A un mese dall’occupazione della Ginori: iniziativa all’Arci di Novoli

Venerdì 15 febbraio, Arci di Novoli, Firenze
via di Novoli 8 (angolo via Allori, viale Guidoni).
Bus 22, 35, 30, 5, 56

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h 21 – Proiezione del documentario “Ginori, la fine é l’inizio”
A seguire assemblea con Giovanni Nencini (Rsu Cobas Ginori)
Paolo Brini (Comitato Centrale Fiom)

Il 15 febbraio sarà passato un mese esatto dalla sospensione dell’occupazione della Ginori. Riteniamo utile tornare a discutere di questa esperienza di lotta. In primo luogo perché si tratta di una vicenda per niente conclusa. I lavoratori Ginori continuano il proprio presidio permanente mentre la fabbrica si trova in esercizio provvisorio ed è in attesa dell’asta giudiziaria che la assegnerà a una nuova proprietà.
In secondo luogo perché la vertenza Ginori assume un ruolo chiave per tutti i lavoratori, i disoccupati e gli studenti del territorio. La difesa di tutti gli attuali 314 posti di lavoro: questa è l’unica accettabile conclusione della questione Ginori, indipendentemente da come si concluderà l’asta. Una vittoria degli operai Ginori diventerebbe un esempio contagioso per tutto il resto delle crisi aziendali sul nostro territorio. Viceversa una loro sconfitta ci renderebbe tutti più deboli: su che base si può difendere l’occupazione di un precario o di una piccola azienda, quando chiude una delle principali aziende del territorio? Per questo siamo tutti per la Ginori e la Ginori è per tutti.
Infine, perché questa lotta si inserisce in un contesto di dilagante disoccupazione e di crisi aziendali. Dalla Fiat di Pomigliano alla Terim di Modena, passando per Alcoa, Irisbus, Maflow – solo per citare le più note – si moltiplicano le lotte che hanno al centro la difesa dei posti di lavoro. L’occupazione e il presidio degli stabilimenti è la forma più efficace ed elementare per salvaguardare la continuità produttiva di una fabbrica. Ma per una vittoria effettiva, la resistenza di un settore operaio deve inserirsi in una strategia e in un contesto di solidarietà attiva, sia da parte del resto delle fabbriche, sia da parte del resto della popolazione, dagli studenti fino ai disoccupati passando dal ceto medio in rovina.
Dalla Innse fino alle fabbriche sud americane, esiste ormai una serie di esperienze di occupazioni di fabbriche. Prenderle in esame fornisce oggi una ispirazione concreta su quale via seguire.I lavoratori Ginori hanno iniziato con determinazione e generosità. Di fronte allo stabilimento di Sesto, alla portineria, può essere tracciata una linea ideale di resistenza dove tutti – studenti, disoccupati, precari, lavoratori di altre aziende – possano insieme dire: da qua nessun passo indietro.

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