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pubblicato il 23.11.14
A una settimana dal raid neofascista la squadra di San Paolo in campo: "Non ci lasciamo intimidire"
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"Noi dell'Ardita tifosi simbolo di uno sport pulito e popolare"

A una settimana dal raid neofascista la squadra di San Paolo in campo: "Non ci lasciamo intimidire"

"Noi dell'Ardita tifosi simbolo di uno sport pulito e popolare"
Braccia ingessate, stampelle, vistosi cerotti, tutti segni di un folle weekend sulla pelle. L'aggressione subita la settimana scorsa a Magliano Romano non ha scoraggiato i tifosi dell'Ardita, squadra dilettantistica della Terza categoria romana nata dall'idea di un gruppo di amici del quartiere San Paolo e divenuta modello innovativo di azionariato popolare nell'universo del calcio dilettantistico capitolino. Così il campo di Pietralata "Nicolino Usai" che ne ospita le gare interne diventa occasionalmente il teatro per affermare la propria identità dopo il pestaggio, per trasformare un agguato in una festa: duecento persone a cantare per tutta la partita, dipingendo una cornice di fumogeni e bandiere, accompagnati da striscioni eloquenti: "Lo sport popolare non si tocca", e "Certe luci non puoi spegnerle".

Nove estremisti di destra sono stati arrestati per quell'agguato, qualcuno è pronto a scherzarci su dopo un gol annullato ("Arbitro ma che sei di CasaPound?"), altri sorridono amaro: "È andata bene, ci hanno picchiato con spranghe e bastoni ma per fortuna siamo qui a raccontarlo. E se l'obiettivo era intimidirci erano fuori strada". Sulla tribuna tanti ragazzi di sinistra, ma anche bambini, qualche anziano, molte ragazze, persino i dirigenti di altre società come l'Atletico San Lorenzo: tanti hanno manifestato solidarietà all'Ardita, persino una delegazione del St. Pauli, club di Amburgo simbolo nel mondo di azionariato popolare. "Ma il nostro modello è lo United of Manchester - spiega il presidente dell'Ardita, Francesco Branda - loro sono nati nel 2005 proprio con l'azionariato popolare e ora sono pronti a costruire uno stadio". L'Ardita ha iniziato dai tornei parrocchiali, ora al secondo anno in terza categoria cerca la promozione. Ma pensa soprattutto a proporre un modello sociale unico: "L'obiettivo è dar vita a una polisportiva, con una scuola calcio popolare alla portata di tutti, per educare bambini e adulti.
I tifosi dell'Ardita dopo l'aggressione: "Lo sport popolare non si tocca"

E poi una squadra amatoriale e una femminile. Siamo un gruppo di soci, attivi e non, ognuno sottoscrive con il contributo che può, ma ogni voto vale lo stesso. Abbiamo eletto presidente e dirigenti in assemblea, ora stiamo cercando di ottenere la gestione di una struttura sportiva, intanto dividiamo i costi del campo
con la Liberi Nantes, squadra di rifugiati politici". L'Ardita vince 10, i tifosi festeggiano: "Nessuno può venire a darci due bastonate e pensare di farci smettere. Noi siamo l'idea di uno sport pulito". Ancora Branda ribadisce: "Proponiamo un modello diverso da quello dei vecchi padroni del calcio dilettantistico, di chi usa le squadre per riciclare i soldi, di chi vincola i calciatori. Forse per questo ci aggrediscono: diamo fastidio a qualcuno".

http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/11/23/news/noi_dell_ardita_tifosi_simbolo_di_uno_sport_pulito_e_popolare-101196625/

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