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pubblicato il 11.07.16
L'assassino di Emmanuel frequentava Casapound
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18 aprile 2015. Amedeo Mancini viene fotografato a un banchetto dei “fascisti del terzo millennio” di Casapound/Blocco Studentesco. La foto, scovata da Global Projcet, è condivisa sulla pagina facebook di Blocco Studentesco Fermo, l’organizzazione studentesca di Casapound. Mancini è in posa in piazza davanti al banchetto insieme agli altri militanti e simpatizzanti di Casapound.




Novembre 2013, iniziativa del movimento dei Forconi a cui partecipa anche Casapound di Fermo. L’italo sbandieratore con giacca rossa a destra dietro lo striscione “sarà la tua rabbia a cambiare questo paese” sembra essere Amedeo Mancini. Se ne accorgono su Twitter @captblicero, @anubidal e @Wu_Ming_Foundt.




Dicembre 2013, altra foto, altra iniziativa dei Forconi con militanti di Casapound: Amedeo Mancini c’è.




Quando ha sferrato il pugno a Emmanuel Chidi Namdi, Amedeo Mancini indossava una maglietta degli ZetaZeroAlfa, il gruppo fascio-rock di Gianluca Iannone, il fondatore di Casapound.

I primi a prendere le sue difese rilanciando la versione della legittima difesa sono stati Casapound Italia e Casapound Fermo, basta scorrere le pagine facebook delle due organizzazioni. I primi post sono del 7 luglio, diffusi poche ore dopo il fermo di Mancini. “La supertestimone ribalta tutto, i nigeriani gli aggressori” titola il pezzo condiviso da Casapound.

Antifascisti di Fermo e Porto San Giorgio ci hanno raccontano di un contesto di paese, dove i militanti e simpatizzanti di Casapound più attivi sono una ventina di persone, tra queste anche Mancini. A maggio 2015 lo videro al comizio di Matteo Salvini a Porto San Giorgio a fare una sorta di servizio d’ordine contro le contestazioni dei centri sociali delle Marche. “Quando il giorno dopo l’aggressione a Emmanuel Chidi Namdi abbiamo letto le iniziali A.M. sui giornali abbiamo subito capito fosse lui” ci dicono. Mancini, raccontano, “frequentava le poche iniziative di Casapound Fermo, lo abbiamo visto più volte in paese con loro”.

“Non sono politicizzato, sono un po’ di destra, un po’ di sinistra, ma i fascisti hanno fatto delle cose buone come le bonifiche” avrebbe detto Mancini nell’interrogatorio ai magistrati confessando l’aggressione.

E’ la linea difensiva scelta dal suo avvocato, quella di depoliticizzare la sua figura. Che appare limpidamente come quella di un frequentatore e simpatizzante di Casapound.

http://www.radiopopolare.it/2016/07/si-laggressore-di-emmanuel-frequentava-casapound/

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