pubblicato il 17.01.14
Xenofobia ultima via: l'estrema destra italiana prova a non sparire ·
La discussione sull'abrogazione del reato di clandestinità ha di fatto "resuscitato" gli ultimi residui nostrani di estrema destra. La Lega Nord occupa l'ufficio del presidente del Senato, Forza Nuova "attacca" la villa di Grillo: sono i gesti disperati di chi prova a non scomparire dallo scenario politico
Per chi è solito studiare, analizzare o quantomeno leggere di estrema destra, il 16 gennaio 2014 può tranquillamente essere bollato come il giorno in cui le ultime realtà italiane a praticare quello spazio politico hanno scelto la loro nuova linea. Parlamentare, come la Lega Nord, o extraparlamentare, come Forza Nuova, l'estrema destra italiana ha scelto - per non morire - la strada dei blitz xenofobi.
E così i senatori della Lega Nord hanno occupato gli uffici del presidente Grasso a Palazzo a Madama. Il motivo: la ripresa in Aula dell'esame del decreto svuotacarceri ma soprattutto la discussione della cancellazione del reato di immigrazione clandestina. Solo poche ore prima gli "amici" di Forza Nuova (le simpatie di leghisti come Borghezio per il partito di Roberto Fiore non sono un segreto) avevano attaccato la villa di Beppe Grillo a Genova. Il motivo è sempre quello: l'aborogazione del reato di immigrazione clandestina.
LEGA IN SENATO - A far scattare l'occupazione dell'ufficio del presidente Grasso "è stata la decisione di invertire l'ordine del giorno dei lavori dell'Aula, riprendendo l'esame del dl svuotacarceri, che contiene anche la norma che cancella il reato di immigrazione clandestina". Un provvedimento definito "vergognoso" da Massimo Bitonci, presidente della Lega al Senato. Un'occupazione che punta, nel merito, a denunciare quello che i leghisti hanno definito come un "blitz procedurale" ma che, di fatto, è la prova della nuova linea scelta dalla Lega Nord "made in Salvini": urlare, sbraitare e provare a portare il partito sempre più verso quell'estrema destra "stile Le Pen". Non a caso poche ora fa il giovane neo-leader del Carroccio ha incontrato Marine Le Pen per provare a costruire un asse antieuropeista in vista delle prossime elezioni continentali.
FORZA NUOVA A GENOVA - Nella notte, invece, lontano da occhi indiscreti, Forza Nuova ha affisso centinaia di volantini nei pressi della casa di Beppe Grillo per protestare contro la decisione degli elettori del Movimento 5 stelle di abrogare il reato di ingresso clandestino, "che di fatto - denunciano i forzanuovisti - aprirebbe le porte ad una invasione ancora maggiore di quella attuale". Secondo i militanti del partito di Roberto Fiore, "Grillo sa benissimo che se il Movimento 5 stelle avesse scritto nero su bianco la volontà di voler abolire il reato di immigrazione nel programma elettorale, avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico".
SALVINI CONTRO KYENGE - Era scomparso dalle prime pagine dei media. Ci è tornato in due modi: come "deputato europeo fannullone" e come leader del nuovo corso della Lega Nord. Ma se nel primo caso è stata la stampa "nemica" a occuparsi di Matteo Salvini, nel secondo caso ha sfruttato le pagine del giornale di casa, La Padania, per tornare in prima linea. E se ci è riuscito è stato solo per la decisione di mettere nel mirino dei leghisti il ministro Kyenge, "pagato dagli italiani ma che si occupa solo di stranieri con battaglie come quella di riservare una quota di posti di lavoro ai cittadini stranieri: sono proposte che vanno contro gli italiani, contro i disoccupati e gli esodati italiani". Queste le sue parole in un'intervista a La Telefonata su Canale 5. Singolare, poi, la difesa del suo giornale attaccato per aver pubblicato la rubrica con gli appuntamenti del ministro: "Quando si chiede di mettere fuori legge un partito, di sequestrare un giornale, sono preoccupato per la democrazia" ha aggiunto Salvini. "Il giornale della Lega pubblica l'agenda degli appuntamenti pubblici di un ministro pubblico pagato dagli italiani. Di Berlusconi abbiamo letto di tutto, ma questa era considerata libera informazione. Noi abbiamo toccato evidentemente un nervo scoperto: il governo è nervoso perchè sul lavoro non ha fatto niente. Non è razzismo condurre una battaglia politica perchè prima di aprire le frontiere si dia lavoro ai disoccupati italiani".
LA REPLICA DI KYENGE - Il ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, non ci sta e in un'intervista a Radio Popolare ha definito "razzista" la campagna delle Lega Nord contro di lei. "Credo che la prima cosa che dobbiamo fare, che la politica deve fare, è chiamare le cose con il proprio nome: questo è razzismo. Quando si pubblica la mia agenda e lo si fa con un preciso scopo, la politica deve rispondere. Quando vengono usati strumenti democratici come la stampa in modo errato è la democrazia stessa a essere in pericolo. Stiamo andato oltre ogni limite". Quanto alla Lega Nord, secondo il ministro Kyenge "Roberto Maroni ha perso un'occasione quando era segretari per cambiare la cultura politica di quel partito. Ognuno di noi ha un ruolo dentro le istituzioni, deve riconoscere l'importanza di quel ruolo. Noi dobbiamo lavorare per la convivenza civile e non per costruire una società sulla base dell'odio dell'uno verso l'altro. Trovo gravissimo che un deputato che si siede dentro il Parlamento e si dipinge la faccia di nero sia ancora dentro quel Parlamento. Sulle sanzioni, lascio il giudizio all'aula, ma certe cose non devono essere fatte passare".
http://www.today.it/politica/lega-nord-occupa-ufficio-senato-grasso.html
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