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Atto vandalico in via Monte Bianco, a Roma
Bruciata lapide che ricorda Valerio Verbano
Il giovane militante di Autonomia operaia ucciso 27 anni fa da un commando dei Nar. Veltroni telefona alla madre. Cento: «Vigliacchi»
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La madre di Valerio Verbano con una foto del figlio (Guaitoli)
La madre di Valerio Verbano con una foto del figlio (Guaitoli)
ROMA – Bruciate la lapide, la corona di fiori e la bandiera deposte dal Comune: così è apparso sabato mattina il luogo che, in via Monte Bianco, nel quartiere romano di Montesacro, ricorda l’uccisione di Valerio Verbano, il giovane militante di Autonomia operaia che 27 anni fa – il 22 febbraio 1980 – fu ucciso all’età di 18 anni da un commando dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari, un gruppo terroristico d’ispirazione neofascista attivo dal 1977 al 1981). I killer lo avevano aspettato in casa sua, dopo aver immobilizzato i genitori.
La lapide bruciata (Ansa)
La lapide bruciata (Ansa)
VELTRONI – Ed è stata proprio la madre di Valerio, che oggi ha 83 anni, a scoprire l’insulto alla lapide. Lei non ha ancora perso la speranza che gli assassini di suo figlio possano essere individuati. «È l’ennesimo atto di vandalismo che fanno questi vigliacchi» ha detto. Il sindaco Walter Veltroni ha telefonato alla donna appena appresa la notizia ed è stata immediatamente disposta la ripulitura della lapide e il ripristino della corona di fiori. Lo scorso anno, nell’anniversario della morte (il 25 febbraio), il sindaco Veltroni aveva intitolato a Valerio Verbano un viale nel Parco delle Valli, nel cuore di Montesacro, quartiere in cui abitava.
MARRAZZO – «Un atto di enorme inciviltà – ha detto il presidente del Lazio, Piero Marrazzo -. Offendere e danneggiare la targa in memoria del giovane Valerio Verbano, una delle vittime di una fase della nostra storia che tutti vogliamo continuare a considerare lontana e fuori del tempo, ferisce profondamente la famiglia di quel ragazzo morto quasi 30 anni fa ma anche la società nella sua totalità. Una società che con tutti i suoi cittadini e le sue istituzioni deve stringersi intorno a chi nel passato ha incolpevolmente pagato la follia di una politica fatta di violenza e sopraffazione».
CENTO – «È un fatto grave e vigliacco, che va condannato con forza»: così il deputato dei Verdi, Paolo Cento, sottosegretario al ministero dell’Economia, ha commentato la vicenda. Dopo una telefonata con la mamma di Valerio, alla quale ha espresso solidarietà, Cento ha stigmatizzato quanto accaduto in via Monte Bianco «dove una banda di fascisti ha danneggiato la lapide. Esprimo la mia piena solidarietà alla famiglia Verbano – ha proseguito il deputato dei Verdi – che ancora una volta vede oltraggiato il ricordo del figlio, ucciso barbaramente dai Nar. È necessario che l’intera comunità democratica della città di Roma si stringa intorno alla famiglia e respinga questo tentativo di creare un clima inaccettabile di tensione e violenza politica».
FASCICOLO – La procura di Roma aprirà un fascicolo sull’atto vandalico compiuto ai danni della lapide che ricorda Valerio Verbano. Gli inquirenti attendono di conoscere nel dettaglio il rapporto degli investigatori che hanno fatto i rilievi in via Monte Bianco. Il reato che potrebbe essere ipotizzato è danneggiamento aggravato.
19 maggio 2007
ROMA – Fuoco alla lapide che ricorda Valerio Verbano, il diciottenne militante di Autonomia operaia, che 27 anni fa, fu ucciso da un commando dei Nar. Nella notte, la mano di qualche vandalo ha incendiato oltre che la lapide anche la corona di fiori e la bandiera deposte dal Comune di Roma. A scoprire l’insulto alla stele è stata la mamma di Valerio che oggi ha 83 anni enon ha ancora perso la speranza che gli assassini di suofiglio possano essere scoperti. “E’ l’ennesimo atto di vandalismo che fanno questi vigliacchi” ha detto con la voce strozzata dall’emozione e dalla rabbia.
La procura di Roma ha annunicato che aprirà un fascicolo sull’atto vandalico. Il reato che potrebbe essere ipotizzato al momento è danneggiamento aggravato.
“E’ stato un atto scellerato, che contrasta con lo spirito con cui in questa città stiamo cercando di costruire la memoria di quegli anni orribili e deliranti che il nostro paese ha vissuto”. La condanna del sindaco di Roma Walter Veltroni è ferma e dura: “Stamattina ho sentito la mamma di Valerio, le ho detto che in giornata sarà ripristinato tutto e che ho mandato una mia corona per ricordare suo figlio ucciso, non dimentichiamolo, con un colpo di pistola alla schiena mentre i suoi genitori erano imbavagliati e legati. Si trattò – ha detto il sindaco di Roma – di uno degli atti più efferati e criminali del terrorismo fascista di quegli anni. Bisogna evitare che ci siano propaggini del clima di quel periodo. Bisogna evitare il clima di odio”.
Ferma condanna all’atto di vandalismo è stata espressa anche dal presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra (“Gesto orribile. Auspico che le Forze dell’ordine possano quanto prima individuare i responsabili”), e dal presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo (“Un atto di enorme inciviltà. Danneggiare quella targa ferisce anche la società nella sua totalità”).
(19 maggio 2007)
vandalismi_minacce