Roma - Volantino distribuito al presidio sulla strage di Stato e sulle morti di Stato

“Noi siamo i figli dei padri ammalati, aquile al tempo di mutar le piume, svolazziam muti, attoniti, affamati, sull'agonia di un nume…” Emilio Praga, Preludio

LO STATO UCCIDE...

Questa lapidaria realtà ci viene sempre più spesso ricordata dal susseguirsi degli eventi, da macabri elenchi di vite spezzate da un proiettile, frantumate dai manganelli, fuse da una colata di acciaio, per strada, nelle caserme, sul posto di lavoro, nelle carceri, nei Cie... Il Potere ci uccide ogni giorno, succhiandoci la vita dal corpo, attanagliandoci in un sistema basato sullo sfruttamento capitalista, dove i soldi e il prestigio sociale, dilaniano ogni desiderio e passione vitale, mentre distrugge progressivamente la Terra. I suoi cani da guardia sono là, per strada, nelle loro bieche divise, ma sono anche in quella zona grigia della società fatta dai colletti bianchi del capoufficio, del professore, del prete, del sindacalista, dello psichiatra; ognuno pronto a sedarci, persuadeci e in ogni caso a calmarci... Perché dovrei calmarmi? La rabbia mi fa tremare le mani, ribollire il sangue nelle vene, mi acceca la vista… Perché dovrei calmarmi? No, devo attaccare; perché il cane da guardia alberga anche dentro di me quando chiudo un occhio su un ingiustizia, quando delego ad altri la mia lotta, quando nei momenti di rassegnazione e acquiescienza penso “tanto sarà sempre così”. Devo attaccare perchè l’oppressione non è anonima, ma ha nome ed indirizzo. Devo attaccare perchè so che c'è chi è responsabile di tutto ciò. Ci sono dei responsabili per la strage di Stato di Piazza Fontana del "lontano" 1969, per la morte di Carlo, di Alexis, di Stefano, di Diana e per quella di ogni detenuto, di ogni migrante respinto in mare così come di ogni operaio sul posto di sfruttamento... E non spetta ad un lurido tribunale di carogne, di ogni sorta, stabilire “giustizia e verità”, in base al loro diritto ed ai loro gelidi codici di legge. La decisione spetta solo a me. Con i miei metodi, le mie conoscenze e secondo i miei desideri e le mie tensioni... E' giunta l'ora di farla finita con le mezze misure e con lo spettacolo, con le zavorre del passato e con la politica tutta, coi nostalgici dei bei tempi passati e con lo sterile ciarlare continuo ed incessante: muto, attonito ed affamato di vendetta, assisto alla caduta inesorabile di questo marcio esistente per poi esser pronto in un baleno ad insorgere, per divenire ciò che sono. Nella mia testa e nel mio cuore ora aleggia uno splendido verso: "Se non tu, chi? Se non ora, quando?"

...UCCIDI LO STATO

Scintille iconoclaste nella polveriera della metropoli

Lun, 14/12/2009 – 11:31
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