Giacomo Pedrazzoli, 30 anni appena compiuti, il capo-branco di Lealtà azione, è di nuovo libero. Dopo essere stato arrestato un paio di anni fa, sembrerebbe per possesso di armi da fuoco, essere transitato dal carcere di Pavia per poi finire dal settembre 2012 gli arresti domiciliari (per motivi di salute), da fine marzo ha finito di scontare la pena. In suo onore, sabato 29 marzo scorso, al La Fenice di Firenze si è tenuto un concerto (sul palco la banda nazirock dei Bullets) con raccolta fondi per i camerati in galera.
Val la pena di ricordarne il curriculum:
condannato a sette mesi di carcere per aver ferito con un coltello, il 7 aprile 2002, un giovane incrociato per caso in un??area di servizio di Pero, in provincia di Milano, «colpevole» di aver sul cruscotto della propria vettura una copia del quotidiano «Il Manifesto». Inizialmente l??imputazione era stata di tentato omicidio;
da minorenne, nel febbraio 2001, fu ritenuto responsabile delle offese a una studentessa di colore della scuola Monteverdi Colorni, apostrofata come «sporca negra» (con lui Vito Schirone, Stefano Del Miglio), mentre nel maggio, sempre dello stesso anno, fu identificato nell??atto di inseguire, con un manganello (ancora con Vito Schirone e Stefano Del Miglio) due frequentatori del centro sociale Il Cantiere;
arrestato per duplice tentato omicidio aggravato da lesioni personali per l??accoltellamento di sei giovani, avvenuto il 7 agosto 2004 sui Navigli, fu condannato in primo grado, insieme agli immancabili Stefano Del Miglio e Vito Schirone, a quattro anni e otto mesi. Il 27 settembre 2007, la seconda Corte d??appello derubricò il reato di tentato omicidio in lesioni volontarie e ridusse le pene al di sotto dei due anni.
Fonte:
osservatoriodemocratico
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