pubblicato il 30.10.09
Verona: Fecero fuggire gli assassini di Tommasoli: indagati in tre di Forza Nuova ·
Fecero fuggire gli aggressori di Tommasoli: indagati in tre
OMICIDIO DI CORTICELLA LEONI.
Il pm Francesco Rombaldoni ha chiuso l'inchiesta. Per l'accusa, Stefano Torre, Samuele Maffizzoli e Filippo Bodini hanno agevolato la fuga a Londra di Perini e Veneri, durata 2 giorni
Verona. Tre indagati per favoreggiamento personale per quel «passaggio» oltre confine. Perchè «Peri» e «Tarabuio» lasciarono l'Italia e arrivarono a Londra per cercare di evitare le conseguenze dell'aggressione a Nicola Tommasoli. La fuga di Nicolò Veneri e Federico Perini iniziò verso le 20 del 2 maggio, trentasei ore dopo l'aggressione a Nicola Tommasoli avvenuta in corticella Leoni nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2008. Rientrarono in Italia, furono convinti a farlo dal loro legale, il 5 maggio, poche ore prima che la commissione medica iniziasse la procedura per dichiarare ufficialmente il decesso di Nicola. Il processo per la morte del designer industriale di Negrar si è concluso in settembre con quattro condanne, l'indagine avviata dal dottor Francesco Rombaldoni per individuare chi aiutò i due giovani a lasciare l'Italia si è chiusa qualche giorno fa. E per Stefano Torre, Filippo Bodini (assistiti da Roberto Bussinello e Andrea Baciga) e Samuele Maffizzoli l'accusa formulata dal pm titolare anche dell'inchiesta Tommasoli è quella prevista dall'articolo 378 del codice penale, il favoreggiamento personale, che recita, al primo comma «chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l'ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le investigazioni dell'Autorità, o a sottrarsi alle ricerche di questa, è punito con la reclusione fino a quattro anni».
Una fuga articolata quella di Perini e Veneri: il 2 maggio pranzarono a casa, chiamarono dalle Donne (che però fu convinto dai genitori a non partire e a presentarsi in Questura) e con la macchina di Federico arrivarono fino ad un parcheggio alle Golosine. L'Audi A3 restò lì (pochi giorni dopo fu trovata dagli uomini della Digos) mentre i due salirono sulla «Y10» di Torre (che insieme a Maffizzoli era candidato in sesta e settima circoscrizione alle ultime amministrative nelle liste di Forza Nuova, mentre Bodini era in lista, sempre per lo stesso movimento, insieme a Perini in quarta e ottava circoscrizione,ndr). L'accusa è rivolta a tutti e tre gli amici ma starà alla procura individuare il ruolo di ognuno e stabilire se tutti arrivarono fino a Innsbruck. Perini e Veneri scesero in Austria, presero un taxi e arrivarono fino all'aeroporto di Monaco. Il 3 maggio si imbarcarono su un volo low coast della Easy Jet diretto a Londra. Dormirono in ostello per risparmiare ma la vita a Londra è cara, per una colazione spesero un'enormità, e la latitanza costa. In due giorni rimasero senza denaro (il biglietto della Ryan Air che li riportò a Bergamo fu fatto dall'Italia), le notizie da casa erano tremende: quel ragazzo colpito in corticella Leoni non era mai uscito dal coma. Loro tornarono, ma le indagini per stabilire chi li aiutò erano già iniziate.
Fabiana Marcolini
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