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Dax, cancellato il murale
Alla fine è stato cancellato. Il murale che ritraeva Davide “Dax” Cesare, il giovane del centro sociale Orso ucciso nel 2003, a 26 anni, da due esponenti di estrema destra, in via Brioschi ora non c’è più, cancellato durante i lavori di pulizia della Darsena. Martedì l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi aveva assicurato che il murales non sarebbe stato cancellato, ma le cose sono andate diversamente. “Sì è stato ripulito anche quel muro, come gli altri lì attorno”, ha spiegato l’assessore all’Arredo urbano, Maurizio Cadeo. Ma gli autori del murale non ci stanno: il murale verrà rifatto “più grande e più bello” assicurano i ragazzi del collettivo VolksWriters. Addolorata della cancellazione anche la madre di Dax, Rosa Piro. La donna ha chiesto al sindaco “un altro spazio dove possa essere ridipinto un murale, che, oltre a ricordare mio figlio, sia di monito perchè tutto ciò non si ripeta”.
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Cancellato il murales di Dax, a Milano scoppia la polemica
Assessore vade retro. La Cdl vuole fare piazza pulita, anche di quel murales in ricordo di Dax, e pulizia è stata, completa. I lavori non si sono fermati di fronte ai sentimentalismi di chi vedeva in quel murales un simbolo dell’antifascismo militante, dell’odio che serpeggia anche per motivi politici.
E il coro di proteste si alza impetuoso: Irma Dioli, l’assessore alla Pace, Partecipazione e Politiche Giovanili della Provincia di Milano, fa notare che il murales rappresentava un modo bello e importante per conservare la memoria di una vittima dell’odio.
Per contro, tra le dichiarazioni favorevoli, c’è ne una emblematica. Carlo Fidanza di An minimizza: “Dax non è morto per un atto di violenza politica, ma per una banale lite da bar”.
Il gesto del comune rappresenta l’ennesimo colpo basso alla memoria storica della città, “l’ennesimo gesto revisionista che mira a cancellare i conflitti sociali con la bacchetta magica” tuonano i rappresentanti dei centri sociali. Del gesto del comune gioiscono i simpatizzanti di estrema destra, che già avevano sfregiato il murale nel 2006.
L’assessore Dioli, insieme agli esponenti all’intiera sinistra militante e non, si augura che coloro, come l’Assessore Sgarbi, che hanno difeso l’importanza e la bellezza di quel graffito, si impegnino affinché venga rifatto nello stesso punto e con la stessa arte.
Forse la dichiarazione più intelligente l’ha rilasciata Daniele Farina, leader storico del Leoncavallo e oggi deputato di Rifondazione: “Deve essere cura di qualunque giunta valorizzare e non cancellare la memoria storica della città”.
LA MEMORIA DI DAX CANCELLATA PER SEMPRE
La memoria di Dax cancellata per sempre. Non ci sara’ piu’ nulla che ci ricordera’ di quel tragico evento, quella notte del 2003 in cui Davide Cesare e’ stato ucciso per mano di tre fascisti perche’ membro del Centro Sociale Orso.
Il murales e’ stato cancellato ( la giunta milanese in questo periodo si sta impegnando nella pulizia e nella riqualificazione della Darsena) nonostante l’opposizione dell’Assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi che aveva giudicato il graffito di buon valore estetico e che avrebbe voluto incorniciarlo in memoria di una vittima dell’odio.
Il Capogruppo di An aveva dichiarato minimizzando che “Dax non e’ morto per un atto di violenza politica, ma per una banale lite da bar”, confermando l’ondata nazionale di revisionismo storico gia’ in atto da qualche anno. Dall’altra parte, Daniele Farina, leader storico del Leoncavallo e oggi deputato di Rifondazione, ribatte che “il murale e’ un segno tangibile d’impegno civile. Dovrebbe essere cura di qualunque amministrazione valorizzare e non cancellare la memoria”.
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