pubblicato il 25.11.14
L'Onu: “condanniamo il nazismo”: l’Ue si astiene, Usa e Ucraina votano contro In evidenza ·
Probabilmente in Italia la notizia passerà inosservata, eppure è significativa del clima generale in cui è immerso il nostro pianeta.
Come ogni anno da qualche anno a questa parte, ieri l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una mozione presentata della Russia che condanna i tentativi di glorificazione dell’ideologia del nazismo e la conseguente negazione dei crimini di guerra commessi dalla Germania nazista.
La risoluzione esprime "profonda preoccupazione per la glorificazione in qualsiasi forma del movimento nazista, neo-nazista e degli ex membri dell’organizzazione "Waffen SS", anche attraverso la costruzione di monumenti e memoriali e l’organizzazione di manifestazioni pubbliche". Il documento rileva anche l'aumento del numero di attacchi razzisti in tutto il mondo.
Una iniziativa sacrosanta, si dirà , visti i continui rigurgiti fascisti e nazisti ai quali si assiste sempre più spesso in diversi quadranti del globo.
E invece no. Perché solo 115 dei paesi rappresentati alle Nazioni Unite hanno votato a favore della mozione, mentre in passato il numero dei si era stato assai più consistente, ad esempio 130 due anni fa. Incredibilmente ben 55 delegati si sono astenuti e 3 rappresentanti – quelli di Stati Uniti, Canada e Ucraina - hanno addirittura votato contro.
Ma come, l’antifascismo e l’antinazismo, seppure di facciata e di maniera, non è patrimonio di quei governi che hanno partecipato alla sconfitta dell’Asse negli anni ’40, a costo di enormi sacrifici in termini di morti e distruzione? Evidentemente no. Ed in effetti l’asse Stati Uniti-Canada-Ucraina che hanno votato no con i paesi dell’Unione Europea che si sono astenuti evidenzia la scelta da parte dei blocchi occidentali di sdoganare il fascismo come nemico numero uno dell’umanità , rimpiazzandolo con un estremismo islamico prima impersonificato con Al Qaeda ed ora con il ben più pericoloso Stato Islamico. Con una buona dose di ipocrisia e doppiogiochismo, visto che come era avvenuto con i fascisti e i nazisti, anche i jihadisti vengono ampiamente utilizzati dai governi che li definiscono il ‘male assoluto’ contro i paesi nemici e i governi da destabilizzare in Medio Oriente.
La Russia ha deciso di scrivere un documento che rendesse applicabile in modo universale la Convenzione Internazionale sull’Eliminazione di ogni forma di Discriminazione Razziale, approvata negli anni ’60 del secolo scorso ma rimasta in parte lettera morta.
Sorvolando sull’ampia libertà di movimento e sulla relativa impunità sulle quali i movimenti neonazisti e razzisti possono godere nel paese di Putin, una iniziativa sicuramente lodevole. E che ha messo a nudo un cambiamento di paradigma da parte dell’Unione Europea che ai più sembrava essere sfuggito. I governi degli Stati Uniti non hanno mai esitato a utilizzare i gruppi e i partiti nazisti per ottenere i propri scopi, sostenendo da sempre dittature militari di estrema destra in America Latina oppure gruppi fascistoidi in Africa contro i movimenti di liberazione nazionale o i movimenti anticoloniali. Si spiega quindi il ‘no’ esplicito di Washington e del suo satellite canadese alla mozione russa. Migliaia di gerarchi nazisti e fascisti furono salvati dalla punizione che meritavano alla fine della Seconda Guerra Mondiale e inseriti negli apparati di intelligence delle nuove ‘democrazie’ occidentali in fuzione antisovietica. Ma non era mai successo, finora, che i governi europei si associassero così direttamente agli Stati Uniti per sostenere un colpo di stato fascista in un paese dello spazio europeo come l’Ucraina. Che, guarda caso, è il terzo paese che si è schierato contro la condanna della glorificazione del nazismo. D’altronde non è un segreto che alcuni dei leader politici e delle organizzazioni attualmente al potere a Kiev praticano quella rivalutazione e celebrazione del nazismo, dei suoi simboli, dei suoi ‘valori’ e dei suoi leader storici – uno fra tutti Stepan Bandera – che la mozione russa intende condannare.
Che i paesi dell’Unione Europea si siano astenuti è assai significativo, e la presunta neutralità espressa con l’astensione suona come una presa di posizione inquietante e intollerabile.
http://contropiano.org/internazionale/item/27681-l-onu-condanniamo-il-nazismo-l-ue-si-astiene-usa-e-ucraina-votano-contro
L'Europa non rinnega più il nazismo
La decisione di non votare una risoluzione Onu di condanna del nazismo da parte dei paesi dell'Unione Europea è un'autentica “svolta ideologica†nella storia del continente. Non è possibile sottovalutare il peso di questa decisione, che immaginiamo avrà coinvolto tutti i primi ministri della Ue, i capi di stato, i ministri degli esteri, a partire ovviamente dalla “signora Pescâ€, Federica Mogherini. C'è stato dunque un consenso unanime sulla scelta dell'astensione, pensata come un compromesso tra la posizione estrema di Usa, Canada e Ucraina (contrari) e quella dei favorevoli (tutto il resto del mondo).
