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26/4/2007 (8:16) – VIA ORBETELLO
Una svastica offende il ricordo della Liberazione
Il muro della sede Anci imbrattato dai “Fascisti militanti”
A Chivasso il mercato vale più della memoria
Simbolo e scritte inneggianti al Duce, “Partigiani vigliacchi” nella sede Anpi
MAURIZIO TROPEANO
TORINO
Vittoria ha 92 anni e ieri pomeriggio piegava i biglietti per la sottoscrizione a premi che la sezione Anpi della Quinta circoscrizione organizza ogni anno per celebrare il 25 aprile. Quella scritta nera con una svastica gigante disegnata sui muri delle sede di via Orbetello 29 la indigna perché «tracciata da chi non ha memoria». Simone Bertin ha 23 anni è furibondo perché «questa provocazione fascista è stata premeditata». Simone e Vittoria sono due dei 120 iscritti all’associazione partigiani che ieri hanno fatto festa anche «per non piegarsi» a quelli che si definiscono «fascisti militanti» e «white soldiers».
Mani ignote hanno imbrattato i muri d’ingresso della sede e hanno lasciato una lettera di rivendicazione inneggiante al Duce, sequestrata dalla Digos. In Questura tendono a non dare troppo peso al gesto. Un atto isolato. Il problema è che l’hanno fatto dei giovani, come si legge in quella pagina a quadretti scritta in stampatello con tanto di data, il 24 aprile, e ora di stesura, le 20 e trenta. L’idea dell’azione contro quelli che vengono definiti i «vigliacchi» è maturata davanti ad un piatto di «spaghetti al sugo e una birra Peroni, una cena tipica italiana». Giovani che hanno riletto la storia a modo loro e che si dimostrano nostalgici del fascismo e dell’Impero.
Pettini chiederà alla Provincia, proprietaria dell’immobile, di mandare qualcuno a cancellare quella scritta e racconta di «provocazioni fasciste» che si ripetono nel corso degli anni. Contro le bacheche della sezione – che come ricorda Rosi sono state più volte distrutte e ricostruite – e contro le lapidi che ricordano i partigiani caduti. «Lapidi che i fascisti hanno rotto e che abbiamo sostituito», spiega Pettini. In Borgo Vittoria hanno combattuto gli uomini dell’Ottava Brigata Sap guidata da Ezio, il fratello più giovane di Mauro Pettini.
I morti dell’Ottava caddero tutti tra il 26 e il 27 aprile del 1945 durante l’assalto alla Cascina La Bassa. Scontri che sono diventati un’epopea che i vecchi raccontano ai giovani. La principale attività della sezione Anpi è proprio tener viva la memoria. Dieci anni fa Bertin vinse il concorso riservato agli studenti del quartiere. Adesso, come consigliere di circoscrizione, farà parte della giuria che esaminerà gli elaborati degli adolescenti del terzo Millennio. Il suo messaggio? «Resistenza, sempre».
26 aprile 2007
Repubblica
[...] E a Torino sul muro della sede dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi) è stata tracciata una grande scritta “Skinheads” accompagnata da una svastica.
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Adnkronos
[...]Sempre oggi, a Torino, una svastica e una scritta ‘skin heads’ di 2 metri per 1, sono comparsi sui muri della sede provinciale dell’Anpi torinese. Sul posto è intervenuta la Digos.
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Il Sole24 ore
[...]A Torino una svastica, accompagnata dalla scritta “skinheads” di 2 metri per 1, è comparsa sui muri della sede dell’Anpi, in via Orbetello 21. Sul posto sono intervenute la Digos e la polizia scientifica per i rilievi.
[...]
TORINO: Una svastica sul muro della sede dell’ANPI di Via Orbetello, firmata “Skinheads-White Soldiers”, e una delirante lettera di rivendicazione, sono comparse, nella notte tra il 24 ed il 25 aprile, nella Torino che si preparava alla commemorazione del 25 aprile.
Un gesto provocatorio, sicuramente opera di gruppuscoli non organizzati, che non preoccupa più di tanto la cittadinanza, anche viste le improbabili frasi contenute dalla rivendicazione: “Ore 20.30, stiamo cenando, una tipica cena italiana, spaghetti al sugo e una birra Peroni”, e ancora “Voi che avete perseverato in atti di violenza anche dopo la caduta dell’impero del duce non siete degni di avere una festa nel calendario italiano! (...) L’unica giustizia è quella divina! (...)” ed infine “rimarremo fino alla morte fedeli al duce Benito Mussolini che ci avete tolto!”.
La città di Torino, Medaglia d’oro alla Resistenza, e città in cui più di duemila persone sono scese in piazza, in occasione della mobilitazione “per un febbraio antifascista” contro due iniziative dei neofascisti, ribadisce la propria volontà di frenare qualsiasi estemporaneo rigurgito fascista, e di non lasciare, oggi come ieri, nessuno spazio ai fascisti