Prima una voce che urla "camerati, attenti!", e poi lui, in prima fila, che esibisce il saluto romano e risponde con la voce rotta: "presente!". Quell'uomo dalla testa calva, gli occhiali da vista, la sciarpa e il cappello tenuto sul cuore dalla mano sinistra si chiama Bruno Laganà, ed è uno dei superconsulenti di Acea, assoldato nel 2009 dalla multiutility dell'energia e dell'acqua con un contratto da quasi 90mila euro.
Due giorni fa era al Tuscolano, insieme a tanti altri nostalgici dell'estrema destra, a commemorare Acca Larentia ricordando i tre militanti del Fronte della Gioventù uccisi il 7 gennaio del '78. Non è stato un saluto silenzioso, il suo, ma quello di un militante fascista pronto a sguainare i vecchi rituali in un intreccio di croci celtiche e saluti romani dai quali ha preso le distanze anche il sindaco Alemanno.
Eppure Bruno Laganà, fratello del più noto Giancarlo (uno dei quadri del gruppo dirigente romano del movimento estremista Terza Posizione), nel 2009 è riuscito a ottenere uno strapuntino eccellente proprio all'interno della società controllata al 51% dal Comune di Roma beneficiando della ventata di destra arrivata con elezione di Gianni Alemanno.
Da quel momento l'azienda, quotata in Borsa, gli ha fatto un supercontratto di consulenza per il web in appoggio di fatto alla direzione delle relazioni esterne, che è stato rinnovato di anno in anno fino ad oggi.
Un contratto che scadrà solo nel maggio 2013 quando arriverà
al termine anche il mandato dell'attuale consiglio di amministrazione della multiutility.
Fonte:
roma.repubblica
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