Offese e minacce al supermercato: «Adesso ci penso io a finire il lavoro di Hitler». Interviene la polizia. L'azienda apre un'indagine interna
«Io con voi scimmie non ci parlo, tornatevene nelle giungla». E poi: «Hitler ha fatto male a non finire il lavoro con voi, ma adesso ci penso io». È quanto raccontano di essersi sentiti dire tre cittadini di origine camerunense, due dei quali, marito e moglie, sono residenti da tempo a Ravenna, dove lavorano e stanno crescendo tre figli. Patrice Fomete Kenne, 36 anni, sta completando il corso per la qualifica di Oss dopo aver lavorato come aiuto muratore, aver fatto stagioni al mare ed essere anche diventato volontario e aver frequentato il corso da “assistente civico”. Rose, sua moglie, 28 anni, già lavora invece come operatrice sanitaria.
A rivolgere loro queste ingiurie di stampo razzista sarebbe stata, il 12 luglio, una cassiera del supermercato Famila di via Faentina dove erano andati a fare la spesa insieme alla sorella di Patrice, Cyrille, in visita a Ravenna e residente a Bruxelles. «Eravamo in fila da tempo – racconta Rose – mi sono permessa di dire a quella cassiera che stavamo aspettando da venti minuti e lei mi ha offesa e minacciata». Il marito in quel momento era in auto, in attesa della moglie e della sorella, entrambe alla cassa del supermercato. «Quando sono arrivate mi hanno raccontato l’accaduto, quindi sono entrato per chiedere spiegazioni, ma la donna non mi ha lasciato il tempo di terminare la frase e anche a me ha detto che non avrebbe parlato con scimmie come noi». Qualche presente ha cercato di calmare la cassiera che intanto si era alzata dalla propria postazione con fare minaccioso, raccontano Rose e Patrice. Ma nessuno ha preso apertamente le difese delle persone offese. Almeno finché non è arrivata la polizia, chiamata da Rose. «L’ho fatto – ci racconta la giovane donna – perché mi sono sentita minacciata». Gli agenti sono intervenuti, hanno raccolto le testimonianze e consegnato un documento a Rose spiegandole che poteva fare denuncia. Cosa che i due coniugi stanno facendo, si sono infatti rivolti a un avvocato per sporgere querela contro la cassiera.
«Siamo qui da tanti anni, siamo in regola, non abbiamo mai avuto problemi di questo tipo. Sì, a volte vedi che nei negozi magari ti guardano con un po’ di diffidenza o sull’autobus evitano il posto vicino, ma non ci era mai successo nulla del genere. Siamo stati offesi e vogliamo giustizia, anche per i nostri figli», ci raccontano quando li incontriamo. In particolare li preoccupa il più grande, che ha appena terminato le medie, e che tende a rifuggire le situazioni sociali perché, dice, si “sente sempre diverso” e si è trovato in passato a dover affrontare offese razziste, ma mai in un esercizio o in un luogo pubblico. «Non ci interessano i soldi, un lavoro ce l'abbiamo», ribadiscono.
Da parte sua Arca Spa con sede a Longiano e proprietaria del supermercato in questione non smentisce nulla dell’accaduto e ci fa anzi sapere che sta svolgendo un’indagine interna. Provvedimenti in vista per la commessa? «Non so dirlo ancora – ci spiega Daniele Montalti, Responsabile Gestione Clienti – perché mai ci era accaduta una cosa simile. Ma certamente il comportamento di questa persona è andato contro ogni nostro principio e indicazione: tutti devono essere trattati allo stesso modo dentro i punti vendita Famila e non ci aspettavamo potesse accadere qualcosa del genere. Certamente se il fatto verrà accertato l’azienda prenderà i provvedimenti disciplinari del caso nei confronti della cassiera. Ci teniamo a precisare di essere molto dispiaciuti del fatto e che questo episodio possa indurre a pensare che nei nostri supermercati vengano tenuti atteggiamenti a stampo razzista, screditando tanti anni di lavoro di tutti i collaboratori dei Supermercati Famila». Ma intanto la società ha intenzione, al termine dell'indagine, di rivolgere delle scuse o di risarcire in qualche modo questi clienti, che peraltro fino a luglio avevano frequentato con assiduità il supermercato? «Certamente saremo lieti di presentare le nostre più sentite scuse alle persone offese. Ancora non siamo stati in grado di farlo solo perché sprovvisti dei rispettivi recapiti. Come ho già detto siamo stati presi in contropiede dall’episodio, in quanto precedentemente non si erano mai verificate situazioni simili». Questo sarà probabilmente possibile a breve, quando la dipendente di Famila riceverà la querela dell’avvocato Ilaria Morigi, a cui i coniugi si sono rivolti.
«Non si tratta di semplici offese e minacce – spiega Morigi – ma di veri e propri reati, aggravati dall'odio razziale. Spetterà alla procura della Repubblica individuare le varie tipologie di reato commesse dalla cassiera del Famila. A parte le indagini penali, che seguiranno il loro corso, spero vivamente che il Famila non tollererà queste condotte disgustose della lavoratrice e mi auguro che la cassiera venga sanzionata con le modalità più severe previste dai contratti collettivi e dalla Legge».
http://www.ravennaedintorni.it/ravenna-notizie/50218/con-voi-scimmie-non-ci-parlocassiera-querelata-da-due-coniugi.html
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r_emiliaromagna