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Pdci: Attentato nazifascista alla sede dei Comunisti Italiani di Varese
Ufficio Stampa
Roma 19 maggio 2008
La sede della Federazione provinciale del nostro Partito è stata colpita da un vile atto vandalico, presumibilmente compiuto nel corso della notte. L’ingresso della Federazione è stato danneggiato; i richiami ai nefasti idoli del fascismo e le svastiche lasciate sul luogo non lasciano dubbi sulla matrice nazifascista.
L’attentato alla sede del PDCI si inquadra in un clima pesante di attacco alla democrazia e di insofferenza per le rappresentanze politiche che la qualificano Si manifesta una nuova e preoccupante assuefazione e persino giustificazione della discriminazione e della prepotenza.
La ripresa della violenza nazifascista è sotto gli occhi di tutti, ma intorno ad essa assistiamo a colpevoli sottovalutazioni. Anche il feroce assassinio compiuto a Verona da parte di una banda con i simboli del nazifascismo , è stata da molti classificata come intemperanza giovanile.
Come a Verona abbiamo manifestato con gli antifascisti e i democratici , cosi’ a Varese poniamo in evidenza il pericolo nuovo che si manifesta con l’attuale lassismo, con la sottovalutazione del reato di apologia di fascismo e con il ricorso alla violenza che ne deriva.
Personaggi politici che avevano in passato ed hanno ripreso responsabilità pubbliche, insistono a giustificare il ricorso alla violenza privata o a minacciarlo.
In questa situazione, in cui tutto sembra ormai consentito, puo’ fermentare lo squadrismo di chi pensa di essere impunito; oggi come nel passato esso mira a colpire la democrazia ed in particolare i lavoratori.
I Comunisti Italiani e il loro Partito non si faranno intimidire dal vile attentato che ha colpito la loro Federazione.
Mentre ribadiamo l’importanza dell’inchiesta avviata in passato dalla Magistratura e dalle Forze dell’Ordine sul fenomeno del nazifascismo nella nostra provincia, riteniamo decisiva la determinazione delle forze democratiche per il rispetto della Costituzione repubblicana e la massima unità antifascista.