Padova - Sgomberata la Marzolo Occupata [comunicato]

riceviamo e diffondiamo:

Da questa mattina un manipolo di servi in divisa sta provvedendo allo sgombero della Marzolo Occupata, un'esperienza di lotta nella città di Padova che da fine gennaio scorso aveva restituito alla collettività uno spazio abbandonato volutamente dalle istituzioni e l'aveva riempito di contenuti e iniziative aperte alla partecipazione di student* e abitanti del quartiere Portello!
Tutto lo stabile è stato messo sotto sequestro, pare ci siano 13 denunce.
La risposta dell'autorità ai bisogni e alle esigenze di libertà delle persone è ancora una volta sempre e solo repressione!

Il vero degrado sono Stato e padroni
Le nostre r-esistenze non si sgomberano!

Segue comunicato:

LE LOTTE NON SI SGOMBERANO!

OCCUPARE È GIUSTO. RESISTERE È NECESSARIO.


La mattina di mercoledì 15 luglio un nutrito dispiegamento di servi in divisaha sgomberato la Marzolo occupata di Padova, murandola e mettendola sotto sequestro preventivo. Lo stabile dell’ex mensa, di proprietà dell’università, era stato occupato da un gruppo di studenti e lavoratori a fine gennaio per restituirlo alla collettività e farlo rivivere, dopo anni di incuria e abbandono. Il mandante è l’università di Padova, che giustifica lo sgombero con motivi di sicurezza per presunti danni strutturali in loco, il medesimo pretesto che aveva utilizzato prima di chiuderla nel 2009, dopo appena 4 anni dagli ultimi lavori di manutenzione. Le ragioni che hanno motivato la chiusura della Marzolo sono ben più profonde e vanno ricercate nel lavoro costante che, nei sei mesi di occupazione, è stato fatto con studenti e abitanti del quartiere Portello. Infatti, questa esperienzaha visto la partecipazione di moltissime persone, che hanno contribuito ad arricchire e valorizzare con idee e proposte un luogo che appartiene a tutti coloro che, in questi anni, hanno continuato a pagare le tasse per poi vedersi negare diritti basilari. Numerose sono le iniziative e i progetti avviati nei mesi di occupazione: dal mercatino popolare dell’usato e del baratto, alla mensa autogestita; dall’aula studio, agli orti urbani; dai momenti di socialità con concerti, proiezioni e spettacoli teatrali, alle assemblee di controinformazione con i lavoratori, ai dibattiti sulla situazione attuale come le serate dedicate alla lotta No Tav e alla Palestina, al corteo di quartiere del 25 aprile, fino alle iniziative di solidarietà ai prigionieri in lotta. Questo è ciò che si è cercato di fare dentro e fuori la Marzolo occupata, rendendola un luogo dove organizzare, promuovere e sostenere pratiche reali di lotta.


Nel corso della giornata la risposta di occupanti e solidali non è tardata a farsi sentire. Già all'ora di pranzo, mentre lo sgombero era in atto, è stata fatta irruzioneall'interno di due mense universitarie. In una di queste ci sono gli uffici dell'E.s.u.(ente regionale per il diritto allo studio),anch’esso responsabile dello sgombero. Per pochi minuti è stata interrotta la quotidiana routine della mensacon megafonaggi, slogan e striscioni. La solidarietà riscontrata è stata molto forte da parte degli studenti, oltre che degli stessi lavoratori.Nel pomeriggio un corteo di oltre 50 solidali ha manifestato per le vie del Portello, bloccando il traffico in alcuni punti significativi per la viabilità cittadina, scandendo slogan e facendo interventi davanti alle aule studio. Per oltre un'ora si è denunciato a studenti e abitanti quanto accaduto durante la giornata.Si è espressa, inoltre, la solidarietà a quanti di recente sono stati sgomberati, sfrattati, arrestati per la lotta No Tav e per il diritto alla casa, cassaintegrati o licenziati. Si è manifestata solidarietà alla lotta del popolo palestinese, che resiste di fronte agli attacchi militari dello stato terrorista di Israele. Per tutto l'arco della giornata c'è stato un presidio permanente, durante il quale molti di coloro che in questi mesi hanno animato la mensa sono passati e si sono uniti alla protesta.


