Pisa - Alcune Riflessioni a briglia sciolta sulla questione del rapporto con i media | Il circo è arrivato in città

Mentre il totalitarismo avanza, pare sfuggire un impercettibile dettaglio: la totale inesistenza di un vero movimento antagonista, rivoluzionario.
Invece di tentarne la costruzione, si assiste al triste spettacolo di un’opposizione spettacolare.
I cosiddetti movimenti "new global", più che il rovesciamento dell’esistente teorizzano, e per quanto possono mettono in pratica, la partecipazione alla gestione delle nocività presenti e future.

A chi invita a “non odiare i media, ma a diventare media [!]" è inutile sottolineare il loro ruolo certamente repressivo.
Attraverso la creazione di un uomo di massa, passivo, atomizzato e intorpidito si gettano le fondamenta di un nuovo regime totalitario: quello costruito dalla società tecnologica dello spettacolo che attenta a ogni pratica umana fino a rendere inessenziale l’uomo stesso.
A chi si attribuisce il merito (se tale lo si vuole definire) di aver contribuito in questo modo a una crescita quantitativa del movimento, è arduo far notare la mancanza di una qualsiasi qualità rivoluzionaria.
A chi replica alle critiche mossegli lamentando l’assenza di tesi propositive, è d’obbligo rispondere che è innanzitutto necessario partire da una chiara scelta di campo.

La pratica ex "disobbediente" delle azioni spettacolari e dei rapporti con i mass media permette quello che le vecchie segreterie di partito non hanno mai permesso: diventare leader in qualche settimana.
Grazie ai capi "disobbedienti" lo Stato ha dato il suo ultimatum: o si dialoga con le istituzioni (di fatto è questo che passa per "non-violenza"), oppure si è terroristi da reprimere.
Grazie al "movimento dei movimenti" si ripropone la logica della socialdemocrazia classica: conquista progressiva di spazi istituzionali, mediazione dei conflitti sociali, repressione di chi vuole rompere con il potere.

Rompere con i mass media non significa solo considerare i giornalisti per quello che sono, servi del potere, ma anche togliere il terreno da sotto i piedi a tutti i politicanti in erba (chi deve vendere la propria immagine politica, infatti, non può tagliare con i media).
La prospettiva di chi accoglie i giornalisti "perché non ha niente da. nascondere", lascia intendere che,chi non vuole dialogare con i mass media invece... i buoni e i cattivi, insomma, per la grande felicità del potere e della polizia...(ci ha già provato Sinistra Perchè).

ASSEMBLEA: Quindi? L'assemblea non era affatto sovrana! Pura illusione! Finendo così con l'accettare le decisioni di capetti e cappellai e rendendosene responsabile.Chi credeva di scegliere è stato inserito in dinamiche già attivate e concordate con i mass media, ed accolte con ingenuo entusiasmo da salotto televisivo . Ecco dove porta la logica dei portavoce e dei rapporti con i media : a rinunciare ai nostri tempi in funzione dei loro per partecipare al circo mediatico.
Un circo che si muove solo dopo fatti eclatanti, cosa che ha dimostrato ignorandoci per settimane.
Per quanto ci riguarda, meglio un uovo oggi che un politicante domani.

Come due secoli di lotte rivoluzionarie hanno dimostrato, la cosa più importante è la coerenza tra i mezzi e i fini: il potere non si distrugge riproducendolo nelle proprie pratiche (partiti, portavoce, rapporti con le istituzioni, eccetera). L’azione diretta e l'autogestione - due concetti anarchici che i politicanti,anche in erba.. cercano di recuperare - esprimono proprio questa ricerca di coerenza. Se qualcuno accetta la logica dei portavoce e dei rapporti coi mass media, è responsabile di ciò che questi riportano. In caso contrario, di fronte a distorsioni gravi, deve smentire in modo altrettanto pubblico (volantini, manifesti, eccetera). Altrimenti,è responsabile delle proprie scelte. Troppo comodo giocare ai capetti e poi nascondersi. Che tutto questo venga riprodotto da ragazzi di vent'anni, non sposta il problema. Aumenta solo la nostra tristezza...

IL TOTALITARISMO AVANZA... STUDENTI, ANCORA UNO SFORZO...

Alcuni Arrabbiati

Ven, 07/11/2008 – 12:09
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