Pagherete Caro, Pagherete Tutto

per problemi tecnici questa notizia viene pubblicata in ritardo, ci scusiamo per il disguido.

PAGHERETE CARO
PAGHERETE TUTTO!

9 gennaio 2008 : mentre si recavano ad una manifestazione contro i CPT, tre persone venivano arrestate per possesso di fumogeni artigianali, petardi e chiodi a tre punte (per bucare le ruote).
23 gennaio 2008 : due persone vengono arrestate a Vierzon durante un posto di blocco; la stampa dice che sarebbero stati in possesso di clorato di sodio, documentazione per costruire bombe artigianali e la planimetria del carcere minorile di Porcheville.

Di fatto le due indagini sono passate sotto la competenza di un pool antiterroristico.
Tutti gli imputati sono attualmente reclusi.

Questi episodi non sono isolati; da qualche anno a questa parte la figura del terrorista è tornata alla ribalta e su scala mondiale ciò funziona a meraviglia.
In Francia lo stato definisce “terrorista” tutti quelli che lo minacciano politicamente, che siano quelli che cercano di sostituirsi ad esso o quelli che vogliono distruggerlo definitivamente.
Adesso però la questione non si ferma solo ai “terroristi”, ma chiama in campo anche tutti i prigionieri dello stato, criminalizzati perché indesiderati (per esempio gli immigrati).
D’ altronde anche in italia la situazione non è dissimile e lo dimostrano i fatti degli ultimi mesi (questione immigrati, articolo 1, pacchetto sicurezza), ma anche quelli precedenti (dai “black block” di Genova passando per i rivoltosi dell’ 11 Marzo).

Una società che sa solo produrre catastrofi, epidemie, guerre, paura, precarietà e miseria è tale perché deve difendersi dalla rabbia che produce.
Di fronte a questa collera che lo stato non riesce né a gestire né a recuperare egli reagisce additando come unico colpevole il nemico interno.
La polizia costruisce degli archetipi; la figura utilizzata in questi casi è quella dell’ “anarco-autonomo”.
Il potere accomuna questa figura a quella dei terroristi costruendo una minaccia per creare consenso presso il suo popolo, per rafforzare il suo controllo e giustificare la sua repressione.

Essere solidali significa cercare di non isolarli. La solidarietà si attua anche intensificando ed estendendo la rivolta.

La solidarietà esiste gia sotto tutte queste forme:
A Parigi quando ci sono dei raid contro i senza-documenti in mezza giornata si crea un presidio davanti al commissariato.
Nelle periferie, quando un fratello viene arrestato, si risponde con un cucchino alla polizia.
Quando lo squat D’ Ungdonshuset di Copenhagen è stato sgomberato, il quartiere si è infiammato.

La complicità è un’ arma.

Questa settimana, dal 9 al 16 Giugno, è un’ occasione per incrementare le nostre forze contro la repressione.
Se è importante che delle azioni siano portate a termine questa settimana, è altresì importante che la risposta non si fermi qui.

HANNO VOLUTO FAR DI NOI UN INCUBO
NOI SAREMO PEGGIO!

Gio, 12/06/2008 – 16:57
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