Nocività - Una ricerca contro il gasdotto TAP

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Segue dall'introduzione:

CONTRO IL GASDOTTO TAP

Nonostante le procedure farraginose e l’inadempimento alle prescrizioni, il 16 maggio il consorzio Tap ha inaugurato ufficialmente il cantiere, alla presenza di rappresentanti di tutte le multinazionali coinvolte e degli Stati che verranno attraversati dal gasdotto. La cerimonia si è svolta in Grecia, così padrone di casa è stato Tsipras.
E in Grecia e in Albania il cantiere sembra essere in uno stato un po’ più avanzato (seppur di poco) di quanto non lo sia in Italia dove Tap non è riuscito ad ottemperare alle prescrizioni preliminari all’inizio dei lavori. Sostanzialmente ha rimandato quasi tutto a ottobre. Chi si è adoperato per fermare questa grande opera a suon di carte bollate è soddisfatto del lavoro svolto e di fatto Tap si è scontrato con una burocrazia cavillosa - messa in piedi come strumento di opposizione - che probabilmente pensava di poter aggirare più facilmente.
Ma i grandi sostenitori del gasdotto Tap tuttavia, non sembrano demordere e dinanzi alla richiesta da parte dei cittadini del rispetto delle regole, rispondono facendosi creare nuove regole ad hoc, ritagliate su misura dell’opera e che quindi facilmente potranno essere rispettate.
E così leggendo e rileggendo articoli su articoli di media locali che ripetono ossessivamente più o meno sempre le stesse notizie ci sorge il dubbio che puntando il dito non si riesca più a vedere la luna.
È evidente che si tratta di una questione di prospettiva.
Il gasdotto Tap si inserisce a pieno regime nella ricerca spasmodica, da parte di questo sistema economico e dei governi che lo sostengono, di energia e risorse energetiche che possano continuare a reggerlo. Le ultime guerre che conosciamo, dal nord Africa all’Oriente, sono causate dal controllo di queste risorse e dagli interessi geopolitici ed economici che ne derivano.
Trasportando gas naturale dall’Azerbajgian, “il gasdotto Tap consentirebbe una diversificazione delle fonti energetiche”, dicono i suoi sostenitori, “e tale trasporto consentirebbe un affrancamento dalle risorse russe”; ma a parte l’opinabilità di tale fatto, smentito dagli accordi tra la russa Gazprom e l’azera Socar proprio sul gas naturale, a sentire le parole un po’ troppo accorate di esponenti del governo italiano, Tap risulta essere strategico.
Un termine ripetuto come un mantra decine di volte ma che ha ormai assunto un significato ben più ampio.
Tap non è solo strategico per via delle ragioni esposte sopra, ma perché la sua realizzazione è emblema del funzionamento dell’economia capitalista. La sua costruzione e funzionamento prevede un introito di miliardi di euro. Ad essere coinvolte nell’opera sono grandi multinazionali energetiche quali, tra le altre, British Petroleum (proprietaria insieme ad altri anche dei giacimenti nel Mar Caspio) e Eni, colossi responsabili di guerre, massacri, devastazioni in giro per il mondo, cioè alcune delle cause che costringono migliaia di persone a fuggire dalla propria casa e cercare una possibilità di sopravvivenza altrove.
Infine il gas naturale che questo grosso tubo trasporterà, servirà soprattutto alle esigenze delle industrie e quindi all’economia e ai suoi apparati, produttivi, repressivi, militari.
Proprio sul sito di Tap è reperibile uno studio sul sistema economico in Puglia, che naturalmente cita lo stesso gasdotto e tutte le fonti di produzione di energia presenti in questa regione. Dando uno sguardo ai numeri si evince che la Puglia produce il doppio dell’energia di cui ha bisogno, ma nelle province a maggiore concentrazione industriale, quali Brindisi e Taranto, quasi i due terzi di questa energia prodotta è consumata proprio dall’indotto industriale. Ciò accade nelle provincie in cui vi sono Ilva, la più grande acciaieria d’Europa, e una raffineria di petrolio dell’Eni, produttrici di cancro e morte, e Cerano, grosso stabilimento di produzione di energia dal carbone, nonché di morte e cancro, e altri colossi industriali.
Ciò significa che chiudendo Ilva e Cerano, raffinerie dell’Eni e altri mostri simili qui presenti si potrebbe produrre meno energia, evitare di riempire le campagne di fotovoltaico e eolico (di cui la Puglia detiene il primato per quantità di impianti) e smettere di seminare guerre in giro per il mondo e chissà magari vivere meglio.
Ma questo non è un discorso al passo con i tempi. Infatti è un discorso senza tempo.
Non si può pensare di affrontare il discorso Tap senza tenere in considerazione tutta una serie di questioni che si concatenano l’una all’altra. A che serve tutta questa energia? Che ne facciamo di un’altra nocività? Quali conseguenze sociali, oltreché ambientali, produrrà questa opera nella nostra vita e in quella dei territori che attraverserà.
Da tutto ciò nascono delle considerazioni su come opporci a quest’opera e sui metodi che vogliamo usare.
Continuare ad alimentare un sistema rappresentativo e legalitario, come fanno alcuni gruppi che si oppongono alle grandi opere o alle nocività ambientali, come accade anche in Salento, affievolisce, depotenzia, smonta la possibilità di una protesta spontanea, autodeterminata, orizzontale e magari più ampia e più incisiva. Di fronte ad appelli di tali gruppi che si auto eleggono rappresentanti della protesta e si spingono a chiedere di non recarsi sul posto per evitare tensioni, - tanto ci sono loro a controllare -, è chiaro che non ci troviamo di fronte ad una lotta ma ad una sorta di vigilanza, un monitoraggio.
Evidentemente ognuno dovrebbe fare il suo e chiamare le cose col proprio nome.
Cosa si può fare allora?
Una ricerca ci ha portato a individuare coloro che hanno stipulato contratti con Tap per la realizzazione di tutte le parti del gasdotto e di seguito saranno indicati i loro indirizzi. Alcune di queste grosse aziende, a loro volta appalteranno a ditte locali i lavori. Nostro intento è quello di mettere i bastoni tra le ruote a coloro che parteciperanno a questo progetto e non è per niente scontata la possibilità di riuscirci o meno. Tuttavia ci proviamo con l’auspicio di trovare accanto a noi (o noi accanto ad altri) coloro che vorranno, per le ragioni più disparate, intralciare questa ennesima grande opera. Senza deleghe, in prima persona e dalla stessa parte, quella che ci separa da Tap e dai suoi sostenitori.

Alcuni nemici delle nocività c/o Biblioteca anarchica occupata disordine
via delle giravolte 19/a Lecce

Sab, 01/10/2016 – 09:49
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