pubblicato il 4.08.09
Mario Adinolfi: Il 3 agosto con Fioravanti in libertà ·
"Dico che non si va lontano con il gioco delle teorie senza le prove".
Oggi, improvvisamente, Giusva Fioravanti appare assai poco interessato a nuove piste sulla strage di Bologna, lo scrive Francesco Grignetti su La Stampa. Già, perché oggi Fioravanti è un uomo libero. Niente semilibertà come dal 1998, niente libertà condizionale come dal 2004. No, uomo completamente libero. Ha ottenuto l'impensabile: tutti i benifici di legge. Non ha più interesse a trovare altre verità per Bologna. Quella giudiziaria non gli è più di nessun peso, Capezzone non si sbracci a chiedere la revisione del processo, a Fioravanti non interessa. A lui può andar bene così. E' libera anche Francesca Mambro. Luigi Ciavardini, condannato all'ergastolo nel 2007, è in semilibertà dal marzo scorso. Provate a raccontarlo all'estero.
Il peggiore assassino della storia italiana, l'uomo responsabile per sentenze passate in giudicato della morte di novantadue persone e del ferimento di altre duecentoventicinque, non ha mai trovato un magistrato che avesse un dubbio d'opportunità sull'aprire o meno le porte del carcere per lui. Oggi, in un articolo vergognoso scritto sul principale quotidiano italiano dal giornalista che sulla mitizzazione di Mambro e Fioravanti ha costruito denari e carriera, ci viene spiegato che il terrorista è libero per normali meccanismi di legge. Non c'è una riga che spieghi che quei meccanismi sono discrezionali, non automatici. Non c'è una riga che spieghi che Mambro e Fioravanti hanno trascorso realmente in carcere poco più di quindici anni, un paio di mesi per ogni morto ammazzato e da tutti dimenticato. Tutti, tranne i familiari delle vittime, di tutte le vittime, nessuna delle quali mette in dubbio la colpevolezza di Mambro e Fioravanti. A loro il giornalista riserva una concessione sulla libertà improvvisa del terrorista: "Possono legittimamente rammaricarsene, però...". Possono. Grazie.
Giusva Fioravanti ha ucciso Roberto Scialabba, ventiquatto anni, con un colpo di pistola alla testa a freddo, senza alcuna provocazione o alterco precedente, mentre era seduto su una panchina con la ragazza, solo perché aveva i capelli lunghi e sembrava di sinistra. Ha sparato anche a lei, poi, mancandola. Roberto Scialabba. Qualcuno di voi ne ricorda il nome?
Giusva Fioravanti ha assaltato la sede di Radio Città Futura nel giorno di conduzione delle donne, le ha fatte stendere a terra, le ha colpite con una sventagliata di mitra e poi ha dato fuoco ai locali. Quattro ferite, di cui due gravi. Poi ha dato attaccato la sede del Pci dell'Esquilino, con bombe a mano e revolver, ferendo venticinque persone e rammaricandosi perché non c'erano stati morti. Qualcuno di voi conosceva queste prove di strage?
Giusva Fioravanti ha ucciso Antonio Leandri, ventiquattro anni, la cui unica colpa è stato voltarsi al saluto "avvocato" lanciatogli addosso insieme alle pallottole, che erano riservate in realtà all'avvocato Giorgio Arcangeli che aveva fatto arrestare il terrorista nero Pierluigi Concutelli, di cui però Fioravanti non conosceva se non sommariamente la fisionomia. Antonio Leandri. Qualcuno di voi ne ricorda il nome?
Giusva Fioravanti ha ucciso Maurizio Arnesano, un poliziotto di appena diciannove anni, per il solo gusto di rubragli il mitra M12. Maurizio Arnesano. Qualcuno di voi ne ricorda il nome? O quelli di Enea Cadotto e Luigi Maronese, carabinieri di venticinque e ventitre anni? Li ha uccisi Giusva Fioravanti, così come Francesco Mangiameli, camerata dei Nar e testimone scomodo per i fatti della strage di Bologna.
Giusva Fioravanti ha ordinato di uccidere Mario Amato, un giovane magistrato trentaseienne che stava dimostrando gli intrecci tra terrorismo di destra e settori deviati dello Stato. Fioravanti ha mandato Gilberto Cavallini a eseguire l'omicidio e la sera ha festeggiato a ostriche e champagne con Francesca Mambro. Mario Amato. Qualcuno ne ricorda il nome?
E degli ottantacinque morti e duecento feriti della stazione di Bologna?
No, nessun articolo di Giovanni Bianconi o del Corriere della Sera per il coraggioso giudice Mario Amato o per il povero Roberto Scialabba colpevole di portare i capelli troppo lunghi. Loro non meritano il nome stampato nel titolo d'apertura del principale quotidiano italiano a celebrare un terrorista che a cinquantuno anni si rifarà una vita grazie a un sistema mediatico che l'ha sempre coccolato, salvo diventare ferocemente giustizialista contro il primo poveraccio extracomunitario che da ubriaco falcia inconsapevolmente un altro poverocristo come lui.
Ieri sera, intanto, mi ha scritto Gabriele Mastrodonato, esponente di Blocco Studentesco e CasaPound. Dopo avermi definito "abbacchio ripieno di merda" e aver assicurato: "Io se voglio ti occupo la tua sede e ci bivacco dentro x 1 mese" ha pensato bene di aggiungere: "Dopo Terrinoni devo aggiungere anche te alla lista dei cattivoni, che gira gira la pijano, ma nn ti preoccupare, prima o poi capita, di incontrarci cosi' x caso".
Che lista è quella in cui siamo io e Terrinoni, cosa prenderemo "gira gira"?
Io so che il fenomeno neofascista è preoccupante, in particolare tra giovani e giovanissimi dilaga, la mitologia di Mambro e Fioravanti è estremamente pericolosa, la loro sostanziale impunità è un esempio pessimo.
E comunque io spero che, camminando per strada, Giusva Fioravanti si vergogni di questa sua libertà così ingiusta e cammini a occhi bassi pensando alle centinaia di vite a cui ha inflitto il più pesante dei dolori.
Spero che trovi il coraggio, prima o poi, di raccontare tutta la verità. Solo allora potrà dirsi libero anche se comunque colpevole, sapendo che i cittadini che vorrebbero un'Italia finalmente giusta e pacificata non tollerano le sue scorciatoie e considerano la sua persona un simbolo della vergogna di cui è capace di coprirsi questo paese.
http://marioadinolfi.ilcannocchiale.it/2009/08/03/il_3_agosto_con_fioravanti_in.html
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