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pubblicato il 15.02.06
Minacce di Saya a Furio Colombo
·

Da L’Unità

14.02.2006

Nessuno ferma il fascista Saya: «Colombo sei il primo…»

di Vincenzo Vasile

Rieccolo Gaetano Saya, il poliziotto parallelo neo-missino che avevamo lasciato in coda a palazzo Grazioli per stipulare intese elettorali con Berlusconi. Ha ripreso a minacciare l’Unità, per la terza volta in pochi giorni con una email indirizzata a Furio Colombo che si conclude con l’elegante post scriptum: “Buffone pagliaccio sarai tu vigliacco di un Colombino, che ti nascondi dietro le pagine di questa cloaca di giornalaccio, inizieremo con te, e con il tuo pitale, vasino, pardon vasile”. Risulta un certo interessamento da parte delle autorità, ma ciò non toglie nulla al fatto che un simile personaggio possa, apparentemente indisturbato, continuare a spargere insulti e avvertimenti: «Nere nubi ­ scrive – si addensano all’orizzonte per voi».

Il sito del nuovo Msi offre però da ieri anche qualche informazione utile per completare il quadro. L’ormai famoso incontro del 15 ottobre scorso tra la moglie di Saya e Berlusconi, si scopre, non fu l’unico. Anzi proprio il presidente-poliziotto parallelo quand’era in libertà, aveva incontrato personalmente il presidente del Consiglio. Il rendez-vous è avvenuto ­ rivela lo stesso Saya ­ «alla festa del cinquantasettesimo anniversario della fondazione dello Stato d’Israele», cioè il 12 maggio 2005, quando “ospite dell’ambasciatore d’Israele presso l’Hotel Excelsior in Roma, ebbi il privilegio di incontrare Sua Eccellenza il Sig. Presidente Berlusconi, e offrire la nostra incondizionata alleanza per sconfiggere i COMUNISTI”.

Con tutto ciò «non abbiamo chiesto nulla alla Cdl, ma solo di essere loro alleati accettando senza eccezione alcuna il programma elettorale. Siamo convinti che con il nostro simbolo non solo raggiungeremo il 2 per cento, ma lo supereremo abbondantemente». In altre parole, l’intesa è conclusa: il Nuovo Msi correrà sotto le ali protettive della Casa delle Libertà. Usufruendo così dello sconto del 3 per cento rispetto al tetto per il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale per le liste «apparentate» con le coalizioni. Non sfugga il particolare sinora inedito: un tipo simile s’è incontrato vis-a-vis con Berlusconi e con lui ha iniziato la trattativa, politica, poi svolta dalla moglie, perché lui era finito agli arresti.

Altre novità sulla biografia: in un’intervista al settimanale News Saya ha esibito una tessera del Pci. E’ stato iscritto, lui dice, dal 1974 al 1984. Niente paura: non si tratta di un ravvedimento ideologico. Saya lavorava come “infiltrato” per incarico del famigerato Ufficio affari riservati del Viminale, retto da Umberto Federico D’Amato. Così racconta: «Facevo parte di quell’organizzazione segreta mai realmente sciolta, che faceva operazioni particolari. Come infiltrarsi nel Pci». Operazioni particolari. Organizzazione mai sciolta. Così dice Saya. La sezione dello spione era la «Spartaco Lavagnini» di Messina, zona Sud, quartiere Lombardo. Una specie di “sezione centro” molto attiva. Vi si svolgevano molte assemblee cittadine dei militanti comunisti messinesi. Una sezione molto attiva e molto frequentata. Ora sappiamo: talvolta anche mal frequentata.

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