Gli invisibili della loggia ''Santa''. I legami tra P2, cosche ed estremismo ''nero''. Le carte dell'inchiesta calabrese riportano le lancette d'Italia indietro di 40 anni.
Licio Gelli, ex maestro della loggia P2.
L'inchiesta Mammasantissima della procura di Reggio Calabria, che ha portato in carcere l'avvocato Paolo Romeo, l'altro legale Giorgio De Stefano e ha messo sotto indagine il senatore Antonio Caridi, ex Forza Italia, ex Nuovo centrodestra (Ncd) e ora in Grandi autonomie e libertà (Gal), scoperchia il mondo sommerso degli 'invisibili' della segretissima loggia 'Santa' e dei presunti collegamenti tra 'ndrangheta, Cosa nostra, la massoneria dei colletti bianchi (politici e magistrati) per fare affari e contrastare lo Stato.
Riportando le lancette della storia d'Italia indietro di quasi 40 anni.
Perché nelle 2 mila pagine di ordinanza di custodia cautelare si fa riferimento alla strage di piazza Fontana (1969), alla fuga dell'estremista di destra Franco Freda in Costa Rica con 40 mila marchi tedeschi, ai moti di Reggio Calabria e al golpe Borghese del 1970.
LICIO GELLI CONTROLLAVA TUTTO. O ancora alla Banda della Magliana o alle aspirazioni separatiste del meridione del boss mafioso Bernardo Provenzano, ma pure all'influenza che l'ex maestro venerabile Licio Gelli avrebbe avuto sulla cosiddetta «'ndrangheta militare» che poteva controllare perché «aveva fatto in modo che ogni componente della “Santa”, ovvero la struttura di vertice dell’organizzazione criminale, venisse inserito automaticamente nella massoneria deviata» della P2.
INTRECCI CON L'EPOCA DELLE STRAGI. È molto delicata l'inchiesta dei magistrati Federico Cafiero De Raho e del sostituto Giuseppe Lombardo.
Va avanti da tre anni e si incrocia persino con quelle di Caltanissetta e Palermo sulla stagione delle stragi che hanno portato alla morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borselino.
A distanza di più di 20 anni, tra fughe di notizie e depistaggi, importanti inchieste sulla 'ndrangheta come Meta, Olimpia, Infinito o Crimine, inizia a dipanarsi una matassa ancora sconosciuta sulla storia del Paese, ma su cui gli incroci di anni di testimonianze di collaboratori di giustizia, intercettazioni dei carabinieri del Ros e le indagini della Direzione investigativa antimafia (Dia) permettono di gettare un'ombra inquietante sul ruolo dell'estremismo di destra in Italia e sulle connivenze con la criminalità organizzata e con pezzi deviati dei Servizi segreti e dello Stato.
Paolo Romeo, dall'estrema destra ai socialdemocratici
Paolo Romeo.
Paolo Romeo.
Tutto ruota intorno alla figura di Romeo, negli ultimi anni esponente del Partito socialdemocratico, condannato per mafia nel 2000, ma ancora capace di contare secondo gli inquirenti, tanto da favorire l'ascesa politica di Giuseppe Scopelliti in questi anni, già sindaco di Reggio e poi presidente del Consiglio Regionale della Calabria.
Romeo è un personaggio con un passato pesante alle spalle, raccontato pure dal collaboratore di giustizia Pasquale Nucera negli Anni 90.
Non solo. Dagli accertamenti svolti dalla Dia è emerso che Romeo è stato esponente dell'estrema destra sin dagli Anni 70 (quando militava in Avanguardia nazionale), anello di congiunzione tra la mafia reggina e la politica, massone, ritenuto anche legato a settori dei Servizi segreti. Nel 1980 venne arrestato perché imputato di favoreggiamento in favore di Franco Freda.
LA FUGA DI FREDA IN COSTA RICA. Romeo era accusato di averlo aiutato nel 1979 quando Freda, imputato della strage di piazza Fontana, si nascondeva a Catanzaro.
E in un'intercettazione del 2009 stava cercando di avere una revisione del processo («i magistrati sostengono che Freda si è rivolto alla ‘ndrangheta» e «la ‘ndrangheta si è rivolta a me e io ho favorito a Freda», evidenziava che «basta dimostrare il contrario» e cioè che «Freda si è rivolto a me [...]»).
In particolare Barreca, nell’interrogatorio del 5 maggio 1993 ai pm di Reggio Calabria, aveva dichiarato di avere appreso da varie fonti che l’avvocato Romeo era massone e appartenente alla struttura “Gladio”, nonché legato ai “Servizi segreti”.
UNA «LOGGIA SUPER SEGRETA». Nell’interrogatorio dell'8 novembre 1994 sempre a Reggio dichiarava: «Ho partecipato ad alcuni degli incontri avvenuti a casa mia tra Freda, Paolo Romeo e Giorgio De Stefano. Tali discorsi riguardavano la costituzione di una loggia super segreta, nella quale dovevano confluire personaggi di 'ndrangheta e della destra eversiva e precisamente lo stesso Freda, l'avv. Paolo Romeo, l'avv. Giorgio De Stefano, Paolo De Stefano, Peppe Piromalli, Antonio Nirta, Fefè Zerbi».
Essere un santista significa «infiltrarsi negli Enti pubblici»
Le intercettazioni dei carabinieri nell'ambito dell'inchiesta Mammasantissima.
Le intercettazioni dei carabinieri nell'ambito dell'inchiesta Mammasantissima.
Altra loggia dalle stesse caratteristiche era stata costituita nello stesso periodo a Catania.
Nelle carte è riportata per esempio la dichiarazione del pentito Ierardo Michele Michele datata 6 gennaio 1995, quando riferì di essere stato «nominato santista all’interno dell’infermeria del carcere di Messina» all’età di «26 anni».
UNA «STRUTTURA MISTA». Dalle sue dichiarazioni si apprende che «il santista si può dire che esce dalla 'ndrangheta per entrare a far parte di una struttura mista» e l’«unico fine della nuova struttura è l'autoconservazione a qualunque costo. La protettrice è la Santissima Annunziata - da cui il nome Santa come abbreviato di Mamma santissima - e ogni anno le riunioni decisionali hanno luogo il 25 marzo che è la ricorrenza della Madonna».
I «santisti», aggiunse, «debbono intessere rapporti con politici, pubblici funzionari, professionisti massoni» tant’è che «uno dei compiti principali dei santisti è quello di impadronirsi o infiltrarsi in Enti pubblici avvalendosi del consenso elettorale».
«SOVRAORDINAZIONE ALLE COSCHE». Concludono i magistrati: «Leggendo le parole dei collaboratori che ne hanno parlato, peraltro, si coglie come la segretezza della Santa è garantita dal fatto che essa sovrintende all’operato delle singole cosche e può incidere su di esse, sebbene esse stesse ne ignorino l’esistenza. Tanto spiega come la Santa abbia mantenuto questa posizione di sovraordinazione alle singole cosche. Di più, gli stessi santisti conoscono solo quanto è necessario, quanto viene deciso dal vertice che conoscono e le stesse procedure di cooptazione e investitura sono tali che la riservatezza sia mantenuta estrema, al punto che non solo le singole cosche ignorano i componenti».
http://www.lettera43.it/politica/mammasantissima-l-intreccio-tra-gelli--ndrine-e-la-destra-eversiva_43675254347.htm
documentazione
r_nazionale