pubblicato il 20.07.09
Bergamo: Blitz degli antifascisti alla messa di padre Tam ·
Cimitero di Bergamo - Camerati, nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo". Inizia con questa insolita formula la messa officiata da don Giulio Maria Tam nel cimitero di Bergamo. Un raduno nostalgico perfetto in ogni particolare. Almeno fino al blitz della "Bergamo antifascista".
Blitz degli antifascisti alla messa di padre Tam
"Camerati, nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo". Inizia con questa insolita formula la messa officiata da don Giulio Maria Tam nel cimitero di Bergamo. Il prete in camicia nera, balzato agli onori delle cronache dopo il saluto romano durante l'inaugurazione della sede di Forza Nuova, è intervenuto per rendere omaggio a tre "martiri della repubblica sociale italiana, crocifissi dai comunisti": Gino Lorenzi, Mario Conticelli, Walter Taboni. Presenti alla funzione, celebrata domenica mattina alle 10.30, circa una cinquantina di persone bardate di tutto punto: ci sono bersaglieri, alpini, croci, standardi, aquile. Un raduno nostalgico perfetto in ogni particolare. Almeno fino al blitz della "Bergamo antifascista". Proprio a pochi minuti dall'inizio dell'omelia di padre Tam, tra un "liberali e comunisti assassini" e l'altro, uno striscione si è srotolato da una gru posta dietro all'altare improvvisato. La scritta, "Bergamo è antifascista", non ha però rovinato la festa agli anziani "camerati", rimasti immobili di fronte agli occhi fiammeggianti di padre Tam, che senza dire nulla ha continuato il suo sermone. Più preoccupate le giovani leve, che dopo qualche minuto di smarrimento, hanno inviato un coraggioso sulla gru a staccare lo striscione, poi sequestrato dalla Polizia presente in forze.
Ecco il comunicato invato da Bergamo antifascista. "Torna ancora una volta a fare capolino a Bergamo il revisionismo storico, con il suo odioso armamentario fatto di menzogne e riscrittura della Storia: protagonista di questa vergognosa operazione è padre Giulio Tam, il "prete in camicia nera", un sacerdote sospeso a divinis dalla Chiesa che ha celebrato una messa al cimitero di Bergamo per ricordare il sotto tenente repubblichino Gino Lorenzi, a detta dei nostalgici "martire della barbarie partigiana". Gli antifascisti di Bergamo - prendendo esempio dai Ribelli della Montagna di Rovetta - non sono stati a guardare, hanno messo in campo una risposta intelligente ed efficace: 6 manichini "fucilati" sono stati appesi alle luci dell'alba fuori dalla sede de "l'Eco di Bergamo" a ricordare i 6 civili inermi fatti trucidare a Gaiarine (TV) da questo "martire" nonchè, durante la commemorazione - che riuniva il peggio della canaglia fascista - magicamente uno stereo sparava a tutto volume le note di "Bella Ciao" e di altri canti partigiani e dalla gru di un cantiere vicino veniva misteriosamente srotolato un enorme striscione che ricordava che la nostra città è antifascista, creando sgomento e rabbia negli occhi torvi dei nostalgici del Ventennio. La Storia non si riscrive, respingiamo qualsiasi attacco strumentale a chi ha liberato l'Italia e i tentativi di distorsione della Storia".
Lunedi 20 Luglio 2009
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