#21D i divieti della questura non fermano l’assedio al lusso

Alla fine il corteo lanciato per oggi dall’Assemblea contro l’austerità c’è stato.

Due giorni fa la questura aveva fatto sapere che quel corteo non ci doveva essere. Ed oggi ha messo in campo uno schieramento di polizia e carabinieri imponente, bloccando l’intera zona di piazza san Marco. Probabilmente i vertici cittadini delle forze dell’ordine si aspettavano che, davanti ad un simile dispiegamento di forze, i manifestanti avrebbero desistito dal loro intento di portare la voce della rabbia di chi è colpito più duramente dalla crisi e dalle politiche di austerità, le quali, lo ripetiamo per l’ennesima volta, non fanno che gli interessi dei più ricchi mentre affossano tutti gli altri. La riprova è proprio il fatto che i negozi di lusso del centro di Firenze non conoscono crisi, ma anzi continuano a moltiplicarsi come insetti.

Tuttavia le aspettative della questura sono rimaste deluse davanti alla determinazione dei manifestanti, i quali non si sono lasciati intimidire dai cordoni di poliziotti e carabinieri; le forze dell’ordine hanno dovuto cedere il passo mentre il corteo si riversava per le vie piene di luci natalizie del centro cittadino, luci la cui allegria stride con la condizione che molti, a Firenze come in altre città, si trovano ad affrontare quotidianamente.

Di seguito il comunicato del Movimento di lotta per la casa

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#21D FIRENZE LIBERA! La piazza si conquista la libertà di manifestare!

Oggi pomeriggio alcune centinaia di persone tra studenti, occupanti di case e sfrattati, giovani precari e lavoratori hanno risposto all’appello lanciato dall’ “assemblea contro l’austerità” per una manifestazione che si ponesse l’obiettivo di andare a portare la rabbia di chi subisce la crisi nelle vie della ricchezza e del lusso.  La questura, che ieri aveva comunicato il divieto totale della manifestazione prescrivendo un presidio statico in piazza San Marco, ha provato a impedire la manifestazione schierando un grosso numero di celerini e blindati a sbarrare via Cavour.

L’arroganza della questura e di chi governa la città, tutto impegnato a vendere nel mondo un immagine di Firenze fatta di ricchezza e pace sociale, si è dovuta scontrare con la determinazione di quel pezzo sempre più grande di città che è stanca di subire le politiche di sacrifici e che questo Natale avrà ben poco per cui (e con cui) festeggiare.

Come avevamo già scritto, l’idea che esista un pezzo di città riservato alla ricchezza e vietato alle manifestazioni di chi di questa ricchezza viene quotidianamente espropriato è semplicemente inaccettabile. Qui sta la legittimità di forzare i divieti della questura, che si è spinta fino a vietare e sbarrare fisicamente quelle vie che storicamente sono attraversate dalla maggioranza delle manifestazioni in città.

Di fronte alla spinta dei manifestanti, e dopo che tre cariche non sono riuscite a spegnerne la determinazione,  la polizia si è trovata costretta ad arretrare e consentire al corteo di prendere vita, in un clima assurdo e grave di militarizzazione e provocazione costante con la celere che ha scortato la manifestazione manganelli e scudi in mano mai a distanza di più di un metro. Anche questo, a quanto pare, fa parte del modello Renzi.

Passo dopo passo, metro dopo metro, l’assedio è riuscito a raggiungere un Duomo militarizzato e inoltrarsi fino all’inizio di via Vecchietti, sfiorando le vie del lusso più sfrenato e riconquistando la propria libertà di manifestare. Qui ha dovuto fronteggiare un’altra carica della polizia, per poi sciogliersi in piazza dell’Unità.

Finisce così una grande giornata di lotta all’austeritá e determinazione che ha affermato con la giusta forza che ribellarsi alle politiche di sacrifici è giusto e possibile, nonostante i divieti.

Lo spirito della piazza di oggi è sicuramente un buon punto di partenza per iniziare un nuovo anno all’insegna del conflitto e della moltiplicazione delle pratiche di riappropriazione diretta che diano risposte autorganizzate all’emergenza casa, al caro-vita, alla precarietà.

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