pubblicato il 26.06.15
Trattativa, l’ex capo dei Servizi Fulci: “la Falange chiamava dalle sedi Sismi, alcuni 007 usavano esplosivi” ·
La rivelazione al processo Trattativa dell'ambasciatore, ai vertici del Cesis tra il 1991 e il 1993 sulla sigla oscura che rivendicava omicidi e stragi nei primi anni '90. "Un analista del Sisde mi portò la mappa dei luoghi da dove partivano le chiamate e quella delle sedi periferiche del Sismi: coincidevano perfettamente". Poi aggiunge: ""Allâinterno dei servizi câè una cellula che si chiama Ossi, esperta nel piazzare polveri, fare attentati"
Quindici agenti segreti super addestrati sospettati di essere collegati con le bombe del 1993, e le telefonate della Falange Armata che partivano dalle sedi coperte del Sismi. Ă un racconto che arriva dal passato lâultimo tassello inedito sulla Falange Armata, lâoscura sigla criminale che nei primi anni Novanta rivendicava ogni singolo fatto di sangue andato in onda nel Paese: dai delitti della banda della Uno bianca alle stragi mafiose del 1992 e 1993. Un mistero mai risolto quello dei telefonisti del terrore che chiamavano i centralini dellâagenzia Ansa per firmare eccidi e stragi con cui nulla avevano probabilmente a che fare. Adesso però, a piĂš di ventâanni di distanza, emerge un particolare nuovo: quelle chiamate sarebbero state fatte dalle stessa zone in cui allâepoca il Sismi aveva localizzato le sue basi periferiche. A raccontarlo è lâambasciatore Francesco Paolo Fulci, punta di diamante della diplomazia italiana negli anni â80, al vertice del Cesis (Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza) tra il 1991 e il 1993, oggi presidente della Ferrero.
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Le chiamate del terrore dalle sedi del Sismi
âCâera questa storia della Falange Armata e allora incaricai questo analista del Sisde, si chiamava Davide De Luca (oggi deceduto ndr), gli chiesi di lavorare sulle rivendicazioniâ, è lâincipit del racconto di Fulci, che dopo essere stato interrogato dai pm di Palermo Roberto Tartaglia e Nino Di Matteo nellâaprile del 2014, ha deposto oggi al processo sulla Trattativa Stato â mafia. âDopo alcuni giorni De Luca venne da me e mi disse: questa è la mappa dei luoghi da dove partono le telefonate e questa è la mappa delle sedi periferiche del Sismi in Italia, le due cartine coincidevano perfettamente, e in piĂš De Luca mi disse che le chiamate venivano fatte sempre in orario dâufficioâ, racconta Fulci nellâaula bunker del carcere Ucciardone, davanti alla corte dâAssise di Palermo, che sta processando politici, boss mafiosi e ufficiali dei carabinieri per il patto segreto tra pezzi dello Stato e Cosa Nostra. Ma perchĂŠ pezzi del Sismi avrebbero dovuto rivendicare le stragi di mafia? Fulci non lo dice, spiega però di âessersi convinto che tutta questa storia della Falange Armata faceva parte di quelle operazioni psicologiche previste dai manuali di Stay Behind, facevano esercitazioni, creare il panico in mezzo alla gente e creare le condizioni per destabilizzare il Paeseâ.
Questa è la mappa dei luoghi da dove partono le telefonate e questa è la mappa delle sedi periferiche del Sismi in Italia: le due cartine coincidevano perfettamente
Falange, Gladio e la guerra non convenzionale
Nel gergo militare si chiama guerra non convenzionale: una strategia che prevede anche lâinquinamento dei flussi informativi, per aumentare il livello di tensione. Ă a questo che servono le chiamate della Falange nei primi anni Novanta quando le stragi al tritolo sconquassano lâItalia? Per contestualizzare il racconto di Fulci, bisogna fare un salto indietro nel tempo e arrivare fino al 27 ottobre del 1990 quando al centralino dellâAnsa di Bologna arriva arriva una chiamata che rivendica lâomicidio di Umberto Mormile, educatore carcerario del penitenziario milanese di Opera, ucciso sei mesi prima. âIl terrorismo non è morto, ci conoscerete in seguitoâ recita una voce al telefono: è la prima rivendicazione della Falange Armata, che arriva due giorni dopo il celebre discorso con cui Giulio Andreotti rivela alla Camera dei Deputati lâesistenza di Gladio, affiliata alla rete Stay Behind, lâorganizzazione militare segreta costituita in ottemperanza al Patto Atlantico. Fulci non collega esplicitamente le telefonate della Falange a Gladio, ma si lascia sfuggire: âforse in effetti si trattava di qualche nostalgicoâ.
Lâelenco dei 15 agenti segreti e le bombe del â93
Ma non solo. PerchĂŠ nella sua permanenza ai vertici del Cesis, Fulci non riceve informazioni solo sulle telefonate della Falange. Scopre infatti che dentro la VII divisione del Sismi esiste un servizio speciale coperto composto da 15 agenti segreti super addestrati. âAllâinterno dei Servizi câè solo una cellula che si chiama Ossi, che è molto esperta nel fare guerriglia urbana, piazzare polveri, fare attentatiâ, ha spiegato Fulci nella sua deposizione. Si riferisce agli Operatori Speciali Servizio Italiano, che un documento riservato del Sismi definisce come âpersonale specificatamente addestrato per svolgere in territorio ostile e in qualsiasi ambiente, attivitĂ di carattere tecnico e operativo connesse con la condotta della guerra non ortodossaâ. Nei due anni trascorsi al vertice del Cesis, Fulci riceve minacce di ogni genere, scopre addirittura di essere spiato nella sua stessa abitazione: chiede e ottiene, quindi di avere tutti i nomi che fanno parte di quel reparto speciale. âLi copiai su un foglietto che nascosi poi nella mia libreria, dicendo a mia moglie che se fosse successo qualcosa era lĂŹ che bisognava cercare: dopo aver lasciato lâincarico ed essere andato a New York alle Nazioni Unite provai a dimenticare quella brutta esperienzaâ.
Allâinterno dei Servizi câè solo una cellula che si chiama Ossi, che è molto esperta nel fare guerriglia urbana, piazzare polveri, fare attentati
âRiina chiudi la boccaâ: il ritorno della Falange
E invece pochi mesi dopo avere lasciato lâItalia, Fulci si ricorda di quel foglietto con quei 15 nomi. âDovete considerare- ha spiegato Fulci â che i servizi devono raccogliere informazioni, non utilizzare esplosivi e bombe, piazzare polveri e cose simili. Siccome avevo letto le notizie di queste bombe a Firenze e a Roma e i giornali facevano cenno ai soliti servizi deviati, mi dissi: questa cosa si può chiarire. Presi il foglietto e lo portai generale dei carabinieri Luigi Federici spiegandogli: per essere certi che i servizi non câentrano niente, questi sono i nomi delle persone che sanno maneggiare esplosivi allâinterno dei serviziâ. Ai quindici nomi, però, Fulci ne aggiunge un altro: quello del colonnello Walter Masina, che però non fa parte della VII divisione e degli Ossi. âNon avrei dovuto farlo ma volevo fargliela pagare, dato che Masina era quello che spiava la mia abitazioneâ. Cosa succede dopo che Fulci consegna quellâelenco ai carabinieri? âMi accusarono di avere montato un depistaggio con gli americaniâ. Ă mentre la denuncia di Fulci cade nel vuoto, le stragi targate Cosa Nostra finiscono allâimprovviso, la prima Repubblica è ormai crollata sotto il peso di Tangentopoli e parallelamente scompaiono pure le rivendicazioni della Falange. Un silenzio durato fino al dicembre del 2013, quando al carcere di Opera, a Milano, arriva una lettera indirizzata al superboss Totò Riina. Câè scritto: âRiina chiudi la bocca, ricordati che i tuoi familiari sono liberi, al resto ci pensiamo noiâ. Sono i mesi in cui il boss corleonese si lascia andare a confidenze e rivelazioni durante lâora dâaria, mentre la Dia di Palermo registra ogni cosa: unâinformazione nota soltanto agli investigatori. Chi è dunque che manda quella lettera? La firma è sempre la stessa: Falange Armata.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/25/trattativa-lex-capo-dei-servizi-fulci-la-falange-chiamava-dalle-sedi-sismi-alcuni-007-usavano-esplosivi/1813429/
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