Rigassificatore a Livorno, domande e risposte per capire di cosa si parla

Alcune risposte a domande frequenti sul rigassificatore (QUI altre info)

rigassificatore_nave_offshore1. Che cos’è la Olt?

La OLT è una società attualmente controllata dalla multinazionale tedesca E.On Ruhrgas e dalla IREN, formata da ex-municipalizzate di Torino, Genova, Parma, ecc. La società è stata formata nell’ottobre 2002 da un noto pregiudicato, condannato per bancarotta e per tangenti, tale Belleli, che poi l’ha rivenduta ad altri.

2. A cosa serve?

Il rigassificatore è un impianto che riceve il gas allo stato liquido e lo trasforma in gas allo stato gassoso prima di inviarlo tramite gasdotto alla rete nazionale per la distribuzione del metano.

3. Perche’ proprio qui?

Perché il comune di Livorno scambiò l’accettazione del rigassificatore con l’ingresso dell’ex-municipalizzata genovese AMGA, poi confluita in IREN, in ASA; cioè in parole povere i genovesi accettarono di “salvare” l’ASA in cambio dell’accettazione da parte dei livornesi del rigassificatore che inizialmente era stato proposto proprio a Genova che per questioni di sicurezza rifiutò.

4. Che benefici ci sono per i cittadini?

Benefici diretti: NESSUNO visto che la famosa promessa di bollette del gas più leggere è andata in cavalleria; si blatera su ricadute di 400 milioni di euro in 20 anni ma sono discorsi; l’occupazione sarà di un centinaia di persone molte delle quali, tecnici specializzati, verranno da fuori Livorno.

5) Perchè non ci si può avvicinare?

Perché l’impianto è estremamente pericoloso per il rischio di fuga di gas nel corso dell’allibo/sversamento del gas dalla gasiera al terminale; se il gas si spande può prendere fuoco se trova un innesco, come successe a Viareggio tanto per capirsi; cosa può succedere su una nuvola di gas incontra, per esempio, una nave da crociera o un petroliera in transito? Se poi, arriva a terra, e nessuno è in grado di dire che questa ipotesi non può accadere, sarebbe un disastro epocale. Inutile sottolineare come questi impianti rappresentino anche un obiettivo per terroristi pronti a tutto.

6) Si può pescare?

Nella zona di interdizione, fino a 2 miglia dal terminale, non si può fare niente, fra 2 e 4 miglia l’accesso è consentito ma solo in via eccezionale, fa 4 e 8 miglia è possibile passare ma solo tenendosi in stretto contatto radio con il terminale. Quindi per una zona di 8 miglia di raggio, in pratica, non si può far niente

7) Quali sono i rischi per i cittadini e l’ambiente?

L’impianto è il primo del suo genere al mondo, quindi Livorno farà da cavia. Quello che è certo è l’inquinamento provocato dall’utilizzo di acqua marina per il raffreddamento del gas: per evitare che l’utilizzo di acqua marina danneggi l’impianto verrà utilizzato massicciamente il cloro per sterilizzarla ma l’acqua verrà poi ributtata in mare. Anche se le cifre sono top secret si calcola che in un  anno finiranno in mare almeno 630 tonnellate circa di cloro e che giornalmente l’impianto ributterà in mare circa 300mila m3 di acqua sterilizzata con danni che nessuno è in grado di quantificare con esattezza ma che, dal punto di vista economico, possono essere stimati attorno ai milioni di euro (le cifre sono derivate da studi di Greenpeace e WWF, quest’ultimo relativo ad un impianto simile che era stato presentato a Trieste).

8) Da dove passeranno le tubature?

Le tubature sono state realizzate e raggiungono via mare lo Scolmatore per poi arrivare alla stazione ASA del Suese, vicino a Stagno

9) In caso di calamità naturale che cosa succederà?

Nessuno lo sa, ci vorrebbe un mago, quello che si sa è che non esiste un piano di emergenza anche perché a tutt’oggi non si sa chi sia il responsabile della sicurezza in caso di incidente: Capitaneria, Prefettura, Vigile del fuoco … boh

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Tratto da Senzasoste

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