La Lotta per la Casa sul maxi-processo 4maggio-13giugno

Riceviamo e pubblichiamo sul processo al movimento fiorentino:

 

10 Marzo 2014, seconda udienza del processone al movimento fiorentino. Va in scena, nell’aula bunker di Piazza Ghiberti, l’esame dei capi di accusa da parte del PM Coletta. Gli oltre settanta capi di accusa nei confronti di 87 imputati e imputate verranno esaminati nel corso delle udienze che si svolgeranno il 21 e 31 marzo, 4 e 11 aprile, 20 e 27 giugno.

Il primo episodio esaminato dall’accusa è stato il blocco della tramvia GEST di Firenze per protesta contro la possibile apertura di un CIE in Toscana, nella giornata di lotta dei migranti il 1 marzo 2010. Si è poi passati al danneggiamento di nove bancomat nel maggio 2010 e all’occupazione di uno spazio comunale da parte del progetto “Luna Distro”.

L’udienza è iniziata con una prima nota positiva: il ritiro a sorpresa di Ilario Palmisani, fascista di Forza Nuova dal gruppo delle costituzioni come parte civile. Speriamo sia il primo di una lunga serie!

Davanti al tribunale sono sfilati i testimoni dell’accusa, che hanno raccontato le loro versioni con poca convinzione. Le accuse per il blocco della tramvia ruotano attorno a un’impronta digitale su uno striscione, che l’autista del tram presente in aula ha dichiarato di non ricordare. I testimoni del RIS dei Carabinieri hanno dichiarato di aver analizzato con dovizia di particolari l’impronta, per poi rivelare che è stata scelta in mezzo a quelle di altre 49 persone ugualmente indicate come sospette dal software di comparazione “CAPFIS” del RIS di Roma.

Poi è stata la volta dei funzionari DIGOS di Firenze Chirico e Mazzei, che hanno descritto con un tripudio di fermi immagine gli episodi dei bancomat e di Luna Distro. Sono scivolati però sulla sostanza delle accuse, tutte basate sulle loro ricostruzioni e su identificazioni soggettive.

L’evidente assenza di fatti “gravi”, tali da giustificare un processo di questa portata celebrato nell’aula più blindata del tribunale, è stata goffamente colmata da parte dell’accusa con un lungo elenco di episodi estranei al processo, genericamente attribuiti al movimento antagonista fiorentino. Evidentemente nemmeno i settanta capi d’imputazione portati a processo sono sufficienti a provare una presunta “pericolosità sociale” degli imputati. I difensori Poli e Sabattini hanno fatto notare l’uso strumentale di queste informazioni: alcune facevano riferimento a episodi che hanno già visto l’assoluzione degli imputati in altri processi; altre, come nel caso della presunta occupazione di “Luna Distro” in piazza delle Cure, sono state ricostruite in modo fazioso e impreciso da parte della DIGOS.

In contemporanea fuori dal tribunale si è svolto un presidio con conferenza stampa del Movimento di Lotta per la Casa di Firenze in solidarietà con gli imputati, che ha rilanciato la manifestazione nazionale contro la repressione delle lotte sociali il 15 marzo prossimo a Roma.

A seguire il comunicato degli imputati e delle imputate del Movimento di Lotta per la Casa di Firenze:

Oggi 10 Marzo 2014 nell’Aula bunker di Firenze è iniziato il dibattimento del maxi-processo alle lotte sociali fiorentine che vede 86 imputati tra cui 7 accusati di “associazione a delinquere”.

Alla sbarra 87 capi d’imputazione per iniziative di lotta (occupazioni, manifestazioni, blocchi stradali e ferroviari) avvenute tra il 2010 e il 2011. Alcune di queste iniziative di protesta si sono svolte dentro la cornice delle mobilitazioni di giovani studenti e precari che in quei mesi hanno attraversato tutto il paese contestando la “Riforma Gelmini” e facendo risuonare nelle piazze il rifiuto di una generazione a pagare i costi della crisi prodotta da un sistema economico di mafiosi e corrotti.

Oggi viene processata con una finalità apertamente politica la radicalità che quel movimento ha saputo esprimere. Viene processato il tentativo di riattivare ed alimentare percorsi di conflitto sociale dentro e oltre le scuole e le facoltà: dall’antifascismo alla lotta per la casa passando per la lotta contro CIE, in una Firenze ubriacata dalla retorica della pacificazione e del nuovismo di Matteo Renzi.

Il processo che oggi entra nel vivo arriva dopo la disposizione di ben 32 misure cautelari con le quali tra il Maggio e il Giugno del 2011 si tentò di arrestare una soggettività antagonista con molteplici forme e nomi che nei cortei selvaggi, nei blocchi, nei collettivi, negli spazi occupati viveva un processo di espansione e sedimentazione iniziato durante il precedente ciclo di lotta dell’“Onda”.

La mossa di repressione preventiva dei cosiddetti processi di “radicalizzazione” promossa dalla DIGOS dell’Ispettore Ricciardi e dal PM Coletta si inserisce a pieno titolo in una nuova strategia di allargamento ed intensificazione della repressione e dell’uso del reato di “associazione a delinquere” a scopi politici che dal 2010 oggi abbiamo visto in funzione a Torino, Trento, Bologna, Firenze, Perugia e Napoli (precari bros)con il contributo esplicito del Ministero degli Interni.

A tre anni di distanza, inizia un processo difficile che vede compagni e compagne impegnati nelle lotte sociali con generosità, rischiare condanne pesanti in un clima inquisitorio e vendicativo. La scelta stessa del Tribunale di svolgere le udienze nell’Aula Bunker rende bene l’idea del livello di criminalizzazione che con questo processo si vuole costruire intorno alle lotte sociali. L’obiettivo è quello di costruire un nemico pubblico, di mettere in scena il carattere esemplare e preventivo della repressione.

Mentre a partire dal reato di “associazione a delinquere” si cercano di stigmatizzare e sanzionare pesantemente tutti i comportamenti sociali di opposizione concreta, sono i movimenti di oggi meglio di ogni altra cosa a continuare a mettere in crisi l’equazione tra legalità e legittimità.
Un equazione che salta in ogni picchetto dei lavoratori della logistica, in ogni casa occupata, in ogni lotta in cui sempre più persone si dichiarano ostili allo sfruttamento.

Oggi siamo qui per dire che rifiutiamo l’etichetta di delinquenti, che nelle strade sempre più persone sono consapevoli che i veri criminali, i veri nemici pubblicisono nei palazzi del potere e del denaro, difesi dall’alleanza tra Renzi e Berlusconi, tra la finanza speculativa e le mafie vecchie e nuove.

La repressione non può fermare un movimento di liberazione sociale sempre più urgente: la storia di questi ultimi tre anni, con la ripresa dei movimenti e del conflitto in questa città, sta a lì dimostrarlo.

Solidali con tutti i compagni sotto processo, ci vediamo a Roma il 15 marzo.

I compagni e le compagne del Movimento di Lotta per la Casa di Firenze

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