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pubblicato il 20.07.15
Migranti, vice pres. Consiglio Marche (Lega): "Olio ricino a Gabrielli"
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Su Facebook insulti e minacce al prefetto della Capitale dopo lo spostamento di un gruppo di immigrati a Casale San Nicola, nella periferia di Roma. Giro (Fi): "Fatto intollerabile"

ROMA - "Gabrielli un porco di un comunista al servizio del Pd attento che ti abbiamo segnato sul nostro elenco. Arriveremo. Olio di ricino te ne darei tanto". È questo il testo del post apparso su Facebook sul profilo di Sandro Zaffiri, vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche della Lega. Gli insulti al prefetto di Roma, Franco Gabrielli, arrivano in seguito allo spostamento di un gruppo di immigrati a Casale San Nicola, nella periferia di Roma, disposto proprio dalla Prefettura. Le parole di Zaffiri hanno suscitato immediate reazioni, alle quali il vicepresidente ha replicato: "Ho usato parole forti, è vero, ma dall'altra parte ci sono delle azioni, e io sto dalla parte del popolo, delle famiglie...Quando verranno dati 1.500 euro a un cieco, a un disabile italiano - insiste Zaffiri - allora ne riparliamo. A Roma sono state compiute azioni gravissime nei confronti di chi contrastava il degrado. Chiedo scusa per le parole, ma chi mi ha votato vuole sentirsi dire la verità". Poi ha ricordato: "Noi - ha detto riferendosi a un comizio del leader leghista Salvini a Senigallia, durante le ultime elezioni - siamo stati attaccati con le bombe carta, e c'erano famiglie con bambini. E c'erano anche gli assessori della giunta uscente". Quando all'infelice frase sull'olio di ricino, Zaffiri si giustifica: "Ma non c'è nessun elenco...".

Condanna unanime. Parole, quelle di Zaffiri, che hanno sollevato immediati cori di solidarietà verso Gabrielli. "Solidarietà al Prefetto Gabrielli. Le parole del vicepresidente del consiglio regionale delle Marche sono vergognose e inaccettabili", scrive su Twitter il sindaco di Roma Ignazio Marino.


"Le parole scritte sul profilo Facebook di Zaffiri non possono che essere condannate e stigmatizzate. Nessuno può permettersi di evocare pratiche fasciste, per di più se é un rappresentante delle istituzioni", ha detto il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. "É vergognoso - seguita Ceriscioli - e mi auguro possa quantomeno chiedere scusa al prefetto Gabrielli al quale va tutta la mia solidarietà e quella della giunta regionale per il lavoro che sta compiendo". Di 'gravità inaudita' parla l'ex presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani: "Minacce e ingiurie che non voglio nemmeno riprendere. Piena solidarietà al Prefetto".

"Un rappresentante delle istituzioni che evoca metodi squadristi e minaccia con espressioni da banda armata: è questa la Lega di Salvini?", ha detto la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani. "La degenerazione della polemica politica a insulto e aggressione verbale - continua Serracchiani - è già grave da parte di chi rappresenta il popolo, ma resuscitare l'olio di ricino e le liste dei bersagli è pericoloso per la democrazia. Inaccettabile poi che Zaffiri tenti di spiegare o giustificare le sue parole". E auspica che "il leader della Lega dissoci immediatamente il suo partito da queste forme di violenza".