Decisione infame ma notevole, visto che la risoluzione includeva anche la condanna di “ogni forma di negazione dei crimini nazistiâ€, a cominciare naturalmente dall'Olocausto.
Dalle cancellerie europee si dirà - forse, come tardiva giustificazione - che questa risoluzione, presentata dalla Russia, era poco più che una ripetizione di analoghe risoluzioni approvate all'unanimità o quasi dall'Assemblea dell'Onu (già nel 2010 e nel 2012); e che, quindi, si trattava stavolta solo di una furbesca mossa propagandistica del Cremlino per raccogliere una condanna indiretta del nuovo regime ucraino, sorto dal golpe sponsorizzato da Stati Uniti e Unione Europea.
Possiamo senza sforzo convenire. Ma proprio questa motivazione rivela il peso tutto ideologico della svolta pro-nazista della Ue, che con questo voto si sposta in blocco dal fronte democratico antinazista e quello “neutraleâ€, ovvero indifferente. O peggio.
In pratica questa motivazione spiega che “il merito†non conta nulla (la condanna del nazismo), la cosa più importante è contrastare l'avversario (la Russia) e sostenere l'alleato (l'Ucraina di Poroshenko e Pravy Sektor).
Non ci sono dunque più valori di libertà da difendere, non c'è più il “male assolutoâ€? Diciamo che con questo voto il concetto di “male assolutoâ€, storicamente e unitariamente identificato nel nazifascismo, non possiede più dei contorni valoriali riconosciuti e riconoscibili da tutti; ma diventa semplicemente l'etichetta da affibbiare al “nemico di turnoâ€. L'integralismo islamico-sunnita dell'Isis può essere nominato come il nuovo "male assoluto", mentre i nazifascisti in carne-ossa-spranghe-fucili – in qualsiasi paese alleato dell'Occidente – non lo sono più. Se per caso ci fossero nei nazifascisti in un paese dichiarato “nemico†allora quello stigma potrebbe tornare nuovamente di moda; ma solo per il campo nemico, non per “i nostri alleatiâ€.
Questa svolta ha una lunga storia, che data ormai dall'inizio degli anni '80. Durante tutto questo periodo lo stigma nazista ha continuato ad essere usato, anche a sproposito, per indicare il nemico di turno. Ricordiamo soltanto alcuni di questi “nuovi Hitler†che hanno costellato i discorsi dei presidenti statunitensi e quindi anche le prime pagine dei media occidentali. Il derelitto Noriega, agente Cia caduto in disgrazia e dittatore di Panama, è stato il primo ad avere avuto il dubbio onore di essere etichettato in questo modo. Poi è diventato un riflesso condizionato e irriflesso della propaganda, investendo Saddam Hussein (più volte, fino alla morte), Milosevic, Gheddafi, iraniani, dittatorelli africani o asiatici; con qualche penoso quanto infame tentativo di estendere lo stigma anche su rivoluzionari di sinistra (Chavez, per esempio), presto rientrato per manifesta insussistenza.
Questo voto di Stati Uniti e Unione Europea all'Onu mette perciò fine a una chiave retorica che ha caratterizzato tutto il dopoguerra occidentale e dichiara la fine dell'unità (molto conflittuale, naturalmente) del mondo nato dalla guerra contro il nazifascismo. Da oggi in poi “l'Occidente†dichiara di prepararsi a combattere "l'Oriente" e quindi annulla al proprio interno i confini – non sempre molto rigidi – entro cui erano stati rinchiusi i nazifascisti. C'è bisogno anche di topi e carogne, di criminali e serial killer, se questo è l'obiettivo...
Ci sembra notevole che questa svolta avvenga sotto l'egida del “primo presidente afroamericano†della storia. E' una prova che "il mito della razza" era effettivamente solo un mito bastardo ("la razza ce l'hanno i cani", disse la più immensa testa del '900). E ci sembra notevole anche il fatto che sia stata così repentina da spiazzare anche il principale alleato occidentale in Medio Oriente. Israele ha infatto votato a favore della mozione russa; con tutta la buona volontà criminale del suo governo, infatti, proprio non poteva votare contro o astenersi su una condanna dei killer dell'Olocausto.
Ci sembra altresì interessante (per essere notevoli ci vuole un po' di statura) che questa svolta non abbia ricevuto, fin qui, alcuna espressione critica da parte del primo presidente della Repubblica proveniente dalle fila dell'ex Pci. Sempre sollecito ad esternare il proprio pensiero su ogni aspetto dell'attualità politica, dovremmo interpretare il suo silenzio - se perpetuato - come assenso. Con tutte le conseguenze del caso, anche sul piano della sua stessa legittimità costituzionale. Su Renzi e i suoi ministri, invece, la Costituzione esprime già un giudizio implicito, anche se irriferibile...
Il mondo che va alla guerra non ha più bisogno delle vesti idologiche adottate – spesso a fatica e per opportunismo – in tempi di “pace armataâ€. E l'anima più vera del nazismo – lo sterminio industrializzato – è assolutamente “interna†alla logica del capitale. Quindi, può benissimo esser tollerata. Potrebbe persino tornare utile, se non si troveranno soluzioni “liberal-democratiche†alla crisi...
http://contropiano.org/editioriali/item/27692-l-europa-non-rinnega-piu-il-nazismo
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