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pubblicato il 14.09.11
Borghezio aiuta i neonazisti
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Borghezio aiuta i neonazisti
di Daniele Sensi

L'europarlamentare del Carroccio presentato a Nizza nella sede di Blocco Identitario, gruppo estremista francese che parla di «coscienza razziale» ed esalta il 'Mein Kampf': «Si è messo al servizio delle nostre idee»
(13 settembre 2011)
Mario Borghezio Mario BorghezioParigi, 14 luglio 2002, celebrazioni per l'anniversario della presa della Bastiglia. Lungo gli Champs-E'lysées, 163 cadetti ufficiali dell'accademia di West Point e 75 pompieri di New York aprono il corteo militare, seguiti, a bordo di una jeep scoperta, dal presidente Jacques Chirac. A 150 metri, tra la folla, dietro le transenne, un ragazzo estrae una carabina e spara. Il presidente Chirac sembra non accorgersi di nulla e continua a salutare. ma nelle retrovie,la gente urla; qualcuno si scaglia sul ragazzo per strappargli il fucile dalle mani. Con l'auto presidenziale oramai lontana, fallito il tentativo di assassinare il capo dello Stato, il giovane tenta quindi di puntarsi l'arma addosso; ma è un attimo: gendarmeria e agenti in borghese lo raggiungono, lo immobilizzano e lo disarmano.

Ammanettato e condotto alla centrale della polizia parigina, il ragazzo verrà identificato come Maxime Brunerie, un fanatico neonazista già candidato alle elezioni municipali per il partito di estrema destra Mouvement national républicain e vicino al gruppo di Unité radicale, formazione extraparlamentare della destra rivoluzionaria. Da lì a un mese, Unité radicale sarà messa fuori legge «per ideologia razzista e antisemita e per incitamento all'odio e alla violenza». Da lì a nemmeno un anno, due dei maggiori esponenti di Unité radicale, Fabrice Robert e Philippe Vardon, daranno vita ad una nuova organizzazione politica, il Bloc identitaire, Blocco identitario.

Nizza, 9 settembre 2011, "Lou Bastioun", una delle "case identitarie" (bar, biblioteca e palestra di pugilato) del Blocco identitario, che qui opera con la sigla di Nissa rebela. Conferenza stampa congiunta di Mario Borghezio e Philippe Vardon, il quale, in veste di presidente della struttura regionale del Blocco, annuncia: «Mario Borghezio intende mettersi al servizio della popolazione nizzarda in qualità di deputato europeo».


Nei fatti: una presenza fissa, a cadenza settimanale, dell'eurodeputato leghista nella roccaforte del movimento neofascista francese. Condannato nel 2008 per "ricostituzione di gruppo disciolto" (il riferimento è proprio a Unité radicale) e per incitamento all'odio razziale, privato per due anni dei diritti politici, Vardon aggiunge: «Insieme lavoreremo alla creazione di una fondazione europea per la formazione dei giovani militanti: con la Lega Nord abbiamo un legame di vecchia data, che d'ora in avanti si farà ancora più stretto».

Un legame che risale almeno al 2008, quando, prendendo parte ai lavori di inaugurazione della nuova stagione politica di Nissa Rebela e accompagnato dall'allora vicesegretario della Lega Nord Liguria, Edoardo Rixi, Borghezio consigliò ai militanti identitari nizzardi, che gli chiedevano come fossero riusciti gli «identitari padani di andare al governo», di rivalutare il lavoro di personaggi come Julius Evola, capaci di fornire i «fondamenti metafisici e spirituali della battaglia identitaria». O ancora al 2009, quando una telecamera della televisione francese colse l'eurodeputato leghista suggerire a quegli stessi militanti la strategia delle strategie: «Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. E' un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici».

E che il Blocco identitario, sotto sotto, sia sempre lo stesso, ovvero la neonazista Unité radicale disciolta nel 2002, appare più che evidente da un documento trasmesso , la settimana scorsa, dall'emittente Canal +. Di nuovo una sede del Blocco identitario, di nuovo una telecamera nascosta. Un giornalista finge di voler aderire all'organizzazione. Questa la prima lezione di dottrina che gli viene impartita: «A Norimberga non è stato condannato solo l'ariano bianco, ma l'uomo europeo e i valori di cui quello era portatore. E' per questo che voi siete militanti identitari: non solo perché avete un capitale razziale nelle vene che tramanda geneticamente quei valori (...). Oggi il nemico, la nostra grande battaglia, è il meticciato. In quale famiglia oggi non c'è un meticcio? Tutti abbiamo una cugina che sta con un ragazzo di una qualche razza improbabile. Qui io vedo il pericolo, che i nostri giovani considerino ciò normale e che pensino che la negra che ci sta vicino sia un essere umano come te e me. E contro il meticciato non c'è battaglia militare che tenga: o hai una coscienza razziale o non la hai. Come ha scritto un altro pensatore: 'Ogni animale si accoppia solo con un simile della sua stessa specie'. Sta scritto nel Mein Kampf».

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/borghezio-aiuta-i-neonazisti/2160330

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