pubblicato il 26.05.11
Forza Nuova, perquisizioni a Milano indagato anche il candidato sindaco ·
Forza Nuova, perquisizioni a Milano indagato anche il candidato sindaco
Il blitz della Digos ha portato al sequestro di numerosi oggetti pericolosi, fra cui manganelli
conla scritta 'Dux Mussolini' e asce. Nel mirino c'è pure Mantovani, in corsa per il Comune
Perquisite le abitazioni di una decina di militanti di Forza Nuova, a Milano, compresa quella del candidato sindaco Marco Mantovani, indagato insieme con dieci compagni di partito. Negli appartamenti è stata sequestrata una notevole quantità di oggetti atti a offendere, tra cui coltelli, manganelli con la scritta 'Dux Mussolini', asce, tirapugni e verghe.
Le perquisizioni sono state eseguite dal personale della Digos dopo una serie di episodi, alcuni anche violenti, che hanno segnato l'intensificarsi dell'attività del partito della destra radicale, in concomitanza con la campagna elettorale. L'attività investigativa è stata avviata per un'ipotesi di associazione per delinquere, connessa a una serie di reati minori commessi in più circostanze, tra cui lesioni, violenza privata aggravata, porto di strumenti atti a offendere e danneggiamento
[http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/05/11/news/forza_nuova_perquisizioni_a_milano_indagato_anche_il_candidato_sindaco-16084722/]
Agli sgoccioli della campagna elettorale, la Digos ha effettuato 10 perquisizioni, disposte dall'autorità giudiziaria, nelle case di altrettanti candidati alle comunali di Milano del movimento Forza Nuova. Praticamente è stata passata in rassegna tutta la lista, compreso Marco Mantovani, il candidato sindaco.
Durante la perquisizione sono state sequestrate mazze, manganelli artigianali, tirapugni, coltelli, definite armi improprie, fumogeni e altro materiale pirotecnico detenuto abusivamente, video e dati informatici.
Le perquisizioni sono scattate al culmine di un'escalation di violenza, ravvisabile in una serie di episodi relativi all'ultimo mese e mezzo di campagna elettorale, portata a vanti con metodi non proprio ortodossi.
Per i 10 indagati, a vario titolo, si profila l'ipotesi di reato di associazione per delinquere (416 bis) connessa a lesioni, violenza privata aggravata, porto di strumenti atti ad offendere e danneggiamento, a seconda dell'episodio contestato.
L'elenco delle vicende che vede coinvolti, a più riprese, i 10 candidati di Forza Nuova è lunghissimo.
Il 1 aprile, in via Lanzone, aggrediscono 3 militanti di Casapound, estrema destra, mentre facevano attacchinaggio.
Il giorno seguente, 2 aprile, si presentano al presidio organizzato dalla Lega Nord davanti agli uffici del consolato tunisino, urlando buffoni, pagliacci, merde, esibendo un striscione, lanciando in aria alcuni volantini e accendendo dei fumogeni e facedno scoppiare un petardo.
Il 14 aprile, insieme a 15 inquilini delle case Aler del quartiere Stadera, fanno irruzione negli uffici centrali dell'Aler in viale Romagna.
Il 18 aprile, 30 militanti di Forza Nuova irrompono al Pime durante un confronto politico tra Letizia Moratti, Giuliano Pisapia e Manfredi Palmeri, candidati sindaci rispettivamente per PDL, SEL/PD/Federazione delle sinistre e Terzo Polo/FLI.
Il 27 aprile, nottetempo, danneggiano un gazebo elettorale in piazza Argentina.
L'episodio più eclatante è quello del 29 aprile. In via Guicciardini è in corso un convegno, organizzato da Rifondazione comunista, con la partecipazione di ANPI e CGIL, in memoria di Gaetano Amoroso, militante di sinistra ucciso il 30 aprile 1976.
Già in mattinata, sui muri nelle vicinanze dello Spazio Guicciardini appaiono delle scritte di matrice destrorsa per non dire fascista. In serata, verso le 20.30, una sessantina di militanti di Forza Nuova si presenta, in corteo, in via Guicciardini, scandendo slogan, con il solito corollario di fumogeni e petardi. Il gruppo è armato di manici di piccone, pronto allo scontro.
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