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pubblicato il 15.10.08
L'eredità di Haider e gli ebrei italiani
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Il leader dell'estrema destra austriaca lascia a moglie e figlie la proprietà avuta da un prozio
L'eredità di Haider e gli ebrei italiani
La tenuta fu sottratta alla vedova del proprietario grazie alle leggi razziali

KLAGENFURT — L'eredità spirituale? Ma no, l'eredità vera. Jörg Haider attende ancora d'essere sepolto, sabato, nella sua Bärental, s'attende l'ultimo saluto dei leader austriaci e la calata a Klagenfurt dei governanti d'oltreconfine come il friulano Renzo Tondo, le bandiere rosse-gialle- bianche sono ancora a mezz'asta, i ceri ancora accesi nella Piazza nuova e compare — a turbare l'immagine del leader, a cui dopo la morte è stato reso un corale tributo — quella domanda impertinente e fastidiosa: e che ne sarà adesso dei suoi — discussi, controversi — poderi?

Risposta semplice: li ereditano la moglie Claudia, 51 anni, e le figlie Ulrike, 31, e Cornelia, 28. Ma non sono noccioline. Quindici milioni di euro, circa, perché Haider era un uomo ricco al di là dello stipendio (lordo) di Landeshauptmann di 16.320 euro. Una bella casa a Klagenfurt, un appartamento medio a Vienna, un parco macchine dove spicca una Porsche Cayenne e soprattutto la Bärental. Ovvero, quasi tutti — o una bella parte — dei terreni in questa valle alpina lunga quasi 7 chilometri, la «valle degli orsi»: 1.600 ettari di proprietà. Prati, boschi, la cappella di S. Michele, all'ombra delle Karawanken e quasi fino al confine della Slovenia, anche se Haider nelle valli ha fatto togliere tutte le insegne bilingui in sloveno perché gli davano fastidio.

E così torna sui giornali la storia nota di come Haider sia diventato il padrone di queste terre una volta appartenute agli ebrei. L'eredità donatagli da uno zio acquisito, Wilhelm Webhofer, che a sua volta l'aveva ricevuta dal padre Joseph. È qui che la storia si fa drammatica: Joseph le compra per un prezzo irrisorio (300.000 marchi tedeschi), nel 1939, dalla vedova di un ebreo italiano, Mathilde Roifer. Non aveva altra scelta, la signora, dopo la promulgazione delle leggi razziali: la Bärental doveva essere arianizzata, gli ebrei schiacciati e privati delle loro ricchezze.

E Haider, a quel dono che lo ricollegava agli orrori (e ai profittatori) del regime hitleriano come ha reagito? L'ha sempre difeso, pure in tribunale. Nel 2000, la figlia di Mathilde Roifer, l'allora 73enne Noemi Merhav, l'ha citato a giudizio: reclamava la restituzione della valle. Ma Haider ha vinto, la transazione era regolare e poi la signora — sopravvissuta all'Olocausto — nel 1954 era stata ricompensata, dopo le richieste del Congresso ebraico al governo austriaco: tre volte il prezzo pagato nel '39, soldi in buona parte sborsati da Webhofer. «Per quei tempi non mi sembra proprio poco» disse una volta Haider. Cifre irrisorie, per chi ha fatto i conti: in totale, compensazioni comprese, circa un quarantesimo del valore attuale del podere. Eppure, nella Bärental Haider era amatissimo da tutti. Il sindaco socialdemocratico, Sonya Feinig, dice «avevamo rapporti eccellenti »; un «Super Mensch», un grande uomo, per gli avventori dell'osteria di Feinitz; «un amico » per il vicario generale Gerhard Kalidz. Certo, la Bärental gli ha dato parecchi guai: come quando assunse, per farli lavorare sotto costo nei boschi, dei bosniaci, lui che pubblicamente tuonava contro i clandestini. Ma era anche diventata un simbolo politico, quella Bärental-Republik: lo sfottò coniato dalla satira politica lui l'aveva adottato come uno slogan, un vanto. E ora, un'altra volta, la questione dell'eredità. Fatti privati della famiglia di Jörg Haider, s'intende, non fosse che le ombre lunghe della Bärental gettano un'altra volta una luce più cupa sulla sua finale, pubblica agiografia.

Mara Gergolet
15 ottobre 2008

http://www.corriere.it/esteri/08_ottobre_15/gergolet_53b4dc9a-9a7f-11dd-8bde-00144f02aabc.shtml

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