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pubblicato il 4.07.07
Palermo, arriva lo xenofobo Le Pen accolto con molotov e bombe carta
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Molotov a Palermo contro Le Pen Fermati cinque giovani

PALERMO (3 luglio) – Tafferugli e bombe molotov a Palermo per la visita del leader ultranazionalista francese Jean Marie Le Pen, in Sicilia per una tre giorni sul tema dell’immigrazione clandestina e delle sue ricadute in Italia e in Europa. Una ventina di giovani incappucciati ha lanciato alcune bottiglie molotov e bombe carta nel giardino antistante la porta del San Paolo Palace, sede della conferenza. Sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno spento le fiamme prima che provocassero danni.

Dopo l’assalto cinque i giovani sono stati accompagnati in Questura e interrogati dalla Digos. Tra le persone sentite dalla polizia, tutte con precedenti penali per invasione di terreno, edifici, danneggiamento, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, c’è anche un cittadino olandese. Secondo la ricostruzione degli investigatori il gruppo, arrivato davanti all’albergo con un autobus di linea, avrebbe scagliato contro la recinzione 3 molotov, due fumogeni e 3 bombe carta. La deflagrazione ha sbalzato contro il muro un poliziotto che ha riportato un trauma contusivo alla spalla destra ed è stato ricoverato all’ospedale Buccheri la Ferla. In via Cappello, vicino all’hotel, gli agenti hanno trovato poi 2 giubbini neri, un passamontagna, due catene, dieci spranghe, alcune bandiere rosse e guanti neri. La Scientifica li sta analizzando per risalire al Dna.

Oltre a Le Pen sono in Sicilia, in rappresentanza del gruppo “Identitè,
tradition, sovranite” (Identità, tradizione e sovranità, Its), parlamentari europei dei principali partiti e movimenti di destra francesi, belgi, bulgari, rumeni e italiani, e il segretario nazionale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, Luca Romagnoli.

Il blitz è durato pochi minuti. Una ventin di ragazzi, appena scesi da un autobus, hanno indossato cappucci e sciarpe e hanno lanciato tre molotov e alcune bombe carta all’interno del piazzale dell’hotel San Paolo Palace, presidiato in quel momento da una decina di poliziotti del reparto mobile. Subito dopo il lancio, i ragazzi hanno abbandonato cappucci e catene in una stradina e sono fuggiti.

Poliziotti e carabinieri hanno poi circondato l’hotel, mentre Le Pen assieme alla delegazione raggiungeva l’albergo dove ha poi tenuto una conferenza stampa a bordo di un pullman scortato dalla polizia. Il Movimento sociale Fiamma Tricolore accusa dell’agguato gli antagonisti del centro sociale Ask191, che invece smentiscono. «È stata una protesta banale. Sarebbe ridicolo commentare», ha detto al suo arrivo nell’hotel Le Pen, mentre una decina di giovani dei centri sociali ha gridato insulti al politico francese: «Vai via bastardo razzista».

Prima dell’incontro con la stampa, Le Pen ha visitato il Duomo di Monreale. Camicia candida, pantaloncini corti, panama bianco acquistato in una bancarella, il leader del Fronte nazionale ha spiegato il senso della sua visita di domani a Lampedusa, «punta mediatica, ma non sostanziale», come la definisce l’eurodeputato Luca Romagnoli della Fiamma Tricolore, dell’ondata di immigrazione verso l’Europa. Accompagnato da Bruno Gollnisch, presidente del gruppo parlamentare di Strasburgo dell’Its, che raccoglie 23 deputati di sette paesi che si riconoscono nel nazionalismo più conservatore, Jean Marie Le Pen ha riproposto le tesi già note del suo movimento: no agli immigrati che «portano povertà a tutti gli Stati, l’Europa non ne ha bisogno, ci sono milioni e milioni di disoccupati europei pronti a lavorare al posto loro». Le Pen ha parlato della globalizzazione, non come di un fenomeno naturale, ma di un progetto le cui strategie sono state enunciate dal miliardario americano Rockfeller: «Si è detto contento che i governi si uniformassero alle scelte economiche che avrebbero condotto alla scomparsa delle nazioni. Dobbiamo difenderci da tutto questo».

messaggero


Il leader nazionalista in Sicilia per un dibattito sull’immigrazione.
Blitz di una decina di ragazzi. Un agente colto da malore.
Palermo, arriva lo xenofobo Le Pen
accolto con molotov e bombe carta

Palermo, arriva lo xenofobo Le Pen
accolto con molotov e bombe carta

La polizia schierata davanti all’hotel di Le Pen
PALERMO – Jean Marie Le Pen sbarca a Palermo, e riceve un’accoglienza a base di molotov e bombe carta. Il leader del Front National doveva partecipare, assieme a una delegazione del gruppo parlamentare europeo “Identità, Tradizione e Sovranità”, a una conferenza sui flussi migratori all’hotel San Paolo Palace.

Con un’operazione-lampo venti ragazzi, appena scesi da un autobus, hanno indossato cappucci e sciarpe per poi lanciare tre molotov e alcune bombe carta nel piazzale dell’albergo, presidiato in quel momento da una decina di poliziotti del reparto mobile, che attendevano l’arrivo del leader nazionalista.

Subito dopo il lancio, i giovani hanno lasciato cappucci e catene in una stradina e sono fuggiti. Alcuni sono stati presi e portati in questura per gli interrogatori. Cinque di loro sono stati fermati. Nelle vicinanze dell’albergo sono stati rinvenuti 10 tubi in ferro, 2 catene, un passamontagna e diverse bandiere rosse. Un poliziotto ha accusato un malore, mentre i vigili del fuoco hanno spento le fiamme scatenate dalle bottiglie incendiarie. Non si è verificato alcun danno grave.

Le Pen ha poi raggiunto l’albergo, e ha tenuto una conferenza stampa a bordo di un pullman, scortato dalla polizia. Il Movimento sociale Fiamma Tricolore ha accusato dell’agguato gli antagonisti del centro sociale Ask191, che hanno immediatamente smentito. Il leader xenofobo, dal canto suo, ha detto di essere “abituato alla violenza degli avversari”.

Prima dell’incontro con la stampa, Le Pen ha visitato il Duomo di Monreale. Camicia candida, pantaloncini corti, panama bianco acquistato in una bancarella, ha spiegato il senso della sua visita di domani a Lampedusa, “punta mediatica, ma non sostanziale” dell’ondata di immigrazione verso l’Europa, come la definisce l’eurodeputato della Fiamma Tricolore Luca Romagnoli, battezzato da Le Pen come il vero erede di Giorgio Almirante.

Accompagnato da Bruno Gollnisch, presidente dell’Its, gruppo parlamentare che a Strasburgo raccoglie 23 deputati ultra-conservatori di sette paesi, il capo del Front National ha riproposto le tesi già note del suo movimento. No agli immigrati, che “portano povertà a tutti gli Stati”, e di cui l’Europa non ha bisogno, perché “ci sono milioni e milioni di disoccupati europei pronti a lavorare al posto loro”. Sì alla difesa dell’identità culturale del Vecchio Continente.

Il leader nazionalista ha detto che la globalizzazione non è un fenomeno naturale, ma un progetto le cui strategie erano state enunciate dal miliardario americano Rockfeller, secondo cui “i governi si dovevano uniformare alle scelte economiche che avrebbero condotto alla scomparsa delle nazioni”. Un processo dal quale, secondo Le Pen, “bisogna difendersi ad ogni costo”.

(3 luglio 2007)

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