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pubblicato il 11.10.07
2007/10/13 Milano: La memoria non si cancella. Manifestazione
·

NON C’E’ FUTURO SENZA MEMORIA

Sono passati più di quattro anni dall’omicidio di Davide Cesare, Dax, e questa città è molto cambiata.
Se Davide potesse passeggiare ancora per le strade di Milano vedrebbe una città sempre più grigia e sempre più spenta, che cerca di nascondere dietro qualche improbabile intervento urbanistico la sua faccia sempre più sporca, all’insegna di una continua guerra ai writers la sua incapacità di risolvere quelli che sono i suoi reali problemi.
Un modello di città elitaria passa come un bulldozer su tutte quelle forme spontanee di aggregazione sociale che hanno sempre rappresentato l’altra faccia di una Milano fredda e inospitale. Nella capitale degli intrallazzi, delle speculazioni edilizie, degli intrecci tra poteri politici, economici e malavitosi, il vero pericolo sono i migranti, i rom, gli occupanti di appartamenti, i centri sociali e anche i writers, o, come li chiama la giunta, i
graffitari.
Dietro ad inutili investimenti milionari e deliri sulla necessità di sicurezza, poi quale sicurezza, e decoro, c’è una giunta che cerca di
trasformare Milano in una città egoista, intollerante, da ridisegnare secondo i loro criteri regolati dal profitto e da un insaziabile
desiderio di legalità e ordine, in nome di politiche securitarie rivolte contro le fasce più deboli e marginali, in una classica operazione di facciata che sembra tanto simile a nascondere lo sporco sotto il tappeto…
E allora largo agli sgomberi degli spazi sociali, alle campagne di odio contro i rom e agli sgomberi dei loro accampamenti (quando qualche consigliere non ritiene sia più opportuno andarli a bruciare), alla militarizzazione del territorio, al controllo sociale e largo alla tolleranza zero verso i graffiti, alle taglie, alle multe spropositate e alla detenzione per chi imbratta. La giunta di Milano sembra non sapere quanto, invece, in altre città ed in altra nazioni i murales siano ricercati con concorsi, appoggiati e riconosciuti sia nel loro valore artistico che culturale, in Messico con le opere di Siqueiros o di Rivera su edifici pubblici, in Italia con gli affreschi che raccontano leggende e tradizioni popolari, in Argentina per ricordare i trentamila desaparecidos, a San Francisco o a San Diego, o in Europa in Irlanda, a Barcellona, a Berlino…..

Ma i cambiamenti sono anche altri: attraverso manovre politiche mirate, frutto del protagonismo della destra postfascista e del suo paladino De Corato, si cerca di trasformare la memoria storica in termini revisionistici: la vergognosa equiparazione tra partigiani e repubblichini con la proposta di costruire un sacrario comune per tutti in nome della riconciliazione e per mettere in soffitta l’antifascismo, le pressioni per intitiolare a militanti neofascisti parchi e strade in nome di un superamento della ‘stagione dell’odio’ (valido sempre e solo per rivalutare e sdoganare la destra fascista e stragista degli anni 70), difendendo l’illegittimità di covi neofascisti, come Cuore Nero, e più recentemente la decisione di cancellare il murales dedicato a Dax sulla Darsena, oltre alla volontà di fare lo stesso con quello dedicato a Carlo Giuliani e recentissimo le menzogne sull’aggressione fascista di Martedi’ 9 Ottobre in Università Statale a danno di due studenti antifascisti
A Milano non c’è spazio per una memoria antifascista e ascrivibile ai movimenti, specie se si tratta di una memoria viva, capace di comunicare, come quella rappresentata da questi murales. Quello della giunta appare come un chiaro tentativo di cancellare la memoria storica anche di questa città, con la scusa di volerla ripulire in nome di una campagna fallimentare per far apparire Milano linda e senza problemi.

Rispondiamo a tali politiche vergognose con le nostre pratiche e le nostre parole d’ordine. Torneremo sulla Darsena e riporteremo il viso di Dax nel luogo in cui era e da cui deve continuare a volgere il suo sguardo sulla città: il quartiere dove Dax è stato vigliaccamente ucciso dalle coltellate di alcuni fascisti(e non in una rissa da bar, come qualcuno vorrebbe far credere), il quartiere dove lottava contro le ingiustizie di questa città, contro razzismo e intolleranza.
Dax vive nelle strade della nostra città e noi lo ribadiremo ad alta voce, con colori e musica. Lo faremo ricordando anche Renato Biagetti, Fausto e Iaio, Varalli e Zibecchi e Giovanni Pesce, il comandante partigiano Visone.
SABATO 13 OTTOBRE DALLE 14.00 IN DARSENA
Questa è la NOSTRA MEMORIA, e questa memoria NON SI TOCCA e NON SI CANCELLA!

Sarà nell’assalto di colori con cui copriremo la Darsena la nostra rivendicazione di spazi di libertà in una città che diventa ogni giorno più soffocante. Sarà nella musica esplosa dalle nostre casse il rifiuto al continuo inasprimento del controllo sociale e alle politiche di una giunta che sgombera e distrugge le diverse forme di autorganizzazione sociale per proteggersi dalle espressioni spontanee e reali di conflitto.

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