Domenica 8 maggio
In serata era atteso il comizio in piazza Maggiore di due ministri, Bossi e Tremonti, intervenuti a Bologna per sostenere la candidatura del leghista Manes Bernardini alle elezioni comunali. Una piazza totalmente blindata non ha impedito però la contestazione. Spontaneamente, fin dalle 20, si sono creati due presidi: uno sotto palazzo Re Enzo con bande musicali antirazziste e contro il nucleare e un altro in piazza del Nettuno. Con l’andare del tempo e con l’inizio del comizio vero e proprio il presidio sotto al Nettuno si è ingrossato, si sono aggiunte anche le bande ed è arrivato a contare qualche centinaio di persone. Un presidio determinato che, a fine comizio, si è spostato a contestare un gruppo di leghisti usciti dal comizio che defluivano verso via Indipendenza [alle spalle del presidio]. A questo punto i carabinieri e la polizia (che avevano lanciato provocazioni per tutto il presidio) si sono spostati all’incrocio tra via Indipendenza e via Ugo Bassi e, approfittando della confusione, hanno fatto partire una carica a morsa che, purtroppo, ha preso in mezzo un giovane compagno che è stato atterrato e massacrato da 10 di loro, mentre un altro ha riscontrato una ferita alla testa. Grazie all’intervento di alcun* compagn* il panico non ha preso il sopravvento e il presidio ha bloccato l’incrocio chiedendo la liberazione del giovane. Dopo qualche tempo il compagno ferito è stato visto dentro un’ambulanza ed è poi stato trasportato all’ospedale. Da sottolineare che la digos ha fermato un autobus esplicitamente per impedire ad alcuni solidali di recarsi all’ospedale. Il compagno è tranquillo: acciaccato ma tutto sommato sta bene. Non risulta che gli siano state date denunce. A Bologna, la Lega, non passa.
Martedì 10 maggio. Fascisti: a Bologna non si passa!
Sorprendente. Questo l’unico termine che viene in mente per descrivere la risposta partecipativa al presidio contro il comizio elettorale di Forza Nuova, convocato, con meno di 24 ore di anticipo, per la sera di martedì 10 maggio.
Circa trecento persone si sono riunite ai piedi delle due torri perché fosse chiaro che chi, facendosi scudo con la libertà di espressione la nega nei fatti, non è gradito nella città felsinea.
Il presidio, dopo aver riempito piazza di porta Ravegnana, e bloccato il traffico per una buona mezz’ora, si è trasformato in un corteo spontaneo che ha percorso le vie del centro gridando la propria rabbia contro i fascisti. Non sono mancati i tentativi di provocazione da parte di alcune teste rasate che hanno tentato di avvicinarsi al corteo, solo per poi fuggire a gambe levate, pratica propria dell’area a cui fanno riferimento.
Dopo un passaggio nei pressi del sacrario dei partigiani, il corteo si è diretto in via dell’Archiginnasio, fino a pochi metri dal massiccio cordone di polizia posto, come d’uso, a protezione dei soliti 30 topi di fogna venuti allo scoperto.
A conclusione del comizio fascista, il corteo è poi proseguito fino a sciogliersi sotto le Due Torri.
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