Milano - Tredicimila telecamere per spiare Milano

fonte: repubblica

Il Comune metterà in rete tutte le telecamere di sicurezza che vigilano su
Milano. Una sola cabina di controllo coordinerà tutti gli occhi elettronici,
pubblici e privati, «per individuare episodi di criminalità e degrado in
tempo reale, consentendo l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine».
Lo annuncia il vicesindaco Riccardo De Corato, che nei prossimi giorni
invierà una squadra di tecnici a Londra (dove è già in funzione un sistema
simile).

«Dobbiamo sfruttare le telecamere di banche, negozi e abitazioni — spiega il
vicesindaco — che oggi vengono usate solo per registrare quello che
riprendono. Noi le impiegheremo per avere immagini in diretta a ciclo
continuo». Il progetto, tuttavia, sta già sollevando le critiche
dell’opposizione, che parla di «rischio Grande fratello». In città le
telecamere di sicurezza del Comune sono più di 900, quelle private almeno
12mila. Tutte manderanno immagini alla sala monitor dei vigili in piazza
Beccaria. «La mole dei filmati in transito sarà enorme — dice De Corato —
Grazie a un software, però, sui nostri 48 schermi compariranno
automaticamente le situazioni di emergenza».

Il riferimento è al programma informatico israeliano che il Comune sta
acquistando, già esaminato nel novembre scorso a Tel Aviv dal comandante dei
vigili Emiliano Bezzon. È in grado di «vedere» uno zainetto abbandonato, un
writer che imbratta un muro, i movimenti bruschi di uno scippo, e di
trasmettere immediatamente le immagini al comando. La centrale dei vigili, a
quel punto, potrà indirizzare le segnalazioni alle pattuglie delle forze
dell’ordine più vicine al luogo individuato. La svolta provoca la polemica
dell’o pposizione in consiglio comunale.

Davide Corritore, del Pd, sostiene che «una cosa è utilizzare le immagini
registrate in caso di reati già commessi, un’altra è monitorare l’intera
città 24 ore su 24. È giusto sorvegliare in tempo reale alcuni luoghi a
rischio, ma filmando ogni angolo di Milano si rischia di realizzare quel
Grande fratello che giustamente molti temono». Corritore immagina anche un
possibile veto da parte del Garante della privacy. Il quale, allarmato
proprio dalla quantità di telecamere private censite a Milano, sta studiando
un nuovo regolamento sulla videosorveglianza che aggiorni quello in vigore,
fatto nel 2004.
(14 febbraio 2009)

Lun, 16/02/2009 – 15:01
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