Internet e la tecnologia: sorvegliare e punire, o diffondere e condividere?

“a Mario piace questo elemento”

“Anche Giuseppe, Carla, e Ginevra hanno commentato lo status”

“Mail: hai 1 nuovo messaggio”

Oppure:

“Acquista il cellulare Samsung Galaxy S3 e a soli 9,90€ avrai un TABLET”

“I Led Zeppelin sbarcano su i-Tunes, 0,90$ ciascuna canzone!”

” ogni 5 minuti, nel mondo, vengono caricate 24 ore di girato su youtube” (qui le cifre sono discordanti)

Tecnologia buona o tecnologia cattiva?

Sorvegliare e punire, o diffondere e condividere?

Per chi ha una concezione dialettica della realtà, la riposta è la domanda.

La tecnologia esprime entrambi i suoi aspetti opposti e contrari. Sicuramente da un lato viene utilizzata in ambito militare, ed è da lì che è nato Internet; ma dall’altro viene prima usata per incrementare la produttività nei processi produttivi e, successivamente, entra nella sfera dei beni di lusso, per poi, come una merce tra le tante, entrare nel calvario dei beni di consumo, quindi massificata. A questo punto è sì agli ordini del profitto, ma anche plasmata dall’uso che ne fanno i fruitori.

Questo, a grandi linee, è stato il percorso della tecnologia che stiamo usando per scrivere questa recensione, e che stai usando tu che la leggi.

Rivoluzione quantitativa, quindi solo un passo in più dalla Bibbia di Gutenberg ad oggi, o rivoluzione qualitativa, che ci porterà da homo sapiens a homo interneticus?

Oltre a fornire una grande quantità di dati, questo documentario, partorito dai benpensanti e dagli angosciati lavoratori della BBC, cerca di trovare, pur nei limiti dell’ideologia dominante,  delle risposte a tutte queste domande “malposte”. 

La nostra risposta è che la tecnologia porta con sé sia il carattere reazionario del capitale, che va dalla proprietà privata dei diritti di autore alla produzione di apparati di controllo, sia il lato rivoluzionario del capitale stesso, cioè la sua tendenza ad autodistruggersi, a far scendere, TENDENZIALMENTE, il saggio di profitto globale. Sono proprio gli investimenti nell’innovazione tecnologica, infatti, a intonare la messa funebre di schegge sempre più consistenti di plusvalore.

Pensiamo all’industria musicale: all’epoca dei nostri genitori un disco dei Beatles costava un quarto di stipendio, oggi una canzone costa meno di un cappuccino al bar.

Certo bisogna comprare l’occorrente, ma ci pensa il capitale: con 29€ al mese hai un telefonino più potente di molti pc in circolazione, e con 10€ ti compri un tablet.

Internet, Napster, i masterizzatori sempre più veloci (che dovevano servire alle industrie discografiche per produrre più velocemente, ma sono serviti a masterizzare cd crackati ancora più velocemente), il P2P, Torrent, Youtube: tutti questi autogoal del capitale hanno messo il segno “-” ai profitti dell’industria discografica per 10 lunghi anni, e già il “+0,2%” ha fatto parlare, qualche mese fa, di “miracolo”. C’è anche l’altra faccia: qualsiasi nostro movimento è tracciabile. Provate a impostare la localizzazione nel vostro telefono e a percorrere una piscina olimpionica (cioè 50m): se avrete messo lo zoom al massimo potrete “apprezzare”  (termine tipico del marketing moderno, che prima ancora di proporti qualcosa “sa” già che ti piace) la precisione del mirino che avete puntato sul vostro corpo, ops, pardon, volevamo dire del vostro “smarrì”-phone.

La tecnologia quindi, non è né “buona” né “cattiva”: è semplicemente capitalistica. Come tutto questo modo di produzione, e, del resto, come qualsiasi movimento dialettico della storia, è spinto da (minimo!) due forze. E’ caro il prezzo da pagare per poter sorridere, sotto i baffi, delle contraddizioni che stanno lentamente logorando questo sistema. Nel mentre non resta che organizzarsi, diffondere contenuti fino a che è possibile (…), e cercare di unire le lotte.

Oggi, leggendo che la Dell ha pagato dazio al mercato dei dispositivi mobili e ha fatto segnare il -72% dei profitti, possiamo al massimo sorridere, un domani “Sarà una risata che li seppellirà”.

Leggi anche:

Effetto Snowden in Italia. A/I sommersi da richieste di iscrizioni

Obama, presidente del profitto a stelle e strisce

Sul tablet della Samsung il Capitale si “legge” meglio

Google Glasses: l’insostenibile leggerezza della tecnologia

Facebook

YouTube