Gli studenti della Caponnetto contro i deliri del DSU Toscana

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato degli studenti della residenza universitaria Caponnetto, dopo la recente notizia che l’azienda della Regione Toscana per il diritto allo studio ha deciso di chiudere le residenze a natale, volendo far pagare chi intende restare. Cominciano forse a formarsi delle piccole crepe nel “modello toscano” per il “diritto allo studio” tanto osannato da Enrico Rossi? L’azienda regionale ha proprio bisogno di imporsi così, da una parte, e di mendicare 10 euro dall’altra? . Vedremo. Per ora sembra essere una logica conseguenza, dopo il coming out dell’Unifi sulla necessità di rilanciarsi come azienda, aprendo alla pubblicità nelle sedi e all’affitto dei locali ai privati.

Intanto, lunedì gli studenti incontreranno alcuni dirigenti dell’azienda, per ribadire il proprio no a questa pagliacciata. Un altro esempio che conferma come i “diritti” non si “meritino” ma debbano essere conquistati (con la lotta).

Comunicato Assemblea degli Studenti della Caponnetto

Oggi 29 Novembre 2013 si è tenuta la riunione degli alloggiati della R.U. Caponnetto per discutere della chiusura natalizia delle residenze universitarie nel periodo tra il 23 dicembre e il 7 gennaio.

Da quest’anno, infatti, il DSU ha proposto la chiusura delle residenze durante il periodo natalizio, costringendo gli studenti alloggiati a scegliere tra sgomberare le loro stanze e partire per le vacanze o restare nella propria casa pagando 90 euro (poi scesi ad una cifra simbolica di 10 euro). La notizia ha scatenato la reazione degli studenti, i quali si sono visti piombare dall’alto, con un preavviso veramente brevissimo, una decisione riguardo la quale non hanno avuto alcuna voce in capitolo. La motivazione addotta dai dirigenti è stata la necessità di razionalizzare i costi per “il bene” degli studenti. Nella sostanza si tratta, però, della negazione di un diritto. L’assemblea di Caponnetto è fermamente convinta che, al di là di qualsiasi prescrizione presente in un bando, il diritto allo studio valga 365 giorni l’anno. Non è pensabile che l’esigenza di risparmio dell’azienda (non giustificata, peraltro, da nessuna necessità reale da parte della stessa) ricada proprio su coloro che l’azienda stessa dovrebbe tutelare. Chiedere a degli studenti dei sacrifici in termini di tempo e/o denaro significa non preoccuparsi di creare condizioni sostanziali di parità per coloro che sono privi di mezzi economici.

Questo provvedimento,inoltre, è stato preso senza considerare le diverse esigenze e culture presenti all’interno delle residenze: obbligare studenti musulmani, buddisti, taoisti, animisti, atei a festeggiare una ricorrenza cristiana è, di fatto, una contraddizione con lo stesso principio di multiculturalismo che il DSU in più occasioni ha sbandierato!

Nei prossimi giorni si terrà un’altra assemblea tra tutte le residenze in previsione dell’incontro richiesto dai dirigenti lunedì .

L’assemblea di Caponnetto ha deciso che farà all’unanimità richiesta per la permanenza ma senza pagare. Il diritto allo studio non va in vacanza!

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