Ancora una volta l’università di Padova ha dimostrato di essere intollerante nei confronti delle pratiche di occupazione e autogestione, reprimendo chiunque agisca fuori dal suo controllo e svincolato dai legacci istituzionali. Ne sono prova tangibile le 13 denunce arrivate a compagni/e, accusati/e di occupazione abusiva e danneggiamento per il solo fatto di essersi ripresi una piccola parte di ciò che gli spetta. Lo sgombero della Marzolo occupata è un palese attacco a una pratica di lotta e resistenza che non è disposta a scendere a compromessi e per tale ragione risulta scomoda e pericolosa. Tutto questo si pone in continuità con la tendenza nazionale che si sta manifestando in quest’ultimo periodo, dove le pratiche di lotta incrementano e con esse aumenta anche la macchina repressiva dello stato. Da fine maggio a questa parte, da quando cioè sono terminate le elezioni europee con la vittoria del Partito Democratico, si contano ormai decine di sgomberi di spazi autogestiti e di case occupate, senza dimenticare l’inchiesta del 3 giugno che ha portato in carcere compagni/e che hanno resistito agli sfratti abitativi a Torino. E’ simbolico il fatto che lo sgombero della Marzolo sia avvenuto in concomitanza con quello del Teatro Volturno di Roma, occupato da sei anni e punto di riferimento in città per la lotta alla casa. La linea che il governo vuole far passare non lascia margine a nessuna forma di dissenso e chi si organizza lottando va inevitabilmente incontro alla repressione con denunce, carcere, fogli di via e ricatti. Questo lo vediamo su più fronti: da chi si batte per la casa, a chi rivendica migliori condizioni nel posto di lavoro, a chi viene licenziato, a chi si oppone a grandi opere inutili e devastanti per il territorio, fino a chi lotta per garantire un futuro migliore e dignitoso riappropriandosi degli spazi pubblici lasciati al degrado. Di fronte a tutti gli attacchi, l’unica soluzione è quella di reagire attraverso la mobilitazione. E’ questo il modo migliore per ribadire che non sarà la repressione a fermare le lotte, che ciò che non potranno sgomberare o annichilire è la nostra voglia di lottare e resistere con ogni mezzo necessario contro un sistema basato sul profitto e il saccheggio.


RIPRENDERSI GLI SPAZI, CONTINUARE A LOTTARE!


Padova, 15/07/2014


Assemblea della Marzolo occupata - marzoloccupatapd@autistici.org


Mar, 15/07/2014 – 22:50

Sgombero Marzolo Occupata - Solidarietà da Udine

riceviamo e diffondiamo:

Udine, 16 luglio 2014
Abbiamo tristemente appreso ieri da compagni della Marzolo Occupata di Padova che questo spazio di libertà è stato invaso e sgomberato dai servi in divisa nella mattinata. Ma la tristezza deve lasciare il posto alla rabbia e tramutarsi in solidarietà e nuova e sempre maggiore determinazione nella lotta.
Da gennaio questa ex mensa universitaria, abbandonata volutamente dello stato, era diventata un laboratorio di socialità, musica, studio, conflittualità, r-esistenza, animato da studentesse/studenti, compagn* e abitanti del quartiere Portobello, un luogo strappato dal grigiore del conformismo della città, della vita normate, un luogo che avevamo avuto il piacere di vivere, un luogo con le/i cui occupanti avevamo avuto il piacere di passare ore di divertimento libero e di militanza.
La risposta a tutto questo da parte dei detentori del monopolio delle violenza è stata ed è sempre la stessa: sgombero, più di una decina di denunce e in più, come fatto a Udine per l'occupazione di via Scalo Nuovo nel 2009 e dell'ex caserma Osoppo nel 2013, sequestro di tutto l'edificio.
Noi ci uniamo alla risposta che ieri pomeriggio si è prontamente levata dalle vie di Padova con un corteo e ricordiamo a sindaci leghisti e forze della repressione che la solidarietà è sempre più forte.
Solidarietà a tutt* le/i denunciat*!
La lotta non si sgombera!

Coordinamento Contro il Carcere e la Repressione di Udine

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