"Sono assolutamente sconcertato e indignato. Condanno fortemente le frasi di inaudita violenza usate da Zaffiri: non sono degne in assoluto, a maggior ragione se a pronunciarle è un uomo delle istituzioni, che ricopre un'importante carica istituzionale". Così il presidente del Gruppo consiliare Pd delle Marche, Gianluca Busilacchi. "Domani - annuncia Busilacchi - proporrò al Gruppo Pd una iniziativa formale, da portare in discussione nella seduta dell'Assemblea legislativa, per richiamare e condannare senza mezzi termini le parole indicibili e indecenti di Zaffiri. Non è fomentando violenza o odio che si risolvono i problemi degli italiani e dei marchigiani". A lui fa eco la senatrice Camilla Fabbri (Pd), che aggiunge: "Spiace dover ricordare al vicepresidente del Consiglio regionale che in Italia vige una Costituzione, nata dal sangue versato dalle cittadine e dai cittadini che hanno animato la Resistenza, e che questa Costituzione fonda il nostro Stato democratico... Per questo - seguita Fabbri - sarebbe meglio che egli evitasse di evocare pratiche che, come la somministrazione dell'olio di ricino, richiamano tristi stagioni storico-politico quale il ventennio fascista, dimostrando maggiore responsabilità istituzionale. Soprattutto sarebbe opportuno che egli rispettasse il lavoro portato avanti dal prefetto Gabrielli e da quanti, ogni giorno, cercano di garantire accoglienza ai tanti uomini e alle tante donne che, insieme ai bambini, fuggono da guerre, persecuzioni e povertà mettendo a rischio la loro vita nei viaggi della speranza in mare". "Non ci sono scuse e non si cancella l'offesa rimuovendo il post delirante da Fb. Per noi vale il principio che 'chi salva una sola vita umana salva l'universo': per questo coloro che, per un solo voto, lascerebbero senza cure altre persone ci troveranno sempre sulla loro strada a impedirglielo", ha detto l'on. Emanuele Lodolini, componente della direzione nazionale del Pd. Il segretario regionale del Pd Francesco Comi si spinge oltre, chiedendo le dimissioni: "Violare così prepotentemente il rispetto della persona e scadere nella becera e vile violenza verbale dimostra il limite, umano prima ancora che politico, del consigliere leghista. Questa è politica da medioevo, di inaudito squallore".

"Sono esterrefatto dalle minacce rivolte contro il prefetto della mia città, Franco Gabrielli - commenta il senatore di Forza Italia Francesco Giro -. Dare del 'porco' al prefetto della Capitale e minacciarlo è gravissimo. E se a farlo è addirittura una figura istituzionale come il vice Presidente del Consiglio di una regione italiana il fatto diventa intollerabile. Al prefetto di Roma Gabrielli voglio esprimere la mia solidarietà".

Vuole evitare di dare "eccessiva importanza a chi è evidentemente in preda a un attacco di pazzia" Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri della Camera, esponente di Ncd: "Comunque le parole del vicepresidente del Consiglio della Regione Marche sono tali da suscitare più stupore che indignazione. A meno che in una certa area politica non sia in atto una gara chi la spara più grossa".

Anche il presidente dell'Assemblea legislativa delle Marche Antonio Mastrovincenzo condanna in una nota le dichiarazioni di Zaffiri: "Ritengo gravissime - afferma Mastrovincenzo - le parole pubblicate ieri su Fb da Sandro Zaffiri. Con espressioni inaccettabili, ha offeso pesantemente e minacciato il prefetto di Roma Gabrielli, 'colpevole' secondo lui di aver permesso l'accesso a 19 profughi in una struttura di accoglienza, forzando il blocco di manifestanti guidati da Casa Pound. Sono amareggiato - commenta Mastrovincenzo - da parole che oltraggiano le istituzioni e, allo stesso tempo, fomentano intolleranza verso persone disperate che fuggono da guerre e miserie. Zaffiri è vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche, terra accogliente e solidale; il ruolo che ricopre non gli consente di superare il limite della decenza e del rispetto delle istituzioni".

Violenza verbale sui social. Quello di Zaffiri non è stato l'unico attacco di oggi contro gli immigrati: "Certo, io ne prendo 100 alla volta: tempo di sparare per farli cadere in una buca e me ne date altri cento. In una giornata ne faccio fuori quanti ne sbarcano", scrive su Fb Fabrizio Florestano, dirigente ferrarese di Fdi, che in pochissimo ha fatto il giro del web.


http://www.repubblica.it/politica/2015/07/19/news/migranti_vice_presidente_consiglio_marche_olio_ricino_a_gabrielli_-119413451/

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