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Bologna Blitz neofascista in piazza Galvani
Da Il Domani di Bologna
di Gianluca Rotondi
la manifestazione non autorizzata di ieri sera in piazza GalvaniAlternativa Sociale si prende Piazza Galvani con un comizio “abusivo” salutato con slogan e sventolìo di bandiere neofasciste.
Il blitz dei mussoliniani nella piazza tanto cara alla destra bolognese è stata la sorpresa riservata alla mancata concessione di Piazza Bracci, a San Lazzaro. Poco dopo le 21 un pulmino “scortato” da una quarantina di militanti guidati dal vice segretario nazionale di Forza Nuova e capolista della lista di Alternativa Sociale per l’Emilia-Romagna al Senato Gianni Correggiari, ha fatto il suo ingresso nella piazza alle spalle di San Petronio.
Su un fianco del mezzo uno striscione annunciava il motivo del blitz: “La libertà non si contratta”, in riferimento al tira e molla di questi giorni sul luogo deputato alla manifestazione. In pochi minuti i simpatizzanti di estrema destra sono stati “circondati” da un robusto spiegamento di poliziotto e carabinieri coordinati dal capo della Digos Vincenzo Ciarambino e dal vice questore Vito Cunzolo.
Un altro striscione, sistemato ai piedi della statua che raffigura Galvani se la prendeva col sindaco di San Lazzaro: “Macciantelli, alla Cicogna ci vai tu”. Intorno un nugolo di giovani mussoliniani con bandiere con croci celtiche e drappi col logo di Forza Nuova.
Il primo pensiero è per il sindaco di Bologna: “Contro Cofferati la gioventù si scaglia, boia chi molla è il grido di battaglia”. Uno slogan gridato a squarciagola e corredato dal repertorio di pose e gesti tanto cari all’estrema destra. Intorno, la gente seduta ai tavolini del caffè Zanarini non ha fatto una piega.
Correggiari ha sostenuto che con la sua iniziativa è stato rotto «il velo di ipocrisia su questa vicenda. C’è stata negata una piazza con pretestuose motivazioni di lavori in corso». Ma di comizi in piazza non se ne parla: «Se parlate dal microfono siamo pronti a fare fino in fondo il nostro dovere», dice secco un funzionario a Correggiari. Si parlamenta, cercando una soluzione allo stallo della piazza.
A questo punto i neofascisti sanno già che scatterà per loro la denuncia per manifestazione non autorizzata (cosa che, fa sapere chi gestisce l’ordine pubblico, accadrà, per par condicio, anche a chi ha aderito al presidio antifascista che si è tenuto cinque ore prima nel parco confinante con piazza Bracci).
Si decide di aspettare l’arrivo del segretario di Forza Nuova Roberto Fiore. Dieci minuti, un saluto ai suoi accoliti, e si sciolgono le righe. Nell’attesa di Fiore, Correggiari si scaglia contro Macciantelli: «Ha due facce – ha detto – Adesso fa il democristiano (è esponente della Margerita ndr) negli anni Settanta faceva il barricadero dell’estrema sinistra».
L’arrivo del numero uno dei forzanuovisti è l’occasione per un breve comizio, uno strappo alla regola concordato con i funzionari dell’ordine pubblico: «Non esistono piazze proibite per noi – ha gridato Fiore al microfono – Prima ci scatenavano contro i centri sociali, ora provano a zittirci con un metodo burocratico ma ci prenderemo tutti gli spazi che vogliamo perchè gli italiani sono attenti ai nostri valori: la famiglia, l’identità nazionale, l’economia». Poi la chiusura mutuando lo slogan di Alessandra Mussolini: «Meglio fascisti che froci».
Da segnalare che alcuni simpatizzanti di As hanno riferito di esser entrati da sconosciuti nei pressi del Tpo, poco prima di raggiungere piazza Galvani.
Il fatto che i mussoliniani abbiano potuto tenere un comizio non autorizzato ha provocato l’ira del centrosinistra: «È la prova che si sta cercando lo scontro, come nella tradizione di queste forze di destra si antepongono i diritti dei cittadini alle loro esigenze», attacca Claudio Merighi, capogruppo dei Ds in consiglio comunale, che ricorda come «l’estrema destra punta a provocare, dobbiamo saperli isolare».
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