Ancora un O.K. Corral, combattuo a colpi di bombolette spray e pennelli. Per adesso la sfida è solo su Facebook, ma potrebbe anche diventare uno scontro politico, un faccia a faccia tra i writer della capitale: da un lato quelli di Casapound, che da stasera nella sede di Area 19 di via dei Monti della Farnesina organizzano l'International street art competition, dall'altro i graffitari 'storici', che hanno deciso di rispondere con il graffito "Jam ppp" a piazza Pino Pascali, da sempre considerata 'muro legale'.
Con lo slogan "l'estetica al servizio della politica, la politica al servizio dell'estetica" sulla pagina Facebook che pubblicizza l'evento, Casapound chiama a raccolta gli amanti del writing "stufi del diktat stradaiolo. Se quando lo fa Banksy è arte e quando lo fai tu è degrado - si legge nell'invito - se vuoi avere voce in capitolo e metodi di espressione, passa allo stadio superiore e unisciti a noi il 14 maggio prossimo venturo per il più grande evento della storia".
Informazioni più dettagliate arrivano dal sito artistipercasapound.org dove si legge che la competizione finirà domani alle 15 con l'assegnazione di un premio di 300 euro all'opera migliore. A chi è dedicato l'evento? A "chi non fa chiacchiere sulla 'street mentality', ma riconquista, centimetro dopo centimetro, il disagio della sua città trasformandolo in arte/sport/cultura/musica e restituendolo al popolo. Per chi non si china davanti ai danari, alle major e alle dialettiche leccaculo. Per chi non ha una crew, ma ha i camerati".
Basta e avanza alla street comunity romana, che sempre su Facebook risponde così: "Come writer, street artists e individualità, abbiamo sentito l'esigenza di opporci all'ennesimo tentativo di Casapound di strumentalizzare percorsi e attitudini che non gli appartengono, considerando che questi soggetti che oggi promuovono la street art come mezzo di comunicazione ed espressione, sono gli stessi che fino a qualche giorno fa fomentavano un'aperta campagna sul decoro urbano etichettando il writing come una forma di degrado".
Il writing, si legge ancora sulla pagina dell'evento creato "senza nessuna associazione alle spalle", spiegano "è un fenomeno che vive e continua con la stessa forza da anni e dimostra la sua determinazione nella coerenza, parola che i signori fautori dell'iniziativa che si concluderà domani nemmeno conoscono. Oggi le stesse mani che fanno il saluto romano stringono accordi coi potenti, fanno affari con la Chiesa, influiscono sulle politiche sociali". E alla fine esce fuori "un dubbio: che tutta questa storia del contest non sia altro che l'ennesima mossa per portare nuovi proseliti alla loro becera causa politica. In poche parole: che cosa c'entrano questi col writing? Le strade sono nostre. Giù le mani dal writing".
Fonte:
LaRepubblica Roma
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