Al Capponi, dopo le Invalsi, tattiche di intimidazione e repressione del dissenso
Riceviamo e pubblichiamo dagli studenti del liceo Capponi Machiavelli:
CONTRO LE INVALSI, VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 17 MAGGIO PIU’ INCAZZATI CHE MAI!
“Dopo le Invalsi. Tattiche di intimidazione e repressione del dissenso”
Martedì 13 maggio in ogni scuola d’Italia sono state somministrate agli studenti di seconda liceo le prove Invalsi, test già collaudati dai precedenti governi e che anche l’esecutivo Renzi non sembra voler abbandonare come strumento di omologazione degli studenti e di infiltrazione delle logiche di mercato nelle scuola italiana.
Già da qualche anno era partita una vasta campagna di mobilitazione contro questi test, che oltre ad attaccare la libera cultura che dovrebbe circolare nelle scuole, risultano essere molto stretti anche ai professori, costretti spesso ad abbandonare le loro peculiari modalità di insegnamento per lasciare spazio e tempo alla preparazione degli alunni alle prove.
Anche quest’anno qualche “testa calda” della nostra scuola ha deciso di andare contro le prove Invalsi, usando strategie di boicottaggio come il barrare tutte le caselle e strappare il codice a barre che permette l’identificazione dell’alunno, ridotto a una sdegnosa serie di numeri (peraltro, a regola, i test dovrebbero essere anonimi).
Due di questi “ribelli” hanno pagato cara la loro legittima azione di boicottaggio: entrambi sono stati puniti con un rapporto, misura di contenuta gravità che va però a colpire tutti coloro che negli ultimi anni si sono battuti contro le Invalsi.
Un provvedimento del genere andrà inoltre a creare un precedente nelle prossime generazioni di studenti di scuola nostra sottoposti alle prove, che non volendo eventualmente usare la forma “soft” di boicottaggio (l’assenza), saranno costretti a svolgere ugualmente i test nonostante il loro dissenso, sotto il ricatto delle misure disciplinari.
LE MENTI NON SONO VASI DA RIEMPIRE, MA FUOCHI DA ACCENDERE!
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