Chi lotta è un terrorista: lo dice il Pd toscano

La scorsa notte sui muri della sede regionale del Partito Democratico toscano è comparsa una evidente scritta che oltre a sottolineare la farsa elettorale, inneggiava alla lotta di classe (vedi foto). Non vi era una precisa rivendicazione, ma una vistosa falce e martello lasciava facilmente intendere l’area politica da cui provenivano gli autori. Fin qui niente di eccezionale, si potrebbe pensare, dato che gesti simili non costituiscono certamente una novità assoluta nel panorama italiano, in special modo nei giorni che precedono le elezioni nazionali. Tuttavia, le reazioni del segretario toscano del Partito Democratico Manciulli e di quello metropolitano di Firenze Mecacci, meritano attenzione per la falsità con la quale hanno commentato e così aiutato ad inquadrare l’accaduto. Infatti, grazie anche alla complicità dei giornali locali, nei commenti si fa riferimento ad una stella a cinque punte, palesemente assente, come peraltro ampiamente verificabile, nella scritta sul muro.

Questo fornisce il pretesto ai dirigenti democratici per associare chi evidenzia l’inutilità del voto al terrorismo. Niente di più lontano dalla verità. Il teatrino della campagna elettorale, il recente comportamento delle forze partitiche e la loro vicinanza ideologica, sono tutte evidenti dimostrazioni che, pur condividendo o meno il modus operandi utilizzato, gli autori della scritta hanno perfettamente ragione. Non sarà infatti una croce su una scheda elettore a mutare i rapporti di forza presenti nella società. Per raggiungere questo obiettivo, infatti, bisogna impegnarsi quotidianamente per creare una massa critica in grado di diffondere una visione radicale dell’esistente.

Disertare o relativizzare il momento elettorale è un primo, seppur piccolo, passo in questa direzione. Perché come scriveva Herbert Marcuse “la libera elezione dei padroni non elimina né i padroni né gli schiavi”.

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