza e affari
Marino Bisso
Il business – La registrazione di un marchio per vendere abbigliamento e gadget in quindici negozi
«Ideologia ultras» ma anche «business ultras». Sono le parole chiave dell´informativa della Digos sugli Irriducibili della Lazio. Venti pagine piene zeppe di date e nomi per ricostruire la nascita, l´ascesa, gli intrecci con l´estrema destra ma anche gli affari dello storico gruppo del tifo estremo biancoceleste della curva Nord. Un percorso segnato da violenza e scontri con la polizia.
Il movimento ultrà. «Dal 1987 gli Irriducibili hanno una sede nel quartiere Ostiense e sono guidati da un ristretto gruppo di persone definito direttivo (composto da Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik; Yuri Alviti e Fabrizio Toffolo) attraverso i quali passa ogni decisione. Gli Irriducibili hanno travalicato i confini dello stadio per assumere nel tempo le caratteristiche di un vero e proprio movimento paladino della mentalità ultras – annotano gli investigatori della Digos – con spiccate capacità aggregative e possibilità di indirizzare gli umori della piazza anche per iniziative violente».
Il business commerciale. «Il primo passo dell´evoluzione è stata la registrazione del marchio commerciale “Originals fans” attraverso il quale il direttivo degli Irriducibili è riuscito a sviluppare un´avviata attività economica di distribuzione di abbigliamento e gadgets con i colori della squadra laziale – si legge nell´informativa – . Un´attività che si è inserita in uno spazio di mercato lasciato vuoto dai vertici della società calcistica capitolina, allora guidata dalla famiglia Cragnotti». Ed ancora: «La presenza di quindici punti vendita sul territorio, la maggior parte luoghi di riferimento per l´organizzazione di trasferte e la distribuzione dei biglietti delle partite, ha palesemente aumentato la visibilità del gruppo Irriducibili. Da qui la definitiva affermazione dei soggetti appartenenti al direttivo attraverso anche la creazione del format radiofonico “La voce della Nord” e anche dell´omonima fanzine distribuita all´Olimpico».
Violenza & croci celtiche. «Gerarchicamente organizzato, con notevoli capacità aggregative, deliquenziali e di istigazione alla violenza. Nel nome della mentalità ultras, le forze dell´ordine sono il principale nemico da combattere». Con questa analisi la Digos tratteggia l´inclinazione criminale del gruppo ultrà «ideologicamente attestato sulle posizioni della destra più radicale». Ed è in questo contesto che si inseriscono gli scontri con le forze dell´ordine del 2000 davanti alla Federcalcio. Una manifestazione non autorizzata contro presunti torti arbitrali, segnata da fenomeni di guerriglia urbana con tanto di lancio di una bottiglia incendiaria contro la polizia. Già allora la Digos aveva rilevato la presenza di numerosi militanti del movimento d´estrema destra Forza Nuova. Lo stesso sito degli Irriducibili risulta essere stato registrato da «Stefano Andrini conosciuto per la sua appartenenza ai gruppi neofascisti Movimento politico occidentale e Alternativa nazionale popolare». Ma oltre a svastiche, croci celtiche e striscioni razzisti esposti in curva Nord, nel 2001 da un costola degli Irriducibili nasce “Banda Noantri”: il gruppo formato da militanti dell´estrema destra si scioglie ufficialmente il 28 agosto 2005 dopo «un confronto con il direttivo degli Irriducibili e il rientro di un certo numero di tifosi nel sodalizio storico degli ultras laziali».
(23 febbraio 2007)