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pubblicato il 13.04.09
2009/04/17 Brescia teatro: “Barricate a Parma 1922”
·
Rete antifascista provinciale di Brescia

COMUNICATO STAMPA

Oggetto: Spettacolo teatrale “Barricate a Parma 1922”

La rete antifascista provinciale di Brescia, che riunisce i coordinamenti della bassa bresciana, della Franciacorta, del Lago di Garda e della città, organizza uno spettacolo teatrale del Teatro d’Arte e Studio dal titolo:
Barricate a Parma 1922.

Lo spettacolo ideato e realizzato da Auro Franzoni, uno dei più importanti autori e interpreti dialettali e del teatro popolare, avrà luogo venerdì 17 aprile presso il teatro di via Livorno (quartiere Chiesanuova) di Brescia alle ore 21.30. L’iniziativa sarà preceduta, alle ore 20.15, da un intervento di Lidia Menapace, ex staffetta partigiana, sulla proposta di legge 1360, che parifica mediante la decorazione del Tricolore i combattenti per la Libertà e i fascisti asserviti ai nazisti. A partire dalle ore 19.30, inoltre, si svolgerà un aperitivo.

“Barricate a Parma 1922” nasce come uno spettacolo di piazza, spettacolo popolare per eccellenza, perciò utilizza tutte le forme dei linguaggi spettacolari della tradizione popolare: si comincia con il cantastorie e si prosegue con le marionette. Le canzoni politiche originali dell’epoca, intervallano e commentano attraverso i cantastorie come si faceva sulle piazze.
Tutto viene detto, cantato, recitato al modo dei guitti sulle piazze. Senza concedere nulla al sentimentalismo di allora, ma insistendo sulla didascalia secondo le indicazioni Brechtiane del teatro epico.

La Rete antifascista provinciale di Brescia ha tra le sue finalità la diffusione della memoria storica dell’antifascismo e la lotta al revisionismo politico che mira a parificare vittime e carnefici, fascisti e antifascisti. Pertanto si impegna ad organizzare incontri, dibattiti e momenti culturali che vadano ad attualizzare e a veicolare una memoria molto spesso taciuta o dimenticata. In quest’ottica si colloca la realizzazione di questo spettacolo teatrale che mira a disseppellire la storia degli Arditi del popolo, fondati nel giugno 1921 da Argo Secondari, col preciso intento di difendere le istituzioni popolari colpite dallo squadrismo fascista. Gli Arditi del popolo divengono, nel giro di poche settimane, un'organizzazione ramificata a livello nazionale. Vi aderiscono migliaia di giovani e di lavoratori di varia tendenza politica (comunisti, anarchici, socialisti, repubblicani, sindacalisti rivoluzionari, ma anche cattolici e dannunziani) che vedono nel movimento un efficace strumento di opposizione alla violenza delle camice nere. Le vittoriose difese di Viterbo e Sarzana dagli attacchi fascisti, organizzate dagli Arditi del popolo dei due centri, disorientano e cominciano a incrinare quella che sembrava una compagine imbattibile: i due fascismi, quello urbano (più politico e disponibile alle trattative) e quello agrario (ferocemente antiproletario e irriducibile ad ogni compromesso), sono ad un passo dalla scissione. Ma, violentemente osteggiata dal governo presieduto da Bonomi, la prima organizzazione antifascista non riceve - eccezion fatta per i terzinternazionalisti del PSI e l'area libertaria - il sostegno dei gruppi dirigenti delle forze del movimento operaio. Ormai ovunque semidistrutti, solo in pochissime realtà (tra le quali Parma, con le sue memorabili cinque giornate) gli arditi del popolo riusciranno a opporsi efficacemente all'offensiva finale fascista.

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