Firenze | Repressione - Interrogatori per ordingo contro libreria di Casapound

Riceviamo e diffondiamo:

INTERROGATORI A FIRENZE

La repressione contro gli anarchici continua usando ogni mezzo a sua disposizione. L’obiettivo dichiarato è dare un nome a chi ha piazzato l’ordigno contro la libreria di Casapound nella notte di Capodanno. Inammissibile ammettere agli occhi dell’opinione pubblica la propria incapacità, le proprie responsabilità sull’accaduto, bisogna far vedere che lo Stato c’è. Rispondere a Roma, ne va della carriera di lorsignori. E così dopo le perquisizioni del 1 Gennaio, la decina tra arresti e misure cautelari dell’ ”Operazione Panico” del 31 Gennaio, che ha citato l’accaduto nell’inchiesta ma non inserendolo tra i fatti contestati, adesso si passa agli interrogatori.

Ad oggi (26 Febbraio) sono 7 gli inviti a comparire in questura recapitati nel corso dell’ultima settimana a 3 compagni e a coloro che si trovavano in un appartamento già perquisito e trattenuti per 12 ore alla scientifica all’indomani dei fatti. Chi non si è presentato spontaneamente è stato prelevato coattamente dalla digos e dagli agenti della squadra mobile, anche nel cuore della notte, per essere sottoposto ad ore di interrogatorio come “persona informata sui fatti”. Formula che non prevede assistenza legale e la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere, quanto denunce per violazione dell’articolo 650 c.p. (inosservanza dei provvedimenti dell’autorità) e minacce per accuse di favoreggiamento (in tentato omicidio) quantomeno fantasiose.

La prima considerazione che ci viene da fare è sulla totale arbitrarietà di questo strumento che si ammanta di una parvenza di legalità ed è ipoteticamente estendibile all’infinito, quanto l’idiozia di un pm o di uno sbirro. Non si è interrogati in quanto testimoni presenti sul luogo dell’accaduto ma in quanto condividenti la stessa idea di chi avrebbe commesso il fatto, la cosiddetta “matrice ideologica” su cui si basa la tesi dell’accusa, oppure, ancora più ridicolmente, essendo amici, parenti o conoscenti di anarchici.

La seconda considerazione è che non ci presteremo al loro gioco e che non lasceremo che questo squallido meccanismo si compia in silenzio portando ogni singolo compagno, amico, parente o conoscente che sia, di fronte all’inquisizione questurina, in balia delle loro pressioni, ricatti, minacce.

Basta intimidazioni, nessuna collaborazione.

Lun, 27/02/2017 – 19:30
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