Milano - Comunicato dei compagni della Latteria

Riceviamo e diffondiamo:

Comunicato dei compagni della Latteria

Come compagni della Latteria (caratterizzazione limitante, ma così siamo stati chiamati) ci vediamo costretti a prendere pubblicamente parola a proposito di un recente comunicato che ci chiama in causa, in cui si allude che tra di noi si organizzino dissociati e pentiti degli anni 70.

Ciò che è vero è che tra i nostri genitori ci sono alcuni ex-appartenenti a formazioni armate attive negli anni 70 che hanno beneficiato di sconti di pena per aver scelto la via della dissociazione e del pentimento. Ed è vero che almeno in un’occasione hanno attraversato (si è trattato di un compleanno) nostri spazi, sempre fuori da momenti pubblici o organizzativi . Il fatto di aver preso alla leggera questo fatto è stato un grave errore e  non si ripeterà. Ma lasciare intendere che frequentiamo ci organizziamo con i collaboratori di giustizia è una calunnia inaccettabile.

E’ facendoci forza a vicenda che affrontiamo i momenti più duri, i processi gli arresti e la detenzione. Anche quando qualcuno tra noi è rinchiuso in isolamento nelle carceri ad alta sorveglianza, non abbiamo mai lasciato nessuno indietro e ci siamo, fino ad ora, costruiti gli anticorpi contro defezioni e cedimenti. Questa forza che abbiamo sta nei nostri rapporti, nell'amore e nella sensibilità che impregna le nostre vite di rivoluzionari. È in questa sensibilità, in questa attenzione al come stiamo insieme che va costruita la corazza per proteggere la lotta e i compagni da quelle carognate che lo stato ha da sempre messo in atto contro i sovversivi: minacce, tranelli, “biciclette”, saltafossi, montature, promesse, incitamenti a tradire e vendere i compagni, infiltrazioni poliziesche, infamate, delazioni. Contro tutto ciò non servono comunicati pubblici: serve cura nei rapporti tra noi, fiducia, e la guardia sempre alzata.

Senza l’amicizia politica, senza l’amore che ci lega non c’è nessuna complicità, non ci sono compagni.

Rispetto alla questione in sospeso stiamo facendo le necessarie ricerche. Cosa non facile per la delicatezza della questione e per la complessità di ricostruire una verità lontana e non sempre netta. Essendo che il  “passaggio del testimone” ha un ritardo di 40 anni stiamo facendo del nostro meglio per colmare questa mancanza. Una cosa la possiamo dire con certezza: gli infami non hanno mai avuto e non avranno quartiere tra noi.

Questi i fatti. Ai compagni e alle compagne trarre le proprie conclusioni.
Noi non ci tireremo indietro nel dare tutte le delucidazioni.


In merito alle vicende in questione:

Milano - Affinché riprenda il passaggio di testimone
Milano - Comunicare fa male

Gio, 30/10/2014 – 17:07
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