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pubblicato il 18.12.14
Ci ha lasciato Bianca Bracci Torsi Una partigiana e dirigente comunista, una donna generosa, una grande amica
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Redazione - Osservatorio democratico - 15/12/2014

La scomparsa di Bianca Bracci Torsi, Partigiana e dirigente comunista, avvenuta la scorsa sera ci lascia profondamente addolorati. Bianca ha lottato con entusiasmo, forza e gioia tutta una vita.
Fin da ragazza, appassionata e ribelle a ogni sopruso, quando divento' staffetta partigiana attivandosi generosamente per cacciare i nazifascisti dal nostro paese. Lottò con determinazione contro lo scioglimento del Partito Comunista Italiano di cui era dirigente e membro del Comitato centrale, dando poi vita con altri compagni e partigiani a Rifondazione Comunista.
La ricordiamo sempre presente alla manifestazioni antifasciste dove ci spronava sempre a non abbassare mai la guardia e a combattere contro i nuovi fascismi. Bianca, la ricordiamo con i giovani, verso cui aveva grandi attenzioni ed affetto. Con cui stava meravigliosamente bene.
Ci mancheranno il suo sorriso dolce e la sua grinta partigiana. Partigiana tutta la sua vita questo è stata Bianca. Se ne va una compagna, una donna generosa, una grande amica. Da oggi, le sue lotte continuano nel nostro antifascismo quotidiano. Ciao Bianca, grazie per averci insegnato che il fiore del partigiano non appassirà mai, neanche in questi freddi inverni.

http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=3536&Class_ID=1009




Addio a Bianca Bracci Torsi, maestra di vita
—  Paolo Ferrero, Annamaria Rivera, Giovanni Russo Spena,

Bianca Bracci Torsi è stata una auto­re­vo­lis­sima diri­gente comu­ni­sta e una mae­stra di vita per coe­renza, pas­sione, finis­sima curio­sità intel­let­tuale, amore per la for­ma­zione cul­tu­rale di ragazze e ragazzi. Resi­stenza anti­fa­sci­sta e Costi­tu­zione erano i suoi para­digmi fon­da­tivi, sem­pre pro­iet­tati nella mate­ria­lità della lotta ope­raia e popo­lare. Ha curato il par­tito come comu­nità e come «intel­let­tuale col­let­tivo». Non ho mai cono­sciuto un diri­gente «sto­rico» comu­ni­sta così attento alla con­di­zione delle dete­nute e dei dete­nuti, dei migranti, delle per­sone e dei viventi tutti. Sem­pre in lotta con­tro la repres­sione e l’autoritarismo. Le dicevo, scher­zando, che era la comu­ni­sta orto­dossa più ere­tica che avessi mai cono­sciuto. La ricordo con infi­nita gra­ti­tu­dine e dol­cezza.
Gio­vanni Russo Spena


bianca bracci torsi prc
«Ora che anche tra noi va dila­gando il proi­bi­zio­ni­smo, per fumare sono costretta a uscire all’aperto, per­fino quando fa così freddo. Ed è per­ciò che sof­fro di bron­chite. Prima non sapevo cosa fosse, cre­dimi!». Così mi diceva Bianca, e con una certa iro­nia, un giorno d’inverno mentr’era in corso non ricordo più quale riu­nione o assem­blea. E io, taba­gi­sta acca­nita quanto lei, assen­tivo viva­mente, la siga­retta fra le dita intor­pi­dite dal gelo.
Ora che non c’è più, la imma­gino, Bianca, in qual­che dimen­sione ignota ove è sem­pre tie­pida pri­ma­vera, a fumare con sod­di­sfa­zione, ancor più appa­gata per la pre­senza, intorno a lei, di gatti e cani e altre crea­ture.
Sì, per­ché Bianca Bracci Torsi, intel­let­tuale, gior­na­li­sta, ex par­ti­giana e comu­ni­sta in appa­renza tutta di un pezzo, era anche ani­ma­li­sta, per­fino anti­spe­ci­sta, si potrebbe dire, anche se lei non usava que­sto voca­bolo.
Era, Bianca, un felice ossi­moro vivente: orto­dossa ed ere­tica, fedele al par­tito e irri­ve­rente, con­ser­va­trice quanto all’ideologia e aperta a ogni novità nega­trice dello sta­tus quo, mili­tante di ferro e per­sona pro­fon­da­mente tenera.
La chiave per com­pren­dere il para­dosso appa­rente della sua per­so­na­lità, mi sem­bra, è pro­prio la tene­rezza coniu­gata con la gene­ro­sità. Che si asso­ciava, a sua volta, con la gioia di vivere, il senso radi­cale della libertà, la com-passione verso le oppresse e gli oppressi, non da ultimi i non-umani.
A ottan­ta­tre anni, Bianca Bracci Torsi ci ha lasciati, umani e non-umani, la sera di dome­nica 14 dicem­bre. Toscana per ori­gine, romana per ado­zione annosa, da ado­le­scente era stata staf­fetta par­ti­giana. Diri­gente dell’Anpi, pra­ti­cava, come impe­gno fon­da­men­tale della sua vita, un anti­fa­sci­smo non ossi­fi­cato, capace di com­pren­dere le meta­mor­fosi del fasci­smo fino alle più attuali. Era stata co-fondatrice del Par­tito della Rifon­da­zione comu­ni­sta, in cui fino alla fine aveva svolto ruoli diri­genti. Da ultimo si era impe­gnata atti­va­mente anche in favore dell’«Altra Europa con Tsi­pras».
Anna­ma­ria Rivera

Il 16 dicem­bre daremo l’ultimo saluto alla com­pa­gna Bianca Bracci Torsi. Rin­gra­ziamo tutti i com­pa­gni e le com­pa­gne, le per­so­na­lità della poli­tica e delle isti­tu­zioni, le realtà di movi­mento e della sini­stra che stanno in que­ste ore ren­dendo omag­gio alla memo­ria di Bianca. Bianca non era solo una com­po­nente della Dire­zione Nazio­nale del Prc e una con­si­gliera nazio­nale dell’Anpi ma un pezzo di sto­ria della sini­stra e dei comu­ni­sti di que­sto paese. Nella pre­si­denza del Col­le­gio Nazio­nale di Garan­zia del Pci fu nel 1989 imme­dia­ta­mente tra coloro che si oppo­sero alla liqui­da­zione del Pci e tra i pro­mo­tori della mozione di Natta e Ingrao. La sera del 3 feb­braio 1991, al ter­mine del con­gresso che segnava lo scio­gli­mento del Pci, Bianca fu una dei 7 com­pa­gni che si reca­rono dal notaio per dare vita a Rifon­da­zione Comu­ni­sta. La sua lunga bio­gra­fia di staf­fetta par­ti­giana, di gior­na­li­sta, fun­zio­na­ria di par­tito – pre­fe­riva dire «rivo­lu­zio­na­ria pro­fes­sio­nale» – non le ha impe­dito di incro­ciare le gene­ra­zioni più gio­vani, nel par­tito e nei movi­menti, tra­smet­tendo i valori dell’antifascismo e l’esempio vivente di cosa debba essere la mili­tanza comu­ni­sta.
Paolo Fer­rero, segre­ta­rio nazio­nale di Rifon­da­zione Comunista-Sinistra Europea

http://ilmanifesto.info/addio-a-branca-bracci-torsi-maestra-di-vita/

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