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10 dicembre 2007 – Si è chiuso oggi il processo di 1° grado a danno di 10 antifascisti/antirazzisti torinesi accusati di “devastazione e saccheggio” per la partecipazione al corteo del 18 giugno (che fece seguito all’accolteolamento di 2 occupanti del barochhio) e ad un presidio di solidarietà con i migranti rinchiusi nel cpt dei corso Brunelleschi qualche settimana prima.
Nonostante le pene inflitte ai compagni e agli imputati siano comunque alte (da 8 a 18 mesi) questa sentenza è comunque una sconfitta per il Pm Tatangelo e tutto l’impianto accusatorio messo in piedi in più di 2 anni di iter processuale dalla Procura della Repubblica di Torino.
Un impianto tutto giocato sull’uso strumentale di un reato (quello di “devastazione e saccheggio”) come misura cautelare e politica contro i protagonisti dell’antagonismo sociale nella nostra città. Un uso già sperimentato per Genova 2001 e Milano-11 marzo.
Gli scontri di via Po non furono “devastazione e saccheggio” per il giudice che oggi ha emesso la sentenza. Per quanti erano in piazza quel giorno furono soprattutto un legittimo e coerente atto di resistenza contro le provocazioni di una Polizia che pretendeva di contare i metri di un corteo antifascista in una città medaglia d’oro della Resistenza.